L´era di “The High End Of Low” è scoccata, segna l´inizio di una nuova esistenza artistica per Marilyn Manson, un album che affronta la fine e la rinascita con un esile pensiero ottimistico.
La storia musicale Marilyn Manson, e quindi della band che porta lo stesso nome, inizia negli anni ’90 grazie alla sapiente e intuitiva mente di Trent Reznor, il deus ex machina dei Nine Inch Nails, una delle realtà musicali più influenti del panorama rock americano. (Reznor è stato inserito anche nella top 100 delle persone più influenti del pianeta, ndr). Poi ha deciso di camminare da solo e lasciare il suo mentore per nuove e singolari esperienze che l’hanno portato a diventare “il reverendo del rock”, l’anima dannata che può contendere, ma non strappare, lo scettro di Lord Of Darkness a Ozzy Osbourne.
La violenza, le oltraggiose liriche e l’atteggiamento ‘anti-conformista’ di Brian Hugh Warner, vero nome di Manson (classe 1969), ha fatto gridare subito allo scandalo. Le associazioni di cattolici di tutto il mondo sono insorti, hanno organizzato picchetti per impedire i suoi show, tentato di boicottare i suoi lavoro… La stampa lo addita subito come l’anti-christ del rock, il simbolo del blasfemo nella musica, un personaggio scomodo, ma capace di convincere e catturare come un potentissimo magnete l’attenzione dei teen-ager, una generazione nata sotto il segno dell’insicurezza e dell’insoddisfazione. Manson viene accusato di essere il principale responsabile dell’eccidio alla Columbine High School perpetrato da un gruppo di ragazzi nel 1999 dove morirono 12 studenti e un insegnate. Proprio riguardo a questo fatto Manson ha sempre replicato alle accuse dichiarandosi innocente, spiegando “Io non invito nessuno a compiere certi gesti, io canto il mio pensiero, poi ognuno può interpretarlo come vuole. Ma non posso essere considerato il capo espiatorio. Probabilmente sono l’unica scusa concreta di una società che non si assume le sue responsabilità”. Non si è mai fatto mancare nulla, l’amicizia con Asia Argento, un matrimonio naufragato con Dita Von Teese, la musica, la pittura, il cinema e l’attuale amore con l’attrice Evan Rachel Wood (quella di The Wrestler), che di recente ha confessato che vorrebbe vedere il suo fidanzato duettare con Britney Spears. “Voglio che canti (Manson) con lei (Britney). Sarebbe qualcosa di grande. Voglio vedere questa collaborazione” ha detto Evan, che ha avuto questa idea dopo aver visto Britney esibirsi in un ballo sexy sulle note di Sweet Dream (degli Eurythmics rifatta anche da Manson), durante il Circus tour della Spears.
La ritrovata collaborazione con l’amico di lunga data, Twiggy Ramirez, coincide con la pubblicazione di We´re From America, il primo brano tratto dal nuovo album "The High End of Low". La nuova band di Manson comprende Ramirez (per la prima volta insieme da dieci anni a questa parte), il tastierista Chris Vrenna e il batterista Ginger Fish. Manson sarà in tour a giugno in Europa. Prodotto da Manson, Vrenna e Twiggy, “The High End Of Low” è stato registrato nel suo studio sulle colline di Hollywood (Los Angeles). Manson dice del nuovo album: "Credo che la mia vita sia definitivamente finita e ricominciata. Il disco suona come se fosse l’atto finale, ma ha un sottofondo ottimista - benché sia una strana parola da usare. E´ un´araba fenice che risorge dalle ceneri ". Tra i brani del set, segnaliamo anche l’interminabile I Want To Kill You Like They Do in the Movies, che l’artista descrive con queste parole "Dura nove minuti, dal contenuto sadico . Parla di sesso, morte, omicidio...”. Un lavoro che soddisfa il suo autore, orgoglioso del risultato finale "Il mio fuoco è tornato ad ardere. Pulisce il pavimento da qualunque cosa che ho fatto prima. E’ molto spietato, heavy e violento” ha dichiarato Manson.
Sin dai primi anni ‘90 Marilyn Manson ha saputo raccogliere un pubblico mainstream con ognuno dei suoi album. Tutto ciò si è tradotto in milioni di dischi venduti, tour esauriti, proteste, battaglie legali, suscitando nello stesso tempo odio e adorazione. In particolare Manson ha scritto “canzoni manifesto” (Lunchbox, Sweet Dreams (cover degli Eurythmics), The Beautiful People, The Dope Show, This Is The New Shit, Mobscene, Heart-Shaped Glasses etc.) che hanno segnato il mondo della musica rock. O lo ami, o lo odi, non c´è una via di mezzo. O lo adori come un idolo o lo disprezzi come il peggiore dei tuoi nemici. Lui incarna la perfetta fusione tra Marilyn Monroe e Charles Manson, ovvero l´immagine del bene e della bellezza della famosa attrice, la crudeltà e il male dello spietato serial killer americano. La nuova era di Marilyn Manson e “The High End Of Low” comincia ora.
Il rocker americano ha sempre mostrato il suo dolore, la sua rabbia e l’irritazione con una potente miscela rock, capace di sollevare un polverone di polemiche ogni volta che pubblica un disco, dipinge un quadro, esprime un parere o dirige un film…. Per tornare ai giorni nostri, durante un’intervista ha confessato “‘Eat Me, Drink Me’, il precedente album, ha aperto una finestra, il nuovo lavoro è l’Uragano Katrina”.
Ci parli del brano We’re From America, il primo pezzo ascoltato dal nuovo album? “All’inizio la gente lo interpreterà come un brano esclusivamente di natura politica, ma la sua filosofa e forza va ben oltre a questo. Racconta scenari che ho vissuto nella mia vita personale. Una canzone autobiografica. Qualcuno mi ha chiesto: perché sei così incazzato? E io ho risposto. Ok, vengo dall’America, odio il fatto che alcune persone hanno fottuto il Paese, che qualcuno si sia intromesso nella mia vita e io ho permesso che tutto questo succedesse”.
Un disco con un suono potente. Lo puoi spiegare?
“Devo fare una distinzione ben precisa. La chitarra di Twiggy in studio ha assunto un valore hard e non heavy. Un disco che non teme nulla, senza paure”.
L’album ha un’attitudine particolare? C’è un concetto o un tema conduttore?
“Un lavoro che non lascerà per forza il segno, o che vuole dettare un attestato di maturazione individuale. E’ un disco carico di esperienze vissute. Le canzoni di ‘The High End Of Low’ hanno una propensione autobiografica, ma ognuna ha una sua storia propria, non necessariamente collegata alle altre. I pezzi sono ordinati secondo come sono stati scritti e cantati. Posso affermare che questo album lascia molte cicatrici, come quelle che mi sono inflitto un giorno (158). Una prova personale. Segni che hanno un valore molto più profondo dei tatuaggi, 158 cose che sono successe in quel giorno e volevo ricordarle a me stesso con un gesto indelebile”
Puoi rivelarci qualcosa di originale che è avvenuto durante il processo creativo del disco?
“Tutte le liriche sono state scritte sul muro della mia camera, ma non era un’idea decorativa anche se ha un buon impatto visivo. Un gesto con un significato preciso: sul muro erano stati scritti gli ultimi testi che volevo vedere, quelli definitivi, prima che siano sostituiti da qualcos’altro (in futuro). Una testimonianza concreta, per questo motivo mi piacerebbe fare la promozione del disco nella mia casa e mostrare questi segni prima di toglierli o distruggerli. Una forma d’arte che spiega la storia che c’è dietro a questo CD”.
Oltre a questa testimonianza muraria, come hai documentato il making of?
“Durante tutta la fase lavorativa ho scattato molte foto, in questo modo ho creato una sorta di storia-fotografica del progetto, come le canzoni mi sono apparse e come sono state rilette e proposte. Ho sempre voluto fare un resoconto scattando delle istantanee. La mia abitazione è strutturata come un set cinematografico, l’illuminazione è garantita da luci di scena, ci sono macchine del fumo e cose del genere”.
“The High End of Low” può avere una qualità cinematografica?
“Assolutamente si. Ho guardato sempre questo disco come un film, da un angolatura visual. Posso consigliare alle persone di immaginarsi il disco come una pellicola, far scorrere le canzoni come scene di un lungometraggio. Chi lo farà vedrà le varie fasi della mia vita, noiose o straordinarie. Tutto questo mi ha permesso di essere più creativo”.
C’è un brano del CD che sorprenderà le persone?
“Penso sia 15, la canzone che chiude il disco (la quindicesima). Forse la più importante che ho scritto, ma anche la più inusuale da ascoltare. Credevo di aver completato l’album, ma un giorno è successo qualcosa e le liriche del pezzo racconteranno cosa è accaduto”.
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