Love Generation, World Hold On, Together, Rock This Party, What A Wonderful World, e adesso Lala Song. Occorrono altre presentazioni per introdurvi a Bob Sinclar?
È da poco uscito “Born In 69”, il follow up del pluripremiato “Western Dream”, una compilation di suoni meravigliosamente positivi che spegne le candeline sui magnifici -anta del DJ francese più richiesto degli ultimi anni. Senza indugi, mesdames et messieurs, voilà Bob Sinclar. Pardon, Christophe Le Friant.
Bob Sinclar è il personaggio, Christophe la persona. Quanto siete diversi? Passereste mai una serata insieme?
“Quando ho creato Bob Sinclar nel 1997 era una mia fantasia e non avrei mai pensato di arrivare a metterci la faccia; era una sorta di playboy gentiluomo, e nel primo disco avevo messo in copertina una donna nuda e nel retro l’immagine di questo presunto Bob Sinclar, un uomo con dei grandi baffi. La stampa inglese impazzì per questo strano personaggio, e da lì è iniziato tutto. Bob Sinclar è la parte più divertente di Christophe Le Friant: era tutto molto più noioso prima che arrivasse Bob. La notte ideale per Bob è un grande party, bellissime donne, buona musica, e per Chris non è tanto diverso”.
“Born In 69” è il nuovo disco, e il 1969 è il tuo anno di nascita: le cose si stanno facendo un po’ più personali? “È stato un modo per celebrare queste 2 importanti date, il mio 40° compleanno e l’uscita del disco, due cose entrambe molto personali ma che mi piace condividere coi miei fans. Senza contare che (come ho cercato di descrivere bene in PlayBob) il 69 oltre ad essere il mio anno di nascita, è stato un anno che mi rappresenta molto, ricco per quanto riguarda la musica, il cinema, il mondo del design. Ed è un numero che mi predispone ai piaceri della vita!”.
Dici che una canzone per convincerti deve avere un certo click. Cosa intendi?
“Non posso fare musica senza sentire qualcosa, senza emozionarmi, senza mettere in gioco i sentimenti. Se Love Generation non avesse avuto successo, non so davvero se e come avrei continuato, perché ricordo perfettamente il momento in cui ho finito il brano, ed ho sentito quel ‘click’, ho messo in gioco me stesso. Non sono davvero capace di fare musica che non abbia un messaggio”.
Qual è il tuo special touch?
“Credo sia quello che ho appena descritto. La gente sente i sentimenti nella musica, ed è per questo che penso ami la mia musica, perchè sono davvero quello che faccio”.
Molti samples noti su “Born In 69”; cosa deve avere una canzone del passato per colpirti?
“Ogni canzone per me è un mix inspiegabile di fattori. Non è un segreto che io vada spesso a prendere ispirazione dal passato, mi piace ricercare, miscelare, reinterpretare, ho una cultura musicale spiccatamente black, adoro i suoni della Giamaica, subisco tantissime influenze musicali perché ho sempre ascoltato moltissima musica, e possiedo una collezione di tutto rispetto”.
Sembri un appassionato di hip hop, come si deduce dalla collaborazione con la Sugarhill Gang.
“Sono da sempre un amante della old school e da sempre un nostalgico. Per me la Sugarhill Gang è un mito, nel 1979 Rappers Delight ha segnato un passo fondamentale nella storia della musica, e nella mia storia personale, musicalmente parlando. Era un’idea che mi frullava in testa da tempo”.
Grandi nomi e featurings su questo disco. È difficile farsi dire di sì?
“Ho scoperto che a volte basta davvero chiedere. A me è successo così con la Sugarhill Gang. Mi è venuta questa idea, ho contattato un loro agente in Germania, ho chiesto se i ragazzi potevano essere interessati, e il giorno successivo mi è arrivata una telefonata da Wonder Mike … incredibile! Francamente non cercavo necessariamente grandi nomi, nel senso più commerciale del termine, volevo che il risultato finale corrispondesse all’idea e allo stile del brano; non credo siano le guest star a fare la differenza, ma i beat”.
L’idea che tutti hanno di Bob Sinclar è quella di un uomo a cui piace divertirsi ma senza eccessi. È difficile mantenere un equilibrio nel mondo delle disco?
“Sarò noioso, ma la mia unica debolezza sono le donne … Non credo sia necessario essere forzatamente trasgressivi per piacere, non mi sembra di dare l’impressione di una persona noiosa solo perché non bevo e non mi drogo, e sono una persona solare e positiva. Mi sento abbastanza cool anche così, no?”.
Sei una superstar. Cos’è che ancora ti manca?
“Non è nel mio carattere considerarmi arrivato, sono sempre alla ricerca di nuove sfide. C’è sempre un nuovo obiettivo da raggiungere!”.
L’idea del magazine Playbob per promuoverti è straordinaria. Si tratta di un episodio isolato?
“Con me non si può mai dire mai. Molti stenteranno a crederci, ma tutto quello che riguarda me e la mia immagine è frutto solo ed esclusivamente delle mie idee. L’idea di PlayBob nasce da una mia passione personale, possiedo tutti i numeri della rivista Playboy e lo stesso Bob Sinclar è nato nella mia mente come un figlio immaginario di Hugh Hefner”.
Dicci qualcosa della tua Francia che dobbiamo assolutamente conoscere.
“Più che la Francia il mio habitat è Parigi, o ancora più precisamente il quartiere del Marais, dove sono nato e dove tuttora vivo. È un luogo in cui l’arte si respira molto di più che nel resto della città, merita una visita”.
Hai compiuto i fatidici 40 anni. Dicono sia un punto di svolta. Ti senti più ringiovanito o maturato?
“Mi sento bene come mai prima d’ora, non ho il terrore di invecchiare né l’ansia di restare giovane; amo sentirmi bene, mantenermi in forma, fare sport, ma tutto per piacere personale, mai come ‘status’”.
Il 1969 è un anno da ricordare perché …
“La musica, film, l’arte, il design, tutto è stato speciale in quell’anno. Magari fra qualche anno spero che a qualcun altro venga in mente di inserire anche la mia nascita nei fatti salienti di quell’anno!”.
Se potessi essere stato un personaggio del 1969 avresti voluto vestire i panni di …
“Jean-Paul Belmondo,il mio eroe!”
E se potessi ‘rubare’ una canzone famosa del 1969 ti approprieresti di …
“Serge Gainsbourg, 69, Année Erotique, in realtà è uscita nel 1968 ma è la mia canzone”.
Per concludere: Buon compleanno!
“Grazie mille!”. (in italiano)
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