In questi anni hanno raggiunto un equilibrio perfetto, da quando sono un trio (Alan Wilder ha lasciato il gruppo nel 1995) stanno vivendo una seconda giovinezza, una formula segreta per far quadrare le loro visioni artistiche. Il rispetto reciproco che vige tra Andy, Dave e Martin ha garantito questa nuova fase creativa, ridando energia e fiducia alla loro musica, sempre sostenuta da un pubblico di sostenitori affezionato.L´occasione è di quelle ghiotte, la possibilità di ascoltare dalla viva voce dei tre, di passaggio a Milano, l´ultimo capitolo della loro saga, iniziata nel 1980. I Depeche Mode sono una delle band più longeve e acclamate del panorama internazionale, quel genere di gruppo che si rigenera, supera ogni ferita e trae energia e stimoli dai propri errori e dalle proprie debolezze. Sono cresciuti in quella fucina di talenti che era la new wave britannica dandone un´interpretazione originale, hanno affrontato gli anni novanta e retto il confronto con l´epopea grunge, hanno vinto i demoni dell´esistenza , caduti nel baratro e rialzati grazie ad una innata forza di volontà e voglia di vivere nonostante le sofferenze. Sono tra i pochi eletti artisti del Regno Unito che hanno fatto breccia nell´ermetico pubblico americano, conquistando fama e gloria con un memorabile show al Rose Bowl di Pasadena (nei pressi di Los Angeles) il 18 giugno 1988, documentato anche da un album live “101”.Dopo una fase inziale dai toni positivi, il disco d´esordio “Speak & Spell” è del 1981, in cui la quasi totalità delle canzoni è stata composta da Vince Clarke che lasciò il gruppo subito dopo per formare gli Yazoo, la formazione subisce una brusca trasformazione verso temi e sonorità più cupe e dark. Il mutamento si completa con “Black Celebration” (1986). Gli anni novanta per la formazione sono come un rollecoaster impazzito, un gioco pericoloso che rischia di finire male. Raggiungono l´apice del successo con “Violator” (1990 - contiene brani come Enjoy The Silence e Personal Jesus) e “Songs Of Faith And Devotion” (1993 - I Feel You e Walking In My Shoes), ma dietro la fama l´ombra oscura della distruzione. Durante il Devotional Tour Dave è sempre più debilitato e stremato dall´ uso di eroina; mentre si sta esibendo a Portland viene colpito da un infarto provocato da un overdose. I rapporti interni diventano sempre più difficili, Martin si rifugia nell´alcol mentre Fletch entra in una profonda depressione. Gahan vive la fase più complicata della sua vita che lo porta, prima a un tentativo di suicidio, in seguito (maggio 1996) a un´overdose di speedball, dalla quale viene salvato in extremis. Alan (Wilder) non resiste più e nel 1995 lascia il gruppo. Incuranti del fenomeno Brit pop che imperversa la scena anglosassone, i DM proseguono per la loro strada e prima di pensare alla musica devono risolvere questioni più importanti.
La rinascita avviene nel 1997 con l´uscita di “Ultra”, disco sofferto, realizzato dalla band che ormai è a tutti gli effetti un trio, considerando che la dipartita di Alan non è stata rimpiazzato. Nel frattempo Dave si è disintossicato. Il nuovo millennio inizia con “Exciter” (2001), disco passato sottotono, ma anche per le produzioni solistiche di Dave Gahan e Martin Gore che avviano carriere parallele ai DM: Dave ha pubblicato due dischi “Paper Monsters” (2003) e “Hourglass” (2007) e comincia a scrivere brani anche per i DM; Martin rilascia “Counterfeit²”, un set di sole cover reinterpretate in chiave synth pop. Nel 2005 i Depeche Mode decidono di tornare con “Playing The Angel”, un disco con testi che richiamano sempre i temi degli angeli e dei demoni; dell´inferno e del paradiso; di una lotta tra bene e male.
“Sound Of The Universe” (2009) è l´ultimo sigillo, che tenteremo di scomporre e analizzare grazie all´intervento diretto della band.
Mi sembra di vivere un deja vu, rivedere frame scorrere veloci nella mia mente, come se tutto fosse già accaduto. Ma ecco svelato l’arcano, nulla di trascendentale o mistico, ma tutto si riduce a una semplice coincidenza.
Quattro anni fa per la presentazione del loro precedente album “Playing The Angel” (2005), la triade della scena electro aveva scelto lo stesso lussuoso hotel nel centro di Milano, medesima sala e stessa disposizione… Banale fatalità o gesto scaramantico? Baypassando il mio dubbio, cerchiamo di raggiungere l’obiettivo per cui siamo stati convocati alla corte dei Depeche: interrogare e scoprire i segreti del nuovo disco e inquadrare la loro attuale identità artistica.
Milano è un luogo speciale per i Depeche, una città che ha ispirato diversi brani della band, tra cui la leggendaria Personal Jesus. Un teatro privilegiato che i tre artisti rivisitano con piacere appena possono .
“L’ultima volta che ci siamo visti era proprio qui in questo hotel. Dopo siamo partiti per un lungo tour, Dave ha pubblicato un ottimo album da solista, Martin ha scritto parecchio materiale per il nuovo album e poi ci siamo messi a registrare ‘Sound Of….’ Sono molto orgoglioso del risultato raggiunto; e posso aggiungere che è stato semplice inciderlo, ci siamo divertiti parecchio senza apparenti problemi ” ha esordito Andy, anticipando le domande dei giornalisti.
Sono tutti e tre schierati davanti a noi (Andy Fletcher, Martin Lee Gore e Dave Gahan , ndr), li osserviamo e si materializzano immagini che raccontano tre decadi di musica, 30 anni vissuti al limite, ma sempre ad altissimo livello. Gli anni ’80 li hanno tenuti a battesimo, i ’90 consolidati e quasi dissolti, i ’00 consacrati. Il loro passato fa già parte della storia della musica, il presente è un ottimo biglietto da visita per il futuro.
Per realizzare il nuovo set si sono affidati ancora una volta alla professionalità di Ben Hillier (produttore di Blur, Doves, Elbow) e hanno diviso il lavoro tra New York e Santa Barbara (California). Un producer affidabile, capace di compiere la sua missione in maniera impeccabile: raccogliere tutte le idee, analizzarle, determinare le più efficaci e completare la chimica dei tre protagonisti e metterla nell’album per ottenere il risultato più esaltante: dare un suono senza tempo! Attuale ma anche vintage.
Un disco con elementi che richiamano il passato, ma anche il presente?
Martin “Questo disco rispecchia il nostro suono, ci sono elementi innovativi, ma anche vintage. A noi piace pensare che facciamo qualcosa di contemporaneo. Ben (Hillier) ha fatto un ottimo lavoro, ha creato un grande impatto sonoro. Da un punto di vista stilistico è molto vario, suoni e generi diversi (soul, spiritual...). Posso dire che in studio abbiamo suonato molti strumenti vintage (chitarre, synth, drum-machine) che ho acquistato su eBay in maniera ossessiva in questi ultimi anni, quindi è un disco saturo di suoni vecchi”.
Dave “Martin ha cominciato questa frenetica raccolta di oggetti del passato prima di iniziare le registrazioni del nuovo disco. Comprava di continuo synth analogici degli anni ´70, drum machine...tutto questo mood è diventato parte integrante del processo creativo. Ogni giorno arriva un pacco con qualcosa di straordinario. Quello che ricordo con maggiore enfasi è stato un pacco con dentro un Steiner-Parker dell´epoca 1972-75, un oggetto che ci ha ispirati”.
L´altro aspetto interessante dell´ultima fase della loro carriera è il dualismo tra Dave e Martin come autori dei brani dei DM. Dave come hai vissuto questa seconda esperienza di autore su un disco della band?
Dave “Dopo le due esperienze solistiche dove mi sono confrontato con me stesse in veste d´autore e molto più naturale scrivere anche per il gruppo. Adoro scrivere canzoni e per questo disco abbiamo lavorato insieme io e Martin, ci siamo aiutati. Non posso assolutamente paragonarmi a Martin, lui ha un profilo storico come autore dei DM infinito. Parlando calcisticamente non sono più negli spogliatoi, posso considerarmi in panchina e giocare gli ultimi dieci minuti”.
Un sano confronto che sicuramente allarga e giova la visione artistica della band, offre due distinti punti di vista. Un lavoro di squadra messo in atto per raggiungere la perfezione operativa e creare la giusta tensione che ravviva l´anima lirica del gruppo.
Anche questa volta, come per il precedente “Playing The Angel” avete attinto dalla Bibbia come fonte d´ispirazione?
Martin “No, questa volta non ci sono riferimenti biblici. Nel disco c´è spiritualità, punto e basta. Venature cupe con ritmi blues e anche un pizzico d´ironia”.
Perchè la scelta di Wrong come primo singolo?
Martin “Perché è molto diverso da qualsiasi altro cosa che abbiamo rilasciato prima. E´ probabilmente il più vicino alle atmosfere R&B che stiamo suonando in questo momento".
La musica è il teatro di nuove strategie commerciali. Voi come vi inserite in questo mercato?
Andy “Prima di firmare ancora per Emi abbiamo valutato attentamente altre proposte,tra cui quella di fare tutto da soli, ma questa ci sembrava la migliore tra le varie alternative. Precisiamo che il legame è solo per un album. Crediamo nella label, che ha dimostrato la sua professionalità con l´ottimo lavoro svolto con i Coldplay. Ci hanno proposto un quadro esaustivo per quanto riguarda le nuove strategie promozionali innovative, in linea con il mercato musicale in continua evoluzione. Noi cercheremo di fornire molti contenuti Web, fruttare la potenzialità della tecnologia più all´avanguardia”.
Voi avete un legame molto forte con Anton Corbijn (www.corbijn.co.uk), ci date un giudizio sul suo film “Control” (la vita di Ian Curtis, leader dei Joy Division, ndr)?
Dave “Noi tutti abbiamo visto la pellicola e possiamo solo aggiungerci ai giudizi positivi che sono stati espressi. Appena finito le riprese è venuto a trovarmi a New York, era senza forze, aveva dato tutto per il progetto ´Control´. A volte capita anche a noi di essere esausti, soprattuto dopo un tour non hai più riserve fisiche e mentali. Devo anche aggiungere che Martin lo ha aiutato economicamente. Si sa come vanno queste cose...promettono ma poi non tutti mantengono”.
Vi piacerebbe che girasse una film su di voi? Da chi vorreste essere interpretati?
"Se lavorasse a un progetto sui Depeche Mode vorremmo essere impersonati da Al Pacino, Kate Blanchet e Kate Winslet" affermazione seguita da un risata corale!
Non siete una rock band, ma avete portato la musica elettronica negli stadi. Corbijn contribuirà in qualche maniera al Tour Of The Universe?
Dave “Anche se non siamo una rock band gli stadi sono la location ideale per proporre la nostra musica. Sono ambienti diversi dalle Arene, ma perfetti per l´intrattenimento. Anche Madonna non è rock ma regge lo spazio e sa far divertire gli spettatori che vanno a vederla. Esibirsi in uno stadio è sempre una sfida, la musica trascende tutti gli altri aspetti. Per quando riguarda il contributo di Corbijn al tour posso confermare che ci sarà. Lui sarà coinvolto nell´allestimento scenografico del palco, l´aspetto visual e delle luci”.
Sinceramente cosa pensate della musica attualmente in circolazione?
Dave “Con Internet le proposte sono aumentate in maniera esponenziale. Il livello di alcuni prodotti è molto interessante, di altri un po´ meno. Ma questo aspetto ha anche il rovescio della medaglia. Più musica, più ascoltatori, quindi crescono anche le aspettative e le esigenze da soddisfare. Personalmente posso dirti che un ottimo disco è quello pubblicato dagli MGMT (“Oracular Spectacular” 2008, ndr) ”.
Time is off!Il tempo a nostra disposizione è scaduto. L´appuntamento è rinnovato per il 16 e 18 giugno, quando i Depeche Mode suoneranno dal vivo rispettivamente allo Stadio Olimpico di Roma e Stadio San Siro di Milano. Il Tour of the Universe 2009 debutterà il 6 maggio in Lussenburgo e si concluderà dopo un lungo peregrinare il 5 settembre in Florida alla Bank Atlantic di Ft. Lauderdale.
Web: www.depechemode.com
Carlo Cassani
5 maggio 2009 |