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THE ORDINARY BOYS |
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BRIT-POP PIU' CHE MAI FUORI DALL'ORDINARIO |
The Ordinary Boys. Ah no no, non lasciatevi ingannare dal nome del gruppo, questi 4 ragazzi inglesi sono tutto meno che ordinari. Del resto se quella bibbia della musica UK che è NME ha detto “sta succedendo qualcosa di veramente eccitante nell’underground inglese” facendo riferimento proprio a loro un motivo ci sarà … e noi vogliamo scoprirlo assieme a voi.
La storia del gruppo è decisamente recente, dato che si sono formati appena un paio d’anni fa. Vengono da Worthing, e si chiamano Preston (il frontman con la chitarra), William (i cori con la chitarra), Charlie (la batteria) e James (il basso). Sono carini quanto basta, ma non sono una boyband. Sono British fino al midollo, ma sono figli di un Brit-pop che nulla ha a che vedere con il fenomeno degli anni ’90. Sono giovani ma quanto ad influenze e talento non hanno nulla da invidiare a nessuno. Non sembrano proprio essere qui per fare le meteore, insomma.
I modelli di riferimento sono di tutto rispetto: The Smiths, The Clash, The Kinks, The Jam, fino ai Blur più maturi e consapevoli. Brit-pop incattivito dall’influsso punk, e allineato a quella che è la vita di oggi: futile e triviale. Un prodotto confezionato che è quanto di più lontano dal mainstream ci possa essere, ma che, pensa un po’, è arrivato dritto dritto alla numero uno su un mercato particolare come è quello giapponese. Ah però! …
Il loro scopo è quello di riportare la passione e la trasparenza nella musica, che a loro avviso in questi anni si è un po’ persa via. Nascondendosi dietro all’elettronica e ad orpelli che ormai non hanno più ragione di essere, dato che il trend è il ritorno alla strumentazione e alla naturalezza.
E, dal punto di vista formale, bando alla semplicità e largo ai giochi di parole e ai testi degni di un cantautore; del resto gli Ordinary Boys guardano a Paul Weller, un fior fiore di compositore …
E l’immagine viene curata da Stephen Street, manager di gruppi come i Blur o gli Smiths.
Le carte in regola ci sono tutte per uscire dall’underground ed accecare le classifiche di mezza Europa con il loro sound impetuoso e gli sprazzi di un rock virile ed avvolgente.
Oh, dimenticavamo di dirvi che questi 4 ragazzi inglesi non hanno ancora fatto un album, ma già spopolano in Inghilterra. E come è possibile? Mah, in fondo gli Ordinary Boys hanno fatto da supporter a Stellastarr e The Thrills, proponendo il loro repertorio di cui vi abbiamo già fatto conoscere in passato “Talk Talk Talk”. “Week In Week Out” è ormai un must dei live d’oltremanica, e la direzione nella quale si stanno muovendo sembra essere quella giusta. Perché per tirare tira.
L’album di debutto è appena uscito in Inghilterra e siamo certi che un posticino in classifica lo troverà anche da noi. “Over The Counter Culture” è uno splendido conglomerato di rock dal gustoso sapore british, senza però l’autocompiacimento che caratterizza troppe band della scena inglese; è un album nato apposta per fare muovere la testa, poi il piede, poi la mano finchè sale una voglia di muoversi incontrollabile. Ma è anche ascoltabilissimo stando coricati a guardare il soffitto. Insomma, è perfetto per ogni occasione.
Anche perché con una voce accattivante come quella di Preston tutto è concesso …
Gli Ordinary Boys devono entrare nel vostro lettore cd. Noi vi garantiamo che per un bel po’ non ne usciranno!
Elisa Bellintani
27 luglio 2004
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 2004 Over The Counter Culture | | |
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