Bisogna dire la verità. A maggior ragione se iniziamo quest´intervista dal Festival di Sanremo appena passato, che ha visto vincere un brano dal titolo Sincerità. Tra le Proposte 2009 c´era anche lei, Irene, una ragazza che forse da troppo tempo porta il fardello di un cognome di cui andare fieri ma un tantino pesante: Fornaciari. E allora diciamola, la verità. La maggior parte si aspetta dai cosiddetti “figli di” di restare al proprio posto - nell´ombra e dietro le quinte - o al massimo gli si augura di partecipare a “I raccomandati” del sempre festivaliero Pupo, perchè è troppo facile approfittare del successo in famiglia. Ma quando il talento c´è, perché bisogna buttarlo via? Irene si è rimboccata le maniche, ha accantonato il pop rock del suo debutto “Vertigini in fiore” e ha rispolverato i dischi in cantina degli anni 60-70. Il soul e il blues che tanto piacciono a papà Zucchero, direte voi. Un disco da ascoltare, consiglio io. Ma adesso, la parola ad Irene.
Papà di qua, papà di là. Rispondi una volta per tutte a chi ti ascolta e sa dire solo “ah ma è la figlia di...”.
“Lasciatemi lavorare (ride, ndr). Non m´importa, davvero. Tant´è che nel disco ci sono alcuni suoi brani, perché dovrei lasciarlo fuori? A me piace come scrive e me lo tengo stretto”.
Dietro “Vintage Baby” c´è stato sicuramente un grosso lavoro di produzione. Ce lo racconti?
“Sì. Per il mio secondo album devo dire che mi sono complicata la vita... Sono andata a ripescare delle sonorità tutt´altro che moderne, era il mio sogno sin da bambina. Pensa che quando le mie amiche impazzivano per le Spice Girls io divoravo i dischi di Janis Joplin!”.
Un sound retrò che però il panorama internazionale ha già riscoperto e portato in classifica grazie a Duffy, Adele...
“... ed Amy Winehouse. Infatti in Italia ci muoviamo sempre tardi. Però ci tengo a precisare che ho curato tutto nel minimo dettaglio: ho seguito gli arrangiamenti, i testi, persino l´artwork del cd. E il titolo non si riferisce a me, ormai non sono più una bambina. È piuttosto un´incitamento alla bella musica: c´mon, vintage, baby (ride, ndr)”.
Quello a cui ti ispiri è anche il periodo d´oro delle jam session e sul palco dell´Ariston ce n´è stata una con papà Zucchero, Mandelli, Battaglia dei Pooh e il Maestro Zanotti.
“In assoluto il momento che ho preferito. Loro sono stati dei gran signori, mi hanno dato spazio e libera scelta sui brani da proporre, ed anche per questo sono stata criticata da qualcuno. Hanno detto che rispetto agli altri ho avuto troppa visibilità. Ma sul regolamento c´era scritto che in quei dieci minuti a disposizione potevamo fare di tutto! Infatti mi è dispiaciuto per qualche altro concorrente che quando il proprio ´mentore´ cantava restava in un angolino senza far nulla...”.
A proposito degli altri concorrenti. È nata qualche amicizia in particolare?
“Sì, con Karima. Era troppo buffo sentirci parlare perchè siamo tutte e due livornesi”.
E della vincitrice, Arisa, cosa pensi?
“Un personagio fortissimo, era sempre spaesata e sopra le nuvole eppure è piaciuta al pubblico. Si meritava la vittoria”.
Sicura? Quel tuo gioco di mani durante le tue esibizioni sembrava quasi uno scongiuro...
“Macchè, ero talmente emozionata che non sapevo cosa inventarmi, così ho lasciato correre il nervosismo sulle dita (ride, ndr)”.
Guarda il video di Spiove il sole di Irene Fornaciari:
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Vyncent Valo
(26/03/09) |