Bomber ricamato di lana, pantaloni in raso di velluto, cintura in pelle e stivaletti a tacco alto in camoscio con borchie. A vederla così, Giorgia rischia di passare per una di quelle rockstar fashioniste altezzose e inavvicinabili. Ma basta un “belle ´ste scarpe vero? Fortuna che sò comode...” per far capovolgere tutto e riportare la voce italiana per eccellenza tra noi comuni mortali (forse rock, sicuramente poco star). Moda a parte, il tasto d´avvio di quest´incontro ha la forma di “Spirito libero – viaggi di voce 1992-2008”, il cofanetto che spreme 16 anni di dovuti successi in tre cd e un dvd con una videografia da riscoprire. Tante “gocce di memoria” da ricordare e che non temono di asciugarsi.
Scavare nei ricordi spesso dà vita ad una vera e propria battaglia col passato. Nella tua chi ha vinto?
“Diciamo che c´è stato un bel pareggio. Questo triplo album, per una strana magia, è arrivato nel momento in cui avevo bisogno di confrontarmi con quello che ho fatto e che sono stata. Girarsi indietro per vedere il cambiamento è il senso del tempo che passa, un valore che ti fa capire quanto hai vissuto. È stata pura psicoterapia”.
Nelle note, però, dici che “il cofanetto non lo volevo fà”.
“È vero. Quando l´etichetta me l´ha proposto ho subito detto di no, non pensavo nemmeno di poterli riempire tre dischi. Poi mi sono resa conto che di cose ne ho fatte, 16 anni sono tanti. È stato tenero riascoltare i vecchi nastri, ma in alcune canzoni non mi riconoscevo. Così mi sono imposta di mettere le mani nel mio repertorio, ricantare e riarrangiare ciò che doveva suonare in modo diverso. Ma alcune cose erano intoccabili...”.
Come saprei, ad esempio. Ultimamente dicevi che non la sentivi più tua, come mai l´hai lasciata nella versione originale?
“Perché stravolgere una cosa che mi ha tanto identificata era una mancanza di rispetto, sia nei confronti di quelli con cui avevo lavorato sia del pubblico che spesso ha scelto per me. Ho preso una bella lezione da questo”.
I tre dischi sono monotematici. Nel primo, “Per abbracciarsi”, ci sono solo ballad.
“Lì ruota tutto intorno all´amore, dalla felicità alla perdita. L´ho chiamato così perchè ho provato sulla mia pelle che, seppur dolorosamente, bisogna sempre concludere un rapporto con un abbraccio. Il tempo non ti dà la possibilità di rimediare, quindi è sempre meglio lascarsi bene”.
Il secondo è “Per liberarsi”...
“... Dopo tutti quei lentoni ci vuole, se arrivi alla fine del primo cd sono contenta per te (ride, ndr). Con i pezzi più movimentati ti riprendi la libertà”.
La tua l´hai conquistata?
“Rispetto a quando ho iniziato, a 22-23 anni, credo di sì. Riguardando le immagini del dvd mi sono trovata sulla difensiva, quasi come dovessi proteggermi dal mondo intero. Oggi mi vergogno di meno a mostrarmi e non ho paura del giudizio altrui. Cambiare significa anche questo: recuperarsi e costruire da zero. E dire che c´ho un vissuto famigliare abbastanza turbolento, quindi m´è andata pure bene (ride, ndr)”.
A proposito di famiglia. Nel terzo disco, “Per rincontrarsi”, c´è una vera chicca: un duetto con tuo padre.
“A Natural Woman... Risale al ´92, quando ancora cantavo nella sua band, gli Io Vorrei La Pelle Nera. La sera che l´abbiamo registrata suonavamo al centralino dello Stadio Olimpico di Roma, che per noi che eravamo abituati ai locali minuscoli ci sembrò una cosa pazzesca. Nella terza parte del cofanetto ci sono anche due delle collaborazioni a cui tengo di più: quella con Herbie Hancock, che arrivò in studio a Los Angeles in cabrio, fighissimo, e poi quella con Mina. Questo, invece, fortunatamente è stato solo un incontro virtuale. Se me la fossi trovata davanti avrei fatto la figura della deficiente (ride, ndr)”.
Un duetto nella tua carriera, però, l´hai mancato: quello con Michael Bublè.
“Verissimo. Avremmo dovuto rifare insieme Quando quando quando (che poi Bublè ha cantato con Nelly Furtado, ndr) e mi ricordo ancora il giorno che me lo proposero al telefono. Stavo facendo il sugo, ero concentrata e dissi di no... Dopo Come saprei il mio ex manager Michele Torpedine tentò in tutti i modi di lanciarmi sul mercato estero ma io dicevo che dovevo prima trovare il mio suono, le mie cose. Oggi un po´ me ne pento, mi dispiace anche di come siano andate le cose con lui”.
Un altro sul quale ti sei ricreduta è Tiziano Ferro. Al suo debutto lo criticasti, ora invece gli hai chiesto addirittura una canzone...
“Vedi come si cambia (ride, ndr)? Pensa che un giorno ad una festa mi si è avvicinato e mi ha chiesto ´ma perché ce l´hai con me´? In realtà ho sempre pensato che con la voce che si ritrova dovesse cantare un repertorio diverso dall´R&B e con gli ultimi album lo sta finalmente facendo. C´è da dire che ho chiesto canzoni a tutti, dopo Per fare a meno di te (il primo singolo estratto dal triplo cd, ndr) mi è venuto un blocco creativo, il cassetto rosso Ikea dove tengo tutti i provini era semivuoto. Adesso ho talmente tanto materiale che non c´entra più niente!”.
Resti comunque un punto fermo per i nuovi arrivati. Basta ascoltare le canzoni che i ragazzi portano ai provini dei vari X-Factor e Amici.
“Mi stupisco sempre. A volte mi chiamano per dirmi ´guarda in tv, quella ragazza sta cantando E poi´! Mi sembrano dei pazzi perchè sono brani che io stessa stento a fare, però mi fa piacere per due motivi. Uno per la sensazione di aver fatto un qualcosa che qualcun altro riesce ad utilizzare per sé e due perché mi responsabilizza, mi fa capire che devo stare attenta nel mio lavoro. Per l´egocentrismo, poi, è una manna dal cielo (ride, ndr)”.
Nelle note di “Spirito libero...” ringrazi un certo Nibiru. Chi è?
“Nibiru pare che sia un pianeta che ogni 24mila anni passa fra Sole e Terra e questo dovrebbe accadere nel 2012. I Maya nei loro scritti raccontano che in quell´anno avverranno cose dirompenti. Ci sono alcune interpretazioni catastrofiche, come la fine del mondo, mentre i più ottimisti fanno coincidere l´evento con un cambiamento del cuore. Come se ad un certo punto si rivoltasse dall´altra parte e cambiasse strada, verso il meglio. Io credo in questo, o più che altro lo spero perchè manca davvero poco...”.
Laura Pausini nei ringraziamenti del suo ultimo album “Primavera in anticipo”, invece, scrive: “Siamo la somma di ciò che abbiamo perso”. Sei d´accordo?
“Sì, anch´io ho maturato che siamo la somma di quello che si perde, ma in fondo non si perde mai niente. Se hai modo di stare in ascolto con le persone, le cose e le energie non perdi mai veramente. Ci devo pensare su questo concetto, mi piacerebbe che fosse così ma me sa de no (ride, ndr)”.

Info: www.giorgia.net

Vyncent Valo
(02/02/2009)