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THE MOJOMATICS |
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THE MOJOMATICS - IT'S JUST ROCK N'ROLL BUT I LIKE IT! |
Erano in due, ora sono in tre, un terzo disco di grande successo, look retrò, strumenti e suoni dal sapore vintage, stiamo parlando di The Mojomatics, band tricolore da 4 anni fedele alla linea del garage più duro e puro, ovviamente targato ’60. Abbiamo incontrato MojoMatt e DaveMatic dopo un adrenalinico concerto di apertura nella cosmica atmosfera del Festival Beat di Salsomaggiore (che ci ha riportato indietro di almeno trent’anni) per una chiacchierata a 360° gradi sul magico pianeta Mojomatics. Da cose nasce dopo anni l'esigenza di allargare la band anche ad un bassista? Cosa aggiunge l'inserimento di un basso ai Mojomatics? MojoMatt: “Nei dischi avevamo sempre sovrainciso altri strumenti, tra cui il basso; e dopo anni di concerti in giro in due sentivamo il bisogno di aggiungere un elemento alla band. Non è sempre facile suonare in due, bisogna sempre puntare tutto sulla potenza. Ora abbiamo voglia di fare dei live più vari con più arrangiamenti e più simili al sound che abbiamo nei dischi. Ci siamo un po' stancati di avere un sound limitato e scarno dal vivo. Abbiamo incontrato Gabriele, un vecchio amico che già suonava in ottime band (tra le quali i Rippers), che si è dimostrato entusiasta di unirsi a noi. Ora siamo in 3. E siamo molto felici di questa cosa”. Ad aprile l’uscita del nuovo disco "Don’T Pretend That You Know Me", tour italiano, tour europeo, ora ancora in Italia e per concludere Norvegia e Sudafrica, come va? Nessuna vacanza per i Mojomatics? MojoMatt: “Sta andando bene, siamo contenti, stiamo facendo molte date per promuovere il disco girando il più possibile. Vacanze? Forse a metà agosto riusciamo a scroccare (sorride) 2 settimane in Sardegna a casa del nostro bassista che è sardo e..(sorride nuovamente)”. Cosa provate ogni volta prima di salire sul palco? MojoMatt: “C’è sempre un po’ di tensione che ti da l’adrenalina giusta per suonare bene, per suonare potente”. Meglio suonare all’estero o in Italia? MojoMatt: “Per certe cose l’estero è meglio perché la scena garage-punk in cui suoniamo di solito è molto più ampia all’estero che in Italia, c’è più interesse verso il nostro genere di musica. Devo dire però che anche in Italia sta andando molto bene ultimamente perciò non ci lamentiamo”. Passiamo al disco, Don’T Pretend That You Know Me un disco innovativo per suoni e arrangiamenti che sembra ormai porre il marchio Mojomatics sopra il vostro stile, raccontaci un po’ come è nato? MojoMatt: “Mah.. è nato tutto molto in fretta perché abbiamo scritto i pezzi molto velocemente, ci siamo concentrati di più. Gli altri dischi uscivano così: facevamo un pezzo, lo registravamo poi in un altro periodo registravamo un altro pezzo.. mentre per questo abbiamo fatto tutto nello stesso mese lavorando in maniera più metodica. Il risultato è un disco un po’ più omogeneo che concentra di più tutte le nostre influenze, che ci rappresenta un po’ di più rispetto al passato a livello di suoni, songwriting e produzione. Siamo soddisfatti”. DaveMatic: “Non so dirti se è il sound definitivo ma 'Don’T Pretend That You Know Me' è sicuramente il disco che ci rappresenta di più in quanto riesce a raccogliere tutte le influenze della musica che ci piace”.
Analogico o digitale? (come previsto la domanda lo scuote nel profondo) MojoMatt: “Analogico sempre! Noi non abbiamo mai registrato e mai registreremo in digitale, non esistono editing, ritocchi digitali ecc...Le basi sono in presa diretta e la voce dopo tutto, rigorosamente in analogico”. Quali sono le vostre radici musicali?e culturali? MojoMatt: “Ascoltiamo tanta musica diversa. Ovviamente la base di partenza sono gli anni ‘60, il Rock’n’Roll degli anni 60, il garage-punk americano, la British Invasion con gruppi come Kinks, Stones, Who. Poi però anche tanto blues degli anni ‘30/‘40, tanto folk, Dylan e tanti cantautori”. DaveMatic: “Posso aggiungere che prima dei Mojomatics entrambi suonavamo in altri gruppi, fra cui entrambi in due gruppi punk, e le influenze si sentono”. Quanto conta il look nella tua vita personale e musicale? DaveMatic: “Molto! Ci piace vestirci bene, presentarci bene sul palco”. MojoMatt: “Il Rock’n’Roll e in generale la musica pop non è solo musica ma è anche legata all’immagine e quindi è per noi anche giusto mostrare un po’di attenzione a questo aspetto, non si può dividere l’impatto di un concerto in suono e immagine, sono legati, è una cosa sola. Ci tengo però a precisare che l’immagine deve essere considerata una cosa in più al nostro suono e non la cosa principale, prima arriva il suono e poi come contorno..”. Ho avuto la fortuna di vedervi al Beat Festival di tre o quatto anni fa sul second stage e oggi ancora qui, cosa ne pensi di questo Festival? DaveMatic: “E’ il miglior festival in Italia in assoluto, ci sono sempre buoni gruppi, una bella atmosfera, tanta gente che ascolta garage e Rock’n’Roll. Ci sentiamo come a casa, siamo tutti amici, ci conosciamo tutti”. Da tempo ormai siete anche impegnati come produttori di nuovi gruppi indipendenti italiani, come ad esempio i Rippers, un’avventura o un serio progetto per il futuro? DaveMatic: “E’ un serio progetto che Matt ha iniziato qualche anno fa ed è così che ci siamo conosciuti, ora insieme al nostro fonico abbiamo messo in piedi questo studio che si chiama Outside/Inside e le band che sono alla ricerca di un certo sound e di registrazioni rigorosamente analogiche vengono da noi”. MojoMatt: “E’ uno studio un po’ diverso dal solito E’ in una casa in campagna, tutto analogico, tutta strumentazione vintage, non è serioso come altri studi, ci sono camere, viviamo là con i gruppi...c’è un po’ un’atmosfera casalinga”. DaveMatic: “Come non è serioso?” MojoMatt: “No, non è come dire..cioè è tutto molto serio ma ci teniamo a divertirci con i gruppi, a registrare insieme. Ci deve una certa empatia con i gruppi per stare là insieme, deve essere gente che ascolta la musica che ascoltiamo noi e che vogliono il sound come piace a noi. E’ proprio tutta un’altra cosa, non è solo il discorso dell’analogico ma proprio un altro tipo di approccio, più diretto”. Cosa ne pensi della musica italiana? MojoMatt: “C’è qualche buona band nell’undergound mentre nel mainstream non possiamo dire altrettanto (scoppiano in fragorose risate). Ci troviamo un po’...suoniamo spesso anche in concerti della scena indie ultimamente ma anche se ci fa piacere ci sentiamo sempre un po’ estranei per la diversità dal pubblico della scena punk a cui siamo abituati e perché non abbiamo molto da condividere (altre risate)”. E dell’industria musicale italiana? E’ vero che non c’è mercato? MojoMatt: “Noi vendiamo più che altro dal vivo, non sappiamo ancora come sta andando questo disco a livello di vendite nei negozi ma sicuramente si vende di più dal vivo che nei negozi forse anche a causa dei nuovi formati digitali”. DaveMatic: “Abbiamo sempre avuto un rapporto preciso con le nostre etichette: stampare il disco e portarlo in giro ai nostri concerti, abbiamo sempre suonato tantissimo, abbiamo sempre fatto tanta promozione. Poi, le etichette grosse fanno tanta promozione ma secondo me adesso come adesso una etichetta funziona se un gruppo promuove il disco, va in giro e suona tanto”. La stampa italiana? MojoMatt: “Noi siamo molto contenti di come la stampa abbia recensito il disco nuovo e i nostri live a parte le solite critiche da parte di chi è totalmente estraneo al nostro genere e dice non è niente di nuovo è la solita roba. Chissenefrega insomma è perché non hanno proprio le radici culturali per giudicare il nostro suono, adesso lo dico senza presunzione, però..uno che si ascolta indie italiano non può giudicare il nostro disco perché non ha proprio le basi per farlo”. Al Mi Ami però è andata molto bene... MojoMatt: “Al Mi Ami si ma perchè penso che per il pubblico del Mi Ami vedere un gruppo come noi sia abbastanza fuori dal solito e quindi...”. Futuro? DaveMatic: “Speriamo di continuare a suonare, di trovare etichette sempre più grosse”. MojoMatt: “Allargare il pubblico più che possiamo, tour e un paio di 45 giri che usciranno per l’autunno e poi penseremo già al prossimo disco”. America? MojoMatt: “Per adesso c’è qualche proposta per qualche singolo e inoltre sta iniziando la promozione con l’uscita a settembre di Don’T Pretend That You Know Me sempre per la Ghost Records, se va bene magari un tour dopo?”. Marco Miranda (22/07/2008) |
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 2008 Don't Pretend That You know Me | | |  2006 Songs For Faraway Lovers | | |  2004 A Sweet Mama Gonna Hoodoo Me | | |
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