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MOGOL |
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MOGOL, IL TALENTO E LA CULTURA POP |
"Jovanotti ha fatto un grande testo che arriva direttamente dai suoi pensieri ai nostri. Fango è una poesia, e per me poesia è aderenza alla vita senza filtri né riserve. La forza di una canzone che arrivi alle persone e che resti nel tempo è la sincerità. E il testo di Lorenzo è sincero”. Con queste motivazioni Giulio Rapetti, in arte Mogol, ha commentato il giudizio della giuria del Primo Premio Mogol istituito dall'assessorato all'Istruzione e Cultura della regione autonoma Valle d'Aosta. Fango è il miglior testo dell'anno e fra i finalisti anche Ligabue con Niente Paura, Simone Cristicchi con Ti regalerò una rosa e Fabrizio Moro con Pensa. In occasione del premio, Mogol ha commentato la vittoria di Jovanotti come un grande riconoscimento alla cultura popolare, un ambito di cui Rapetti è stato grande artefice e protagonista con i suoi testi toccanti – eleganti, profondi e comprensibili allo stesso tempo. Gli stessi valori presenti in Fango, che hanno fatto pendere la decisione per il “Ragazzo fortunato”. La cultura popolare pop è un ambito - secondo l’autore delle parole della “Canzone del sole” - che in Italia negli anni passati è stato visto come inferiore principalmente perché i luoghi deputati alla cultura erano altri (non di certo i palchi da cui si esibivano i cantautori) e molto istituzionalizzati. “La cultura nel ventesimo secolo è stata in mano all’accademia – ha dichiarato Mogol, raggiunto telefonicamente - infatti c’era una barriera che impediva alla cultura popolare di essere apprezzata. Negli altri paesi del mondo lo era di già, infatti in Inghilterra non hanno mai fatto differenza fra generi musicali ma qui da noi sì”. Una sorta di tradizionalismo musicale in cui i conservatori hanno fatto da tappo alla musica “nuova”. “Per loro la musica era già stata fatta e l’unica composizione ammissibile doveva essere quella dodecafonica. Perché definire a priori il tipo di musica da fare?”. Secondo molti proprio Mogol è stato uno degli artefici dello sdoganamento della cultura musicale pop, quella delle canzonette. ”Siete voi giornalisti che dovete parlare delle mie canzoni, io non posso di certo farlo. Io ho scritto, poi la valutazione la dovete fare voi. Non vi voglio togliere questo incarico”. Per questo motivo la giuria del premio Mogol doveva essere selezionata in base a i più ampi, con persone di cultura e pop allo stesso tempo. “Ho scelto tre persone di cultura,secondo me di grande attualità ma anche di sostanza. Aldo Cazzullo è un giornalista di costume aperto a molti settori. Barbara Palombelli, oltre ad essere una donna graziosa, scittrice e giornalista televisiva. Linus dirige Deejay, che è una radio molto importante e particolare nel panorama musicale italiano, orientata ai giovani. Io presiedevo la giuria e mi sono consultato con loro per prendere la decisione finale. Eravamo tutti d’accordo sul fatto che Jovanotti meritasse questo premio".
Una valorizzazione in senso ampio della cultura popolare a cui la regione Valle D’Aosta ha contribuito patrocinando la manifestazione. Luca Garavini
(10/06/2008) |
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