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 DISCO DRIVE
DISCO DRIVE DISCO DRIVE - ADRENALINA PUNK FUNK!
DISCO DRIVE - ADRENALINA PUNK FUNK!
Adrenalina! questa è la parola d’ordine per i Disco Drive, uno dei gruppi di punta più interessanti della nuova scena italiana al limite fra il cosiddetto punk funk e le recenti sperimentazioni in chiave psichedelica.
Reduci dal grande successo del 2° disco "Things To Do Today" e di una tournee infinita fra Italia, Inghilterra e il resto d’Europa.. ora si stanno riposando? Assolutamente no!!! In progetto sabato 7 giugno a Milano l’esibizione all’edizione 2008 del MI AMI e un nuovo disco all’orizzonte.  Intervistiamo Jacopo, il batterista della band, per conoscere meglio la loro storia, cosa ne pensano della scena italiana e soprattutto.. il loro futuro.
 
"Things To Do Today", 2° disco di grande successo,  tournée italiana e tournee europea appena conclusa, come è andata? Com’è il rapporto con il  pubblico all’estero?
Jacopo: “E’ andata molto bene, siamo soddisfatti del disco e di com’è andato il tour. All’estero è sempre più stimolante suonare, perché suoni di fronte a gente che non ti conosce, ed è quindi in genere più curiosa di scoprirti. Nel 2007 abbiamo suonato quasi solo in Inghilterra, mentre quest’anno siamo tornati in Germania, Svizzera, Austria, Francia insomma nell’Europa continentale dove abbiamo sempre avuto un’ottima accoglienza, e questo è stato sicuramente il tour più appagante (e più lungo!) che abbiamo mai fatto”.
 
I vostri dischi hanno un suono molto anglosassone, il vostro sound strizza l’occhio alla tradizione  punk/new/no wave ma anche a certo funky. Quali sono i gruppi che vi hanno ispirato maggiormente?
Jacopo:
“Siamo cambiati molto, nel corso del tempo. Quando abbiamo cominciato le cose che ci influenzavano più direttamente (anche per coinvolgimento personale nella “scena” punk hardcore DIY), erano i gruppi e le idee di etichette come Dischord (Q And Not U su tutti) e Kill Rock Stars, anche se forse più a livello di etica e di estetica che di suono.
Oggi siamo più aperti e influenzati da cose molto diverse tra loro: sicuramente il post punk ma anche hip hop, dub, minimal techno, afrobeat, tropicalismo… ma probabilmente quello che ci coinvolge di più è il kraut rock degli anni ’70, con gruppi come Can, Faust, Neu!, Harmonia.
Tra le altre cose, direi This Heat, Silver Apples, Arthur Russell, Spacemen 3.
Delle cose che escono adesso sentiamo affinità con Deerhunter, Caribou, No Age, il dubstep, Animal Collective/Panda Bear… quindi insomma oggi come oggi più America che Inghilterra, dai”.
 
"What's Wrong With You People" e "Things To Do Today", 2 dischi  firmati Disco Drive ma 2 dischi anche diversi. Come è stato passare dalla collaborazione con Max Casacci dei Subosonica a Steve Revitte, che differenza c’è fra i due dischi?
Jacopo:
“anch’ io penso che i due album siano diversi tra loro, ed è stato molto diverso anche l’approccio in fase di scrittura. Dopo “What’s wrong with you, people?”, prima vera esperienza in studio, con “Things to do today” ci siamo sentiti più sicuri, e infatti l’abbiamo prodotto da noi sperimentando nuovi strumenti, arrangiamenti e soluzioni che non avevamo mai provato prima.

Anche il lavoro di Casacci e Steve Revitte è stato diametralmente opposto. Max era intervenuto in fase di pre-produzione, aiutandoci a perfezionare gli arrangiamenti e facendoci capire quanto sia importante il lavoro di semplificazione nello scrivere musica. Steve Revitte invece è intervenuto nella fase di mixaggio. In entrambi i casi quindi il grosso del lavoro e della responsabilità ce le siamo prese sulle nostre spalle. Ma è utile avere un orecchio esterno che intervenga in qualche fase della lavorazione del disco”.
 
Il punk funk, come fenomeno di tendenza in cui eravate stati inseriti d’ufficio sembra essere ormai compromesso, dove sta andando il suono dei Disco Drive?
Jacopo:
“Be’ credo che già “Things to do today” sia lontano dal funk/punk in cui siamo stati spesso incasellati. E oggi siamo ancora più lontani. Le nostre ultime evoluzioni sono sicuramente in chiave più psichedelico/sperimentale, come testimoniano le nostre infinite jam e improvvisazioni dal vivo. Del resto è per noi fondamentale cercare di evolversi, di andare sempre oltre se stessi, di non fossilizzarsi su ciò che hai già fatto ma cercare nuove strade, che possano stimolarti di più e meglio. Nel momento in cui dovessimo accorgerci che ci stiamo ripetendo, saremmo finiti.”
 
La scena torinese ha una grande tradizione punk, basta pensare a gruppi come Frammenti e Arturo, ma nell’ultimo decennio ha dato alla luce anche a una serie di gruppi che hanno avuto un enorme successo non solo in Italia ma anche all’estero, Linea 77 e Subsonica su tutti, voi dove vi inserite?
Jacopo: “Non sentiamo particolare attinenza con nessuna delle due, temo. Certo, siamo cresciuti nella scena hardcore e i Frammenti, per dire, sono stati per me un gruppo fondamentale (tra l’altro dividiamo anche la sala prove) ma ultimamente siamo abbastanza fuori da quel giro e comunque con il fatto che l’unico torinese sono io (Alessio è abruzzese, ha vissuto qui per anni ma adesso sta a Londra, Matteo è di Imperia ma vive a Bologna), oggi il legame con Torino è più flebile che mai…”
 
Cosa ne pensi della nuova scena italiana: nuovi gruppi, nuove etichette, qualcosa si muove? Quali sono i vostri gruppi tricolore preferiti?
Jacopo: “Qualcosa si muove, certo. Ma la scena italiana ha il difetto di non essere una scena, appunto. Manca la collaborazione tra i gruppi, gli stimoli reciproci e il supporto che una scena nel vero senso della parola dovrebbe creare.
Di gruppi che ci piacciono ce ne sono ovviamente molti, per tornare su Torino sono davvero ottimi i Movie Star Junkies e i Drink To Me con cui tra l’altro suoniamo insieme appena si può. A Bologna invece ottimi gli A Classic Education e i già super-hype My Awesome Mixtape.

Ma ci piacciono anche gruppi più “affermati”, anche molto diversi tra loro: Perturbazione, Amari, Mojomatics, Jennifer Gentle, Bugo, Settlefish, Uochi Tochi…
Purtroppo quello che manca è proprio il senso di coesione e di condivisione di una vera scena, che è il cemento che unisce esperienze musicalmente anche molto diverse, come è successo nelle “Scene” con la S maiuscola. Speriamo che anche qui si riesca a mettere da parte l’invidia e gli egoismi per creare qualcosa di simile!”.
 
Uno dei prossimi concerti in programma è l’esibizione prevista a giugno al Mi Ami, cosa ne pensate di questo festival?
Jacopo:
“Potrebbe essere una delle basi da cui partire per creare quel clima di cui dicevo prima. Ma essendo io per natura abbastanza pessimista non ci spero troppo. E’ comunque un’ottima iniziativa e fa anche grandi numeri, che in Italia è un traguardo mica da poco. Tra l’altro noi suonammo alla prima edizione, nel 2005 e da allora non ci siamo più stati perché capitavano sempre altri concerti, quindi siamo curiosi di tornarci e vedere quanto e come è cresciuto”.

 Prossimi progetti? Il prossimo disco a quando?
Jacopo: “Prima di quanto si potrebbe pensare, siamo già al lavoro, in fase di scrittura. Abbiamo tante idee, chissà dove andremo a finire!! Speriamo di registrare in autunno per far uscire l’album all’inizio del 2009”.
 
Marco Miranda
(06/06/08)
 
 TUTTO SU DISCO DRIVE

2007
Things To Do Today

2005
What's Wrong With you People?
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