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TWEAKER |
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L'ALTERNATIVO TINTO DI GOTICO DI TWEAKER |
Quando le cose belle si esauriscono vuol dire che è finita. Chris Vrenna, ex batterista dei Nine Inch Nails, questo lo sa bene, e infatti ha mollato il gruppo quando il successo era all’apice e dopo aver vinto di tutto con i NIN. Ma Chris non rimpiange affatto quel periodo. Perché la sua fortuna è continuata, ancora più grande se possibile.
Chris Vrenna, che si fa chiamare Tweaker, è diventato infatti produttore (il disco vincitore del grammy degli Smashing Pumpkins “The End Is The Beginning IS The End”, Hole, Wallflowers, Marilyn Manson, per citare solo alcuni fra i tanti) e autore di remix di successo (tra questi, citiamo “Elevation” degli U2, “Turn Off The Light” di Nelly Furtado. Ha fatto colonne sonore (“A.I.”, “Area 51” e “Enter The Matrix”) Di più. Ora fa la sua musica. Confermandosi uno dei padri guida della musica alternativa e dell’ambient d’autore. Una musica cupa ma non negativa. Una musica che indaga i meandri oscuri e nascosti dell’inconscio, e che riesce a risvegliare sensazioni ancestrali, più che emozioni evidenti e semplici.
Gotico. Ma non facile. Si sente che Tweaker attinge al mondo delle percezioni vibranti dell’irrazionale, e non prova nemmeno a razionalizzarlo. Sonorità sotterranee, pesanti come la terra bagnata d’autunno ma piacevolmente profumate di aromi allettanti.
In “The Attraction To All Things Uncertain”, primo disco del 2001, Tweaker si circonda di cantanti che lasciano a bocca aperta: David Sylvian, Will Oldham, Craig Wedren. E il risultato è strepitoso.
In “2 AM Wakeup Call”, nuovo lavoro di Vrenna, si aggiunge addirittura il nome di un “certo” Robert Smith, carismatico frontman dei Cure.
Ora si serpeggia nelle anse dell’insonnia, di tutto quello che rovina le notti o tiene lontano il sonno. Un disco scuro come la notte e umido come l’aria della notte. Che noi non abbiamo ignorato. E abbiamo voluto parlarne con lo stesso Tweaker.
Come prima cosa una curiosità. Da dove viene questo soprannome, Tweaker? (letteralmente significa colui che pizzicotta) E’ un soprannome che mi porto dietro da tanto tempo, e che rispecchia il mio modo di fare musica – o almeno di provarci (ride). Quando sono a casa o in studio, io provo, provo, smanetto di qua, strimpello di là, e a forza di provare le mie musiche prendono forma. Sono i tentativi che poi in un crescendo diventano melodia. E Tweaker viene da lì.
Non fai mistero di essere un fan di Joe Sorren, l’artista che si è occupato di entrambe le copertine dei tuoi cd. Come lo hai scoperto? Un giorno stavo visitando una galleria di New York e ho visto alcuni dei suoi dipinti. Sono surreali, e tratteggiano in modo infantile e giocoso delle grandi verità. Contraddizioni che mi hanno attratto da subito. E spero che “Adaptation”, la cover di “2 AM Wakeup Call”, svolga bene questa funzione. Per me cattura il mood alla perfezione.
Ma la tua è più un’attrazione estetica ai suoi lavori o lo apprezzi in quanto esprime concetti e sensazioni in cui tu ti ritrovi? Indubbiamente quello che ti colpisce al primo istante è il modo in cui Sorren raffigura la realtà. Poi però li guardi meglio e pensi. Pensi a cosa significano. E ti rendi conto che lui ti fa visivamente vedere dei momenti particolari della vita quotidiana o delle sensazioni profonde nel tuo inconscio, e lo fa con colori e contorni che stridono col significato che vogliono esprimere. In questo modo sei incentivato a riflettere, perché anche le cose meno piacevoli ti vengono presentate sotto una luce accattivante, e non repellente.
“2 AM Wakeup Call” è un concept album, con tema l’insonnia. Come mai hai scelto di trattare un argomento simile? Tutta colpa di mia moglie. Ha fatto un periodo in cui soffriva di insonnia, ma lo strano è che tutte le notti alle 2 in punto si svegliava. Non ci volevo credere, ma incredibilmente tutte le notti si svegliava a quell’ora, non importa se andasse a letto presto o tardi. E così mi svegliavo anche io, per tenerle compagnia e per tranquillizzarla dagli incubi, ed ho iniziato a stare sveglio fino alla mattina presto. Mi alzavo, e andavo a comporre musica, a provare a buttar giù qualcosa. E mi sono accorto che erano ore proficue, in cui riuscivo a lavorare bene. Da qui il titolo del disco: “2 AM Wakeup Call”. E’ l’ora in cui mi svegliavo, ma anche l’ora in cui sentivo questo specie di richiamo a fare musica, un po’ come i licantropi con la luna.
Questo disco è fortemente incentrato sulle liriche, che ispessiscono l’atmosfera delle tue musiche. Quello che mi ha colpito è che hai scelto più vocalist per le parti cantate, e non solo uno. Perché? Perché volevo fare una specie di compendio dell’insonnia, e non una singola esperienza in musica. Ciascuno dei cantanti che hanno collaborato con me hanno qualcosa di particolare, che mi affascina, e non sarei mai stato in grado di sceglierne uno solo. Li ho contattati ed ho detto loro: cosa vi tiene svegli la notte? Ed ognuno ha risposto componendo le liriche del suo pezzo. Così il disco è fatto dalle mie domande e dalle loro risposte, la mia musica che dà l’atmosfera e le loro parole che danno a questa un certo significato.
C’è una canzone che senti particolarmente vicina tra tutte queste? Non c’è una canzone che preferisco sopra tutte le altre, perché tutte rappresentano buoni motivi per perdere il sonno, e sono tutti motivi che chiunque ha provato o proverà prima o poi nella vita. Però ce ne è una di cui vado particolarmente fiero: “Truth Is”. E questo perché sono riuscito a far collaborare con me uno dei miei idoli, nonché una delle personalità più di spicco del mondo della musica: Robert Smith (il cantante dei The Cure).
So che oltre a fare musica, tu ti occupi anche di remix di altri pezzi e di produrre musica. Sono attività diverse fra loro, lo so, ma cos’è che ti dà più soddisfazione? Hai detto bene, sono attività diverse fra loro, ma tutte riconducibili allo stesso concetto di base: esprimersi e lasciare un segno del proprio passaggio. C’è chi lo fa cantando, chi lo fa suonando, chi scoprendo cantanti o credendo in loro, chi invece lo fa personalizzando un pezzo di un altro. Io provo tutto. E tutto mi piace. Anche se è inutile negarlo, fare un proprio disco è una bella soddisfazione e ti permette di far entrare chi ti ascolta in diretto contatto col tuo modo di essere e di pensare. “The Attraction To All Things Uncertain” e “2 AM Wakeup Call” sono perciò tra i miei omenti artistici più significativi, anche se non sottovaluto l’esperienza coi Nine Inch Nails o la mia attività di produttore.
A proposito di Nine Inch Nails, che ricordi hai di quel periodo della tua vita? Hai ancora rapporti con i tuoi vecchi compagni? E’ stato un periodo speciale, perché mi ha dato la fama per quello che facevo: suonare. E questo non capita tutti i giorni. Ricordo con particolare affetto ed orgoglio quando abbiamo vinto il Grammy, e quando abbiamo fatto il tour con David Bowie. Mi sono divertito, ma poi è finita lì. Avevo bisogno di camminare con le mie gambe, e fare quello che mi sentivo di fare. Non sento più nessuno di loro, ma non significa che ci sia stato un addio sofferto e rabbioso tra noi, come invece tanti hanno scritto; semplicemente ora percorriamo sentieri diversi.
Foto by: bettycobb.com Elisa Bellintani
5 luglio 2004 |
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