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THE HIVES |
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THE HIVES - ROCK & ROLL STYLE |
Puristi, non storcete il naso: ”The Black And White Album” è un lavoro degli The Hives a tutti gli effetti, solo più aperto e contaminato, ecco tutto. Il fatto è che ormai sembra che il mondo vada stretto ai 5 ragazzi di Fagersta perché – semplicemente - non si pongono più limiti. Collaborano con Timbaland, con Pharrell e non si preoccupano di chi li giudica. La loro (scherzosa) ambizione di conquistare del mondo è qualcosa che amano non tenere nascosto, infatti allo Sziget Festival di Budapest Howlin’ Pelle Almquist continuava a chiedere al pubblico “Chi è la più grande rock and roll band del pianeta?” con fare finto spaccone e megalomane. Infine è sempre il loro inconfondibile vestiario, una continua rivisitazione del bianco e nero che li rende unici e inimitabili, un vero marchio di fabbrica il black&white made in The Hives. Questa volta la scelta è caduta su una divisa da high school, loro che tutto sembrano tranne che bravi ragazzi. Come ci racconta il chitarrista Nicholaus Almqvist, fratello di Howlin’ Pelle Almquist gli Hives, sono tornati per farci gridare ancora tanti Come On e Yeah!. Black and White Style. Avete deciso voi l’abbinamento di colori e i modelli che portate sul palco? “Sì è stata una scelta che ci piace moltissimo, perché ci fa sentire una gang o qualcosa del genere, un po’ come i drughi di Arancia Meccanica (film capolavoro di Stanley Kubrick, ndr). E’ nato tutto all’inizio degli anni 2000, sull’onda del rosso e nero dei The White Stripes”. Che divisa avete scelto per quest’album, dopo i cravattini, le bretelle e le ghette? “La gang Hives è diventata una confraternita, come un mondo chiuso ed in cui è difficile entrare ed ora vestiamo delle uniformi da high school americana”. Gli ultimi 3 anni, in giro per il mondo in tour, registrando e cercando nuove vie. Cos’è successo in questo periodo? “Abbiamo deciso di fare un altro disco, noi speriamo un altro buon disco, registrando per il mondo e con diversi produttori, per questo siamo tornati a casa cosi tanto tempo, per finire il disco con tante persone diverse”. Siete infatti stati in Mississippi per registrare l’album… come vi siete rapportati voi scandinavi ad un mondo cosi diverso dal vostro? “E’ un posto fantastico. Abbiamo registrato quasi tutto l’album da soli, con la stessa gente in studio. Tutte queste persone hanno fatto venir fuori nuove dinamiche, molto interessanti, ci siamo divertiti. Siamo stati a Miami, a Londra, nel Mississippi, a Stoccolma”. Caratterizzando l’album con una forte impronta produttiva, voi che non eravate soliti farlo. Come mai avete deciso di cambiare strada? “Abbiamo deciso di cambiare, anche perché abbiamo cambiato etichetta. Nei dischi precedenti più o meno potevamo fare piu o meno quel che volevamo, con quest’album abbiamo fatto esattamente quel che pensavamo di fare. Abbiamo sempre pensato di inserire qualche elemento nuovo, come l’hip hop ad esempio”. Che differenza c’è fra il modo di lavorare di Timbaland e quello di Pharrell? E’ successo qualcosa di particolare in studio? “Sono entrambi grossi professionisti ma lavorano in modo completamente differente. Pharrell è uno che ha un’idea e fa in modo che tutto combaci con quella in brevissimo tempo. Timbaland si è dedicato molto all’editing e ci lavora su per tantissimo tempo, curando i dettagli in maniera maniacale. Pharrell ha un approccio più orientato al rock mentre Timbaland più al hip hop”. Di tutti gli spunti e le novità che ci sono in “The Black And White Album” quali di questi pensate di utilizzare in futuro? Quali sono le nuove strade che batterete? “Non penso che ci muoveremo in qualche direzione in particolare, l’album è riuscito esattamente come volevamo. Se, appena rientreremo in studio, saremo influenzati dall’hip hop o se continueremo col rock non sarà molto diverso, suoneremo semplicemente quello che ci riesce meglio d’impatto, velocemente. Faremo, come sempre, ciò che ci entusiasma”. State trovando fortuna negli Stati Uniti, voi che venite da un piccolo paese della Svezia. Quali differenze? Come state gestendo il successo? “Mi sembra di essere in vacanza. Essere sempre in tuor, girare per il mondo, un giorno a Los Angeles un altro a New York ci dà energia, siamo molto impegnati”. Siete infatti impegnatissimi in una tournée americana coi Maroon 5, ora infatti siete a San Diego. Come vi trovate a dividere i camerini con loro? “E’ stato un grande successo, dividiamo il palco con loro e con le loro “folle” (ride, ndr). Sentivamo l’esigenza di suonare per pubblici differenti, non solo più numerosi. Ci piace il loro sound e il loro modo di fare concerti. Suoniamo assieme a loro uno o due giorni a settimana, mentre abbiamo un tour solo nostro i restanti giorni. Suonare tutti i giorni per noi è molto significativo, perchè permette a molte persone di scoprirci”. Quando verrete in Italia suonare? “Saremo in America fino a fine anno poi ci sposteremo in Europa nell’anno nuovo, ci potrete vedere a febbraio…”. (Luca Garavini) |
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