“Elect The Dead”, debutto solista di Serj Tankian (ex voce dei System Of A Down – a riposo per tempo indeterminato dopo 16 milioni di dischi venduti), è un lavoro provocatorio, ma in egual misura che viene dal profondo del cuore. “In definitiva è un album rock, in continuo movimento, alti e bassi, cambi di direzione e tempo, deprimente e brillante…” ha affermato Serj, che al nostro incontro (telefonico) esordisce con “Ciao Carlo..” prima di confidarmi che non parla italiano, sa solo poche parole perché il bassista che ha suonato nel suo disco Dan Monti è di origine napoletana. Ama il nostro Paese e tornerà in tour all’inizio del 2008 “Mi piacerebbe fare il prima possibile una vacanza in Italia, Roma, Venezia, in Toscana…sono stato con i SOAD un paio di volte a Milano (in concerto).Ci siamo divertiti molto”. Un abile alchimista del verbo, astuto autore alla ricerca di risposte, ma soprattutto constatazioni e provocazioni, che vive sulla propria pelle il corso autolesionista della società, più propensa all’eliminazione che alla salvezza. Usa i vocaboli come ‘arma bianca’ per scuotere e stimolare il dialogo. Potere alle parole. Che ruolo rivestono le liriche nel tuo processo creativo? “Sono lo specchio delle mie percezioni visive e riflessive, che metabolizzo e trasformo in contenuti, ispirato dal cinema, dalla musica, dalla Madre Terra, dall’arte…Alcune tracce di questo set sono rimaste in formato demo per diverso tempo, altre sono state concepite lo scorso anno. Un lavoro più intimo e vulnerabile, pezzi che parlano d’amore, sofferenza e political song. Le mie canzoni non vengono assimilate al primo ascolto, hanno bisogno di un assorbimento superiore. Un insieme organico generato dall’unione del testo con la musica, questa formula combinata permette una comprensione completa. Il potere delle parole è infinito”. Un esempio di questa teoria è la title track (Elect The Death) del nuovo disco “Esatto. Un brano spirituale, che parla di amore, vita e morte, forte concettualmente, di opposta vigoria da un punto di vista strumentale. Per le prossime composizioni svilupperò con maggiore attenzione il lato strumentale, percorrendo anche confini jazz…senza barriere”. Descrivi una società nebulosa, in pericolo, spinta verso il precipizio. Il prossimo anno in USA ci saranno le presidenziali, cambierà qualcosa? “Ci vuole coraggio, ma soprattutto un drastico cambiamento per tentare di fermare l’involuzione in atto da diversi anni, perpetrata da politiche sconsiderate e pericolose bugie, colpevoli dello sfruttamento selvaggio delle risorse naturali. Non c’è una connessione con il futuro. Il progresso è fuori controllo, la civilizzazione è scientificamente insostenibile. Noi stiamo tentando di rallentare questa agonia, perché ormai il concetto di preservazione è utopia”. Ma Serj, come persona, crede nel futuro? “Si, ma devo fare delle distinzioni. Ho fiducia nel genere umano e non nella civilizzazione”. Ha dei suggerimenti per un’esistenza più sostenibile? “Affrontare la vita regalando qualche sorriso in più, amando, non reprimere sul nascere la richiesta di dialogo, interagire con il prossimo…Molto semplicemente, essere più tollerabili. Un concetto facile da esprimere, complicato da attuare in una società individualista e arrivista ”.
Un progetto che offre un doppio livello di fruizione: audio-video. Perché questa decisione? “Esistono due motivi ben precisi. Il primo per moltiplicare il fattore artistico del disco, l’altro per offrire all’utente un prodotto differenziato, multi livello, che soddisfa i bisogni del fan, in un settore, quello dell’industria discografica, dove file sharing e download hanno alterato il concetto di consumo. Duplice piattaforma di espressione per divulgare la mia visione artistica. Per i video ho coinvolto degli amici, registi indie che apprezzo. Sarà un percorso molto duro e fatico, non voglio vederli finchè non saranno completati. Ho affidato ad ognuno di loro una canzone, che dovranno sviluppare visivamente. Non ho dato direttive, ho lasciato a loro assoluta libertà espressiva. Ci sarà una commistione inedita tra musica e video”.
A proposito di scelte coraggiose, come giudichi la mossa dei Radiohead di rilasciare “In Rainbow” solo on line? “Oltre ad essere una decisione coraggiosa e controtendenza, è geniale. Apre nuovi orizzonti finora mai esplorati, individuati, ma mai oltrepassati. Ammirevole l’impostazione sociale e democratica del progetto, non solo il veicolo di fruizione, ovvero la rete (Internet), ma anche la scelta di lasciare libero arbitrio all’acquirente di determinare il prezzo del disco. Penso sia la filosofia giusta da intraprendere, la miglior soluzione per uscire da una crisi di sistema, che sta minando la musica”. Domanda scontata ma legittima. Cosa ti aspetti da “Elect The Dead”? “Con questo disco mi faccio carico completo del successo o del fallimento. Mi ha permesso di capire che la mia vita è straordinaria e che sto trasformando molti dei miei sogni in realtà”. Carlo Cassani |