Classe ’68, come i milioni di dischi venduti nel globo. Litri di profumo, dato che la classe non è acqua, concentrati in un metro e 52 centimetri. Vent’anni di carriera, altalenante eppure invidiabile. Non stiamo dando i numeri, ma semplicemente introducendo Kylie Minogue, la diva australiana per antonomasia (non ce ne vogliano le compaesane Nicole Kidman e Natalie Imbruglia). “X”, il decimo album uscito lo scorso 23 novembre, riapre la sua autobiografia musicale con un capitolo forse poco elettrizzante ma comunque essenziale, scritto insieme ad un parterre di autori e produttori firmatari di molteplici successi planetari. Qualche nome? Guy Chambers (Robbie Williams), la premiata ditta Bloodshy & Avant (Britney Spears, Madonna), Richard Stannard (Spice Girls) e, soprattutto, Calvin Harris, ex-commesso di supermarket e novello genietto dell’elettronica. La prima pagina di “X” è affidata a quel gioiellino di 2 Hearts, tormentone pop-rock tradotto in video dal regista Dawn Shadforth in un collage tutto lattex, piume, teschi e pailettes. Una fanfara sensuale dove la nostra Kylie, bionda e luccicosa, fa il verso ad una Marilyn Monroe estrema e glam. Lady Minogue, però, non ha certo bisogno di emulare nessuno. Il suo essere a stretto contatto con la moda, complice un gusto raffinato e forti amicizie nel giro, l’ha fatta entrare di diritto tra le icone di stile da seguire, osservare e copiare fino all’ultimo dettaglio. Scene di delirio pubblico, infatti, si sono verificate quest’estate all’uscita della linea-mare Kylie Loves H&M, ispirata proprio alla piccola star e proposta dal colosso svedese del fashion low-cost con il fiuto stellare (vedi alla voce Madonna). Kylie non è stata musa solo per H&M, ma anche di un’intera mostra dedicata al suo look. “Kylie – The Exhibition”, dopo Londra e Manchester, è arrivata lo scorso ottobre al Kelvingrove Museum and Art Gallery di Glasgow in Scozia e, complici ben 600 costumi e accessori appartenuti alla Minogue, traccia un lungo percorso evolutivo del suo fashion-taste. Dalla salopette indossata in “Neighbours”, la soap dove recitava negli anni ‘80, passando per gli hot-pants di Spinning Around e la jumpsuit bianca simbolo di Can’t Get You Out Of My Head, fino ad arrivare alle creazioni cucite apposta per lei da Dolce & Gabbana e John Galliano. Non lasciamoci distrarre dal tintinnare dei registratori di cassa e degli appendiabiti sugli stand, però, e torniamo a ben altra musica. Kylie ha deciso di accompagnare il nuovo disco con il doppio-dvd “White Diamond”, contenente il trionfale concerto tratto dello “Showgirl Homecoming Tour”, tenutosi a Melbourne nel dicembre del 2006. Ore di intrattenimento puro, tra costumi sfavillanti, le hit di sempre e il pubblico in visibilio, con immagini che celebrano il ritorno dell’artista alla vita sul palcoscenico e a quella vera e propria, trasformando il documentario diretto da William Baker in un percorso intimo nel profondo di se stessa. Kylie, reduce da un terribile tumore al seno, si mostra nel backstage del live e nella sua preparazione senza maschere, affrontando in prima persona la malattia e la sua sconfitta, il tornare a respirare dopo un lungo calvario, ma anche le preoccupazioni e le ansie per uno show tanto atteso da milioni e milioni di fans accaniti. Momenti di panico per questi ultimi quando il Daily Mail ha riportato che, sotto consiglio dei medici, la loro beniamina avrebbe dovuto cancellare ogni ipotetica performance futura per salvaguardare la sua salute. Fortunatamente Kylie ha smentito la notizia, dichiarando di sentirsi benissimo e facendo espressa richiesta di scuse ufficiali da parte del giornale. Nel frattempo, qualora volessero ricevere le ultime news (stavolta vere) e accaparrarsi immagini e contenuti musicali esclusivi, gli ammiratori potranno accedere, attraverso computer e cellulari, a KylieKonnect.com, la piattaforma di social network creata dalla Minogue apposta per loro. Una sorta di community targata Kylie, dove scambiare opinioni, gioie e dolori sulla reginetta del pop che speriamo torni dal vivo più in forma che mai. In bocca al lupo signorina, e arrivederci al prossimo capitolo. (Vyncent Valo)
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