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THE (INTERNATIONAL) NOISE CONSPIRACY |
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THE (INTERNATIONAL) NOISE CONSPIRACY ... PUNK-ROCK POLITICO DAL NORD |
Dalla Svezia con rumore. E con clamore. Non ci può essere miglior descrizione per i The (International) Noise Conspiracy, gruppo particolarissimo che fa una musica che definire punk sarebbe altamente riduttivo.
“The” perché loro si vogliono distinguere dai soliti gruppi rock. “(International)” (sì sì, proprio con la parentesi) perché l’idea di lotta e resistenza va al di fuori dei confini del proprio luogo, ed interessa tutti in tutto il mondo indifferentemente. “Noise” perché il suono sovversivo vuole mangiarsi in un solo boccone i timidi ed orecchiabilissimi motivetti pop e tutta la cultura dell’immagine e dell’apparire al pop legata. “Conspiracy” perché lo scopo è quello di attaccare in gran segreto la cultura che dalle alte sfere del potere ci propinano.
Tanta filosofia per giustificare una musica sovversiva fin nel midollo, che si può provare ad incasellare come ibrido di garage rock, soul degli anni ’60 e punk degli anni ’70, con in più un messaggio sociale da portare avanti: ribellatevi. Ribellatevi a tutti gli schemi che vi ingabbiano, ribellatevi a tutte le etichette che vi attaccano, ribellatevi allo standard che vi passano come cultura di massa. Ribellatevi ai suoni già sentiti. Disobbedite, disobbedienti internazionali.
I The (International) Noise Conspiracy nascono nel 1998, e sono in cinque, cinque ragazzi svedesi con background artistici diversi. Ma tutti con la stessa missione: resistere! Resistere! Resistere! Ovviamente al potere e al capitalismo. Perché secondo loro il rock perfetto sarebbe la commistione armoniosa di Elvis Presley e di Che Guevara. Uhmm. L’avventura parte in tre, i tre enfants térribles del punk rock svedese: Dennis Lyxzen (lead vocalist, orfano degli autoimplosi hardcore Refused), Lars Stromberg (che suona la chitarra tuttora coi Separation) e il bassista Inge Johansson (che suona ad oggi con la art-noiseband Female Anchor Of Sade). I tre sono amici, e condividono il progetto di politicizzare la musica, perché suonare è bello, ma suonare con significato è meglio.
Ai tre si aggiungono poi due elementi che provengono da un’altra rockband a sfondo politico, i Saidwas: Sara Almgren (chitarra+organo, già militante nei Doughnuts) e Ludwig Dahlberg (batteria).
Nel 1999 i cinque si chiudono in studio e registrano le 12 canzoni che confluiranno nell’album di esordio, “The First Conspiracy”. Il disco esce per ben 4 etichette indipendenti, tra le quali anche la Black Mask Collective del gruppo. Il disco funziona subito bene, perché al di là del messaggio politico sottostante l’energia punk-rock è innegabile. E trascina.
E i T(I)NC trascinano come opening act ai concerti di The Hives e Sunshine, e trionfano in radio nonché su canali mainstream come MTV.
I cinque intanto si mantengono occupati con tanti side-projects alla realtà dei The (International) Noise Conspiracy, ma nel 2000 fanno uscire il secondo album, “Survival Sickness”, per la Burning Heart Records.
Nel frattempo l’etichetta punk americana Epitaph li mette sotto contratto per lanciarli negli Stati Uniti; il primo disco esce in terra americana a fine 2001, periodo non proprio ideale per parlare di capitalismo, potere e politica deviante, data l’aura di emotività sacra dell’11 Settembre. E infatti il disco passa sotto silenzio.
Ma i T(I)NC vanno avanti a fare la loro musica, convinti che ci sia del marcio da curare e che la musica sia un ottimo canale di denuncia sociale.
Nel 2001 esce “A New Morning, Changing Weather”, terzo album per i T(I)NC; appare chiaro che il fenomeno non è destinato a smorzarsi. Anche perché va detto che questo gruppo non sfrutta la facile scia della disobbedienza no-global per vendere dischi, bensì mette in chiaro di avere delle idee ma non dei dogmi da proporre. I nemici ci sono, vanno individuati, messi uno ad uno contro il muro e presi di mira con sferzate punk. Ma se i nemici ci sono la risposta non c’è.
I T(I)NC vogliono solo fare la colonna sonora di chi non ci sta a piegarsi al volere di chi comanda. E non sa come incanalare l’energia che gli scorre nelle vene.
Ora una risposta c’è: “Armed Love”. Con un titolo che promette scintille (l’amore armato, già potete ben immaginare a chi è rivolto …), ecco il nuovo album dei The (International) Noise Conspiracy. Ribelle e di spessore. Adrenalinico e devastante. Da provare se ancora non l’avete provato, perché una volta che vi entra in circolo è fatta.
Elisa Bellintani
23 giugno 2004 |
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TUTTO SU THE (INTERNATIONAL) NOISE CONSPIRACY |
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 2004 Armed Love | | |  2001 A New Morning, Changing Weather | | |  2000 Survival Sickness | | |  1999 The First Conspiracy | | |
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