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AMY WINEHOUSE |
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AMY WINEHOUSE - CONCERTI A CONFRONTO |
Amy Winehouse, questa "conosciuta". Si è fatto un gran parlare di lei, sin dal debutto con “Frank”, disco raffinato e dalle tinte jazz-soul, che l’ha subito posta come una delle artiste più promettenti della scena musicale inglese. Poi con “Black To Black” la consacrazione mondiale, segnata dal singolo Rehab che ben disegnava la forte e contraddittoria personalità di questa star. Stella che però rischia di spegnersi da un momento all’altro o che così vuol far credere. Crisi depressive, relazioni turbolente con il marito Blake-Fielder Civil e col binomio alcol/droga, concerti annullati e performance stucchevoli. Le ultime tappe del tour ne sono la prova eclatante: pessima prova in Germania, speranzosa quella italiana. Ecco i due live a confronto:
24 ottobre 2007, Muffathalle, Monaco di Baviera L’inizio dello show in colpevole ritardo è un vezzo che ogni signora potrebbe concedersi con estrema disinvoltura, a patto di ripagare l’attesa di chi la reclama con altrettanta energia e vitalità. Amy Winehouse sale on stage scortata da una band di 9 elementi, oltre alla sezione base chitarra/basso/batteria, infatti, la scena è nelle mani di un tris di fiati e di due coristi incaricati di fornire allo show il giusto apporto di energia e vivacità R’n’B. Apporto cui la distaccata Amy non ha alcuna intenzione di contribuire se non concedendo qualche svogliato cenno al pubblico, intenta com’è a sorseggiare il fedele cocktail che rimane a portata di mano per tutto il concerto (e come per magia non si esaurisce mai). Amy Winehouse offre un’ora di note avvolgenti con il distacco di un juke-box. Una voce matura al servizio di un’artista che matura ancora non è. Una nota di merito spetta all’opening act della serata, Missincat. Attraverso un linguaggio elegante, la milanese Caterina Barbieri presenta alla platea tedesca un progetto solista che guarda alla dolcezza del folk alternativo americano e lo ricopre di fascino europeo sviluppando forme di intimismo cantautoriale dense di poesia e femminilità. 26 ottobre, Alcatraz, MilanoDavanti ad una scenografia ad effetto, con tende rosso sangue e abat-jour a ricreare un’amosfera intima da club, Amy Winehouse stupisce e stavolta in positivo. Solo 15 minuti di ritardo e scaletta eseguita fino all’ultimo bis. Sorprendentemente sobria, almeno per ¾ del concerto, incanta il pubblico intonando (quasi) alla perfezione tutte le canzoni di “Black To Black”, più un paio di cover eccellenti come Cupid di Sam Cook e Valerie degli Zutons, mantenendo ritmo e capacità interpretativa. Merito di cotanto successo spetta di sicuro anche alla band affiatata e ai due coristi ineccepibili, sia come intonazione che come ballerini. Tante le fughe dal palco della nuova diva dai capelli improbabili: ansia da prestazione o momenti in cui riprendere semplicemente fiato e concentrazione? Non lo sapremo mai, anche se il fatto che ritornasse con un bicchiere sempre colmo (di cosa non ci è dato sapere) ci fa immaginare qualcosa. Show di breve durata ma di grande intensità, con la speranza che la promessa di concedersi meno all’alcol e più alla musica sia mantenuta e dia i suoi deliziosi frutti. |
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 2006 BACK TO BLACK | | |  2003 FRANK | | |
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