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MATTAFIX |
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MATTAFIX - SORRIDETE MA PENSATE! |
Una panoramica di bambini africani sofferenti, il capello biondo rasato e la voce eccezionale di Marlon sono le istantanee che rimangono impresse nel vedere il nuovo video dei Mattafix, Living Darfur, tratto dal loro secondo lavoro “Rhythms & Hymns”. Le tematiche sociali e la ricerca dell’alchimia sonora giusta (un crogiolo di riferimenti pop, rock, soul e world) sono i fili conduttori del secondo capitolo del duo composto da Marlon Roudette e da Preteesh Hirji, con l’obiettivo dichiarato di innalzarsi al ruolo di protagonisti, nobili e impegnati interpreti della musica contemporanea. Da queste premesse i Mattafix cercano di comunicare, nel corso dell’intervista presso la casa discografica, un messaggio vitale: sorridi e rifletti, nel modo più diretto possibile cercano di veicolare lo spirito critico in chi, di questi tempi, per non pensare al mondo, pensa solo a sé stesso. Bentornati in Italia, ragazzi. Da dove venite, da Londra? “Mmm. Si veniamo da Londra ma siamo stati un po’ ovunque, ultimamente. Si eravamo a Londra per finire l’album”. L’ho appena ascoltato, ed ho visto il video di Living Darfur. Davvero toccante. Come mai la decisione di trattare un tema così scottante e poco mediatizzato? “Proprio perché di tragedie come queste nessuno parla mai. Volevamo fare con quel pezzo una dichiarazione forte, perché spesso nella musica pop non si parla di realtà. L’opportunità è avvenuta grazie a Jasun McCue di Crisis Action, ed era una possibilità che non potevamo di certo mancare. Alla fine di tutto una canzone ha un valore speciale, più dei dischi venduti, più dei concerti. Siamo cresciuti molto grazie a quest’iniziativa. E’ stata pubblicata il 16 settembre in onore del Global Day for Darfur”. Vi aspettate che Mtv e le altre televisioni musicali lo passino? Secondo voi piacerà? “Secondo noi sì. Ma non è soltanto una questione di passaggi televisivi, nemmeno di visibilità. Portare questo tema con leggerezza in un mondo come quello di Mtv è un successo,proprio perché succedono cose nel mondo di cui non si parla molto”. Avete qualche collaboratore o produttore che ha contribuito maggiormente alla riuscita dell’album? “E’ stato faticosissimo perché è siamo stati su tutti i pezzi con un’intensità ed un’energia incredibile. Quest’energia è stata trasmessa a tutti, dai nostri collaboratori alla casa discografica, anche al nostro manager. Perchè avevamo un messaggio da comunicare quando è chiaro il messaggio e la comunicazione”. Cos’è successo in questi due anni fra il primo album e questo? “Abbiamo cercato di migliorare ciò che facciamo. Nel primo album stavamo cercando la nostra strada, è meravigliosamente naive, siamo stati moltissimo in giro abbiamo parlato con un sacco di persone, abbiamo investigato molto e fatto contatti con grandi musicisti. Tutto è finito in “Rithms & Hymns”. Una grossa somiglianza fra il nostro lavoro e il tuo. Qual è la più grossa differenza fra quest’album e quello vecchio, musicalmente parlando. “I tape. 4 tape su cui abbiamo registrato gran parte del lavoro (ridono, ndr) In realtà la più grossa differenza fra i due è che questo è registrato più dal vivo, come ad esempio la batteria, le tastiere, le base. Angel è completamente dal vivo. Il processo di registrazione è durato sei mesi , ma di fatto per creare quest’album ci sono voluti due anni.Stiamo iniziando il terzo ora”. Si legge su alcune interviste che considerate la vostra musica come laid back, come rilassante. Come comunicate questo pensiero? “Semplicemente essendo così. Veniamo da una citta enorme dove la gente non è esattamente laid back, in realtà è frantic (frenetica, ndr). E’ difficile in queste condizioni proporre questa musica, quindi cerchiamo di portare i significati positivi della parola. Abbiamo provato a fare cose uptempo, rispettiamo chi le fa, ma non fa per noi (ride, ndr)”. Il messaggio che lanciate potrebbe essere sorridete… ma pensate. “Esattamente”. Cosa ne pensate dello stile di vita che conducete, vi sentite delle star anche in quello? “Sinceramente non mi piace dormire di giorno e vivere la notte, anche se quando siamo in tour si vive parecchio, con feste e tutto cio che gira attorno ad un mondo come il nostro”. Voi che vivete a Londra sentirete parlare spesso di notizie su cosa hanno o non hanno Amy Winehouse e Pete Doherty. Parlacene per il loro lato artistico. “Hanno avuto e hanno tuttora problemi evidenti per via di alcuni eccessi ma sono due talenti naturali. Io in particolare apprezzo i brani del primo album dei Libertines, dove si sente forte la creatività di Pete”. Luca Garavini |
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