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JAMES BLUNT |
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JAMES BLUNT - ANIME SMARRITE |
"All The Lost Souls", l'attesissimo secondo album dell’ex ufficiale dell’esercito britannico, arriva a 3 anni da "Back To Bedlam", il secondo disco più venduto del decennio. Il CD è stato registrato e mixato a Los Angeles con il produttore Tom Rothrock, che aveva collaborato con Blunt per il suo esordio discografico. Il set contiene diverse canzoni che il pubblico del cantautore inglese aveva già avuto modo di apprezzare durante i concerti in supporto di "Back To Bedlam" del 2006 tra cui 1973, I Really Want You, Same Mistake e Annie. Tutti I brani di "All The Lost Souls" vedono la partecipazione della band che fin dall'inizio ha sempre accompagnato James: il tastierista Paul Beard, il chitarrista Ben Castle, il bassista Malcolm Moore e il batterista Karl Brazil. Un impegno molto importante per l’artista d’oltre Manica, che deve dare una risposta concreta al riconoscimento ricevuto a livello internazionale e consolidare il suo valore artistico. Parlando del making of di “All The Lost Souls” ha dichiarato "Non ho assolutamente sentito alcuna pressione. Avendo venduto oltre 11 milioni di dischi, so che le possibilità di ripetermi sono minime. Quindi, invece di prefiggermi quello come meta, ho deciso di fare qualcosa che mi divertisse fare, un disco che mi rendesse davvero felice. In un certo senso, è stata una liberazione. Questo album mette in luce la mia crescita come compositore e come musicista, mostra quanto io sia maturato come persona e in un certo senso documenta questi sviluppi". Tutto comincia nel 2002 quando decide di lasciare le forze armate di sua Maestà per intraprendere la carriera musicale. La pubblicazione nell'ottobre 2004 di "Back To Bedlam" segnò l'inizio di una storia davvero notevole. Grazie alle sue canzoni avvincenti, alla sua voce affascinante e ad una presenza carismatica, James si costruì un seguito di appassionati che diventava sempre più esteso dopo il passaparola di coloro che avevano la fortuna di vederlo su un palcoscenico. In divisa Blunt aveva operato nella forza Nato dispiegata in Kosovo per sei mesi nel 1999, dove è tornato per girare un documentario. “Volevo rivedere i luoghi dove ho trascorso sei mesi della mia esistenza, ho investito energia e vita per degli ideali. E’ stato fantastico ritornare e osservare i progressi compiuti in questi anni, ma anche ricordare momenti tristi. Eventi che avranno ripercussioni sulle generazioni a venire…” ha dichiarato James. Con il suo primo disco Blunt ha scalato le classifiche di tutto il mondo (Numero Uno in 16 paesi ), passando da musicista sconosciuto a superstar internazionale. L'album restò al Numero Uno della chart UK per nove settimane mentre You're Beautiful restò in cima a quella dei singoli per cinque. Nel 2005, James divenne l'artista che vendette di più nel Regno Unito, aggiudicandosi due prestigiosi BRIT Award. Non solo l’Europa, un artista britannico alla conquista dell’America. Negli Stati Uniti, "Back To Bedlam" ricevette il Doppio Disco di Platino mentre lui si aggiudicò ben cinque nomination ai Grammy e due MTV VMA Award. Ma ora lasciamo il passato per concentrarsi sul presente, la base per un futuro di riconferme a partire dal primo brano estratto dall’album. 1973 è un tributo musicale all’edonistica vita notturna di Ibiza. Il titolo della canzone è un riferimento temporale ben preciso: 1973 è l’anno di apertura del Pacha, uno dei locali più famosi di Ibiza. “Nel 2006 ho trascorso parecchio tempo su quell’isola delle Baleari. Il pezzo parla del periodo che ho vissuto con i miei amici, una celebrazione di quella fase con un senso di nostalgia” ha detto Blunt spiegando la traccia. L’artista utilizza la sua casa a Ibiza come rifugio, luogo di fuga dal music business. “Il posto ideale dove ricercare la profondità e la ricchezza dei sentimenti” ha confessato il cantante “La miglior meta per scappare dalla noia della quotidianità. Non fuggire dall’Inghilterra, ma trovare la perfetta ispirazione per scrivere in un ambiente sereno senza rumore, un elemento destabilizzante, che rende più arduo il songwriting…”. “Un equilibrio interiore che ha costruito un rapporto confidenziale con il mio lato di compositore. Un maggiore affiatamento percepito anche in studio con i ragazzi della band, per un lavoro più ricercato…”. Uno degli aspetti sviluppati in questo album è la sua nuova immagine pubblica. Blunt negli ultimi tre anni è finito spesso sulle pagine dei Tabloid, e il suo cinismo nei confronti di come la stampa lo descrive al pubblico rimane inalterato. “Quella sui magazine è la realtà percepita. Sull’intrattenimento c’è molta enfasi. Sono un essere umano in primo luogo ed essere un musicista è il mio lavoro”. “Ci sono diverse canzoni che parlano di questi ultimi tre anni e mezzo. Sono passato attraverso queste esperienze come persona normale, quindi i brani sono elaborati da una prospettiva molto umana”. “ ‘All The Lost Souls’ è una raccolta onesta di pensieri, emozioni ed esperienze. Il disco parla delle cose che ci uniscono, non che ci separano. Parla d’amore, di sicurezza…un viaggio attraverso la vita, con il tentativo di capire perché siamo qui. Amo la vita. Mi diverte. Ma in eguale misura mi spaventa. Musicalmente ho tratto ispirazioni da grandi artisti degli anni ’70: Fleetwood Mac, Don McLean, Elton John e un pizzico di Bowie…” ha concluso Blunt. (Carlo Cassani) |
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 2007 All The Lost Souls | | |  2005 Back To Bedlam | | |
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