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MANU CHAO |
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MANU CHAO - NON ESISTE LA RIVOLUZIONE PERFETTA |
Dall’ultimo incontro con il temerario artista francese sono trascorsi sei anni, ma la sua voglia di combattere per una società migliore, non si è snaturata, anzi ha acquisito maggiore consapevolezza e saggezza. “Non bisogna essere sognatori e utopistici, non esiste una rivoluzione perfetta. Ogni volta che si avvia un processo di cambiamento bisogna mettere in conto situazioni positive, ma anche risvolti negativi” ci confida Manu Chao in un’intervista molto calda, per clima (Milano ore 18.30 20 luglio gradi 37) e contenuti. Con un berretto in testa, il suo solito sguardo furbo da curioso giramondo con delle visioni ben definite. Di recente ha scoperto di avere un seguito anche negli Stati Uniti, lui che non è mai stato un sostenitore, ma anzi un contestatore delle scelte politiche effettuate dell’amministrazione americana e per la prima volta canta in italiano nel suo nuovo disco “La Radiolina”.
Perché hai deciso di cantare un brano in italiano? “Adoro la vostra lingua. Da quando parlo portoghese comprendo meglio l’italiano. Capisco ma non riesco a scrivere in italiano per questo mi sono fatto aiutare nella stesura del testo. Ho dei problemi ortografici, con il tempo migliorerò”. In futuro ci possiamo aspettare un disco in italiano? “Forse, ho già alti pezzi, si vedrà, un’idea da non escludere”. “Internet è la nuova rivoluzione. Non so quanto ci vorrà , ma confido molto poco, la televisione sparirà e tutto transiterà su Web. Proprio qui si evince in maniera molto evidente il concetto sulla rivoluzione espresso nelle righe precedenti. E’ un’evoluzione democratica, sei tu deliberatamente che puoi scegliere cosa guardare…però non si può anche in questo caso parlare di democrazia pura. Anche qui i ‘soliti meccanismi ’ possono esercitare un forte controllo. Non salvare sul tuo PC documenti confidenziali, potrebbero spiarti (sarcastica risatina)”. Hai sviluppati temi molto impegnati, ci puoi raccontare in sintesi la fase creativa di “La Radiolina”? “E’ stato un lavoro progressivo, che si è formato nel tempo. C’è un pezzo che risale all’epoca dei Manonera, ha più di vent’anni. Era stato accantonato e solo ora ho riscoperto la sua valenza. L’album è composto da una ventina di tracce, ma si può interpretare anche come un unico pezzo. ‘La Radiolina’ è il mio mezzo per trasmettere sensazioni, analisi, visioni e paure. Tenterò anche di sviluppare questo progetto attraverso immagini sul mio sito nella sezione TEVELINA, anche se dovrò trovare il tempo per farlo….Parla di malinconia, oppressione, libertà …argomenti attuali che porteranno ad un punto di rottura inevitabile. Che cosa succederà quando il petrolio non sarà più il pesante fardello dell’economia mondiale? L’America perderà il suo potere monopolistico, con che mezzi troverà un‘alternativa, oppure ce la già e la tiene ben nascosta? Tutti quesiti che avranno una risposta nei prossimi decenni”. “Tutti mi chiedo. La musica può cambiare questa situazione? La musica può solo aprire gli occhi, lanciare un appello, sono le scelte politiche che possono cambiare le cose. Sono i soldi l’ago della bilancia, il comun denominatore delle decisioni politiche dei governi. Non occorre un buon musicista volenteroso, ma un ottimo e astuto economista”. Cosa ne pensi dei fondi americani elargiti ai palestinesi? Come si spiega questa mossa? “E’ una farsa, si cerca di chiudere una falla quando ormai l’acqua imbarcata sta facendo affondare la barca. Il prossimo anno ci saranno le elezioni in USA, sono gli ultimi colpi per evitare la sconfitta. Questa improvvisa inversione in medio oriente è l’atto finale per tenere in scacco tutti . In quell’area hanno imposto le loro scelte, ma si vedono sfuggire la situazione dalle mani. La guerra in Iraq, Afghanistan e il caso Iran…In questi luoghi la parola democrazia è una chimera, una scusa per intromissioni illegittime. L’America vuole salvaguardare i propri interessi”. Nella canzone Infinita Maleza canti “Infinita tristeza, viento de washington” “E’ lo specchio della realtà. Le imposizioni americane provocano infinita tristezza”. Tre parole per descrivere il nuovo CD? “Y Ahora Qué (and now what) come ho voluto stampare sulla copertina dell’album”. Carlo Cassani |
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