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PETE MURRAY |
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NOTE CALDE E AVVOLGENTI |
Pete Murray è australiano. E’ un cantante che affonda le radici nel modo più classico di comporre, con la chitarra in mano.
L’accompagnamento acustico caratterizza la sua musica, ma che rende speciale questo artista è proprio la sua calda voce.
La voce è lo strumento perfetto per Pete per offrire le sue canzoni, che vanno da cose semplici ed evocative come "Freedom", solo l’ipnotica chitarra acustica di Murray e la sua voce, a rock pulsanti come "Lines", con le sue chitarre elettriche taglienti e un ritornello assolutamente contagioso.
Murray ha iniziato tardi con la musica, ma non appena ha preso una chitarra in mano ha cominciato a scrivere canzoni interessanti. Sapeva esattamente come voleva che suonassero quando ha iniziato a lavorare al disco con uno dei produttori più importanti in Australia, Paul McKercher. “L’idea era quella di mantenere le cose semplici, con calore e lasciare che le parole e la voce raccontassero la storia”, dice Murray.
“I dischi che amo di gente come Nick Drake, Neil Young, Bob Dylan sono costruiti per durare nel tempo. Volevo che questo fosse un album così, un disco che si potrà tirare fuori fra trent’anni, ascoltarlo e sentirlo attuale, piuttosto che legato alle mode del momento”.
Ecco l’intervista a questo affascinante autore.
Quando hai iniziato a suonare? A 23 anni, per divertimento,non avevo idea di voler sfondare o di volere il successo; così solo per suonare. Quando il mio primo album ha avuto buone recensioni e girava per le radio ero stupito. Poi è arrivata anche la telefonata della Sony, è così in relativamente poco tempo…eccomi qui. Quale musica ascolti? Neil Young, Radiohead, Bob Dylan e molti altri.
Come hanno influenzato la tua musica? Hanno un sapore classico, puoi continuare ad ascoltare dischi di Bob Dilan anche fra molti anni ma suoneranno sempre attuali. Volevo anche io fare qualcosa che si potesse ascoltare anche in futuro, non legato ai suoni del momento.
Dove sei cresciuto? Ha influito sulla tua musica? In una piccola cittadina di campagna. Tutti si muovevano verso Melbourne. Ha influito perché anch’io mi sono dovuto spostare per trovare il fermento che cercavo fino ad arrivare in Inghilterra.
Quanti anni hai? 34
Dall’album sembreresti una persona poetica e romantica… Ho tentato di scrivere canzoni diverse tra loro, per far emergere diversi lati della vita e ciò che volevo trasmettere.
Cosa facevi prima di fare il musicista? Studiavo prima di iniziare a suonare, poi ho deciso che quella era l’unica cosa che mi interessasse e mi ci sono dedicato totalmente.
Quali aspetti di te metti maggiormente nei testi delle tue canzoni? My Time per esempio è stata composta in un momento difficile e di depressione. Ero insicuro e nonostante ora non sia più così, ho tentato di fermare quelle sensazioni.
Poi sono riuscito a uscirne e essere positivo, credere in me stesso e tutto ha cominciato ad andare per il verso giusto.
Freedom …era molto vecchia ma quando il produttore e gli altri della band l’hanno sentita mi hanno detto che doveva esserci. No More, non sapevo neanche se metterla inizialmente nell’album, non sapevo se era troppo “pesante”.
Per ogni pezzo ci sono storie e sensazioni diverse.
Feeler ha proprio questo senso, diverse sensazioni che senti per ogni pezzo.
Sei già stato in Italia? E’ la seconda volta, ma la prima in cui suono. Quando ero stato qui molti anni fa era un periodo della mia vita nel quale stavo girando il mondo, lavorando un po’ qua e un po’ là.
Cosa prevale del disco, nelle live performance? Nel live le canzoni sono più rock, dinamiche.
La fase acustica con la band prende più vitalità. Cerchiamo di arrangiarle in modo diverso.
La band da chi è composta? Amici, professionisti? Il tastierista è un mio amico, gli altri anche, li ho trovati tramite amici, in dieci mesi abbiamo composto la band definitiva.
(Paola Andreoni) |
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2004 Feeler | | |
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