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CHEMICAL BROTHERS |
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CHEMICAL BROTHERS - THEY’VE COME A LONG WAY! |
Chemical Ed e Chemical Tom, all’anagrafe Mr. Simons e Mr. Rowlands, ne hanno viste di tutti i colori. Dopo essersi incontrati in quel di Manchester ed aver messo a ferro e fuoco molti club della città emblema dell’electro d’oltre Manica, è arrivato il successo planetario. ‘Dig Your Own Hole’ con Block Rockin’ Beats e ‘Surrender’ con Hey Boy, Hey Girl li hanno consacrati come i padrini assoluti del big beat mondiale e mentre cavalcavano quell’onda di successo, sono entrati nel guinness dei primati suonando nel giugno del 2000 a Glastonbury di fronte alla folla più numerosa mai registrata al festival. Da allora sono passati circa 7 anni ma i Chemical Brothers pestano ancora come non molti – ne è conferma il live del 15 giugno all’Idroscalo di Milano di fronte ad un pubblico estasiato da beat e loop travolgenti e da visual da brivido! I fratelli chimici sembrano non volersi fermare, ma non bisogna dare tutto per scontato – tra collaborazioni illustri ed esperimenti in studio, questi due visionari ci parlano della gestazione dell’ultimo lavoro "We Are The Night" e di cosa li spinge a fare musica rilevante. Da dove è saltato fuori il titolo “We Are The Night”? Tom: “Viene da un verso di questo poeta beat canadese, tipo degli anni ’60 che si chiama Bill Bissett. Abbiamo pensato che fosse veramente una poesia forte e con una certa energia e ci siamo detti, “personalmente sarebbe bello ascoltare un album dei Chemical Brothers chiamato ‘We Are The Night’”! Questo è stato il principio; non è così complicato. Potrebbe significare qualcosa di intrigante”. Avete collaborato con i Klaxons, credete di essere stati influenzati dalle stesse band visto che siete entrambi britannici? Tom: “Quando loro sono venuti per la prima volta in studio, una delle loro idee era quella di suonare i Pink Floyd sopra la canzone di questi. Nonostante l’idea ci piacque, forse non avrebbe funzionato, giusto”? Ed: “No, ma alla fine abbiamo creato qualcosa di buono”. Tom: “Però penso che sia noi che i Klaxons ci ispiriamo a delle scene molto British tipo la musica psichedelica britannica, la musica elettronica, e la dance. Tutte le evoluzioni di queste scene britanniche hanno avuto una grande influenza sulla nostra musica”. Prestate tantissima attenzione ai minimi dettagli… Ed: “Per tutte le ore di musica che produciamo e registriamo per ogni singola traccia, solo un microscopico spezzone di musica può fare la differenza. Il tuo orecchio lo cattura e pensi, “Dio, era perfetto”! Sono i piccoli dettagli che ascolti e riascolti fino alla nausea che, quando non ne puoi proprio più, ti colpiscono e trovi qualcosa di geniale esplorando tutte le combinazioni possibili. Sai, mi trovavo ad ascoltare il singolo Do It Again ed ho scoperto questa piccola parte verso la fine del pezzo che ho sviluppato ed alla fine è venuta fuori una meraviglia. Ci vuole perseveranza e si deve esplorare qualsiasi parte di una canzone”. Non ci sono molte band che, pur sperimentando tanto quanto fate voi, riescono ad avere lo stesso vostro successo… Ed: “Conosci ‘Hey Boy, Hey Girl’? E’ come se si trattasse di un pezzo con una forte dicotomia. E’ come se vivesse quando lo senti sulla radio, ma quando lo senti in una discoteca ti rendi conto che ha delle sonorità molto acide – alla fine è la stessa traccia ma suona in maniera diversa. E’ la stessa cosa con ‘Do It Again’. L’ho sentita suonare in discoteca ed è veramente dark ed alla gente piace perdersi e ballarla e poi l’ho sentita in pieno giorno alla radio e tutto torna: il pezzo funziona ovunque esso suoni! La trovo una cosa cool in quanto è sempre lo stesso pezzo”. Tom: “A dire il vero è difficile riuscire ad ascoltare la musica sperimentale. Molti artisti si esaltano a sperimentare ma non riescono ad ascoltare tale musica. Da quel punto di vista non ci consideriamo produttori di musica sperimentale. Come Ed diceva prima, ci si arriva considerando la dualità di una traccia tipo Do It Again o Hey Boy, Hey Girl: la ascolti e pensi che sia un certo tipo di canzone ma poi se la risenti alle 4 di mattina in una discoteca è fantastica. C’è questa voce paranoica che ripete Do It Again e sembra volerti comandare di fare qualcosa e pensi, “Ok so cosa vuol dire,” ma alla fine lo sai veramente? Quindi può essere considerato un pezzo sperimentale in quel senso (risata, ndr), ma alla fine non è veramente musica sperimentale come ad esempio registrare i suoni ed i rumori di alcune delle parti del corpo umano plasmandone una canzone”. Vi fa piacere il fatto che la vostra musica è in grado di richiamare certi ricordi nelle persone e che molti la vivono come la colonna sonora della loro vita? Tom: “Beh, alla fine molta musica che abbiamo prodotto ci accomuna col pubblico: musica che ci entusiasmava suonando dal vivo o andando nei club. E’ come un’esperienza di musica condivisa col pubblico”. Ed: “Visto che adesso siamo in giro da un po’ di tempo, il pubblico riesce ad associare certa nostra musica a certi periodi della loro vita e credo che ci siano molte persone che sono cresciute con la nostra musica. Ed inoltre quando suoniamo dal vivo le persone si ricordano sempre dove si trovavano quando ci hanno visto suonare e con chi erano, è una bella cosa”! Avete vinto dei Grammy, avete scalato le classifiche ed avete venduto milioni di dischi, come vi misurate col successo? Ed: “Quando facciamo musica siamo io, Tom e il resto del personale tecnico in studio. E’ una cosa intima e quello che ne esce fuori, se raggiunge le masse, e’ gratificante! Quello che m’importa di più è la soddisfazione che ne traiamo. E credo che è sempre più difficile essere soddisfatti dei nostri prodotti. Esistiamo da un po’ e quindi col passare degli anni è sempre più difficile ottenere risultati soddisfacenti. Ma cerchiamo di dare sempre il massimo. Quando però ottieni il massimo è una gran bella sensazione”! Tom: “Quello che conta per me è creare musica e dopo averla ascoltata sentirsi del tutto su di giri! E’ bellissimo”! Ed: “Non dobbiamo provare nulla a nessuno. Lo facciamo perché siamo delle persone ispirate ed ambiziose e vogliamo ancora esprimerci in maniera rilevante. Tutto questo si ottiene sperimentando e lavorando con diversi professionisti. Ci piace solo forgiare tanta bella musica”! (Eugenio Cirmi) (17/07/07)
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TUTTO SU CHEMICAL BROTHERS |
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 2007 We Are The Night | | |  2005 Push The Button | | |  2003 Singles 93-03 | | |  2002 Come With Us | | |  1999 Surrender | | |
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Dig Your Own Hole - 1997
Exit Planet Dust - 1995
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