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| CHRIS CORNELL | ||||||||
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| UNA VITA TRÈS ROYALE! | ||||||||
| Chris Cornell, ex frontman dei Soundgarden e degli Audioslave, ha decisamente fatto un giro sulle montagne russe del successo e della fama. Non è stata una corsa semplice, infatti, a tratti è anche stata dura e piena di ostacoli: prima lo scioglimento dei Soundgarden (band icona del Seattle sound), poi anche un affair con l’alcool reso più doloroso dal divorzio dalla prima moglie/manager che, tra l’altro, lo truffava sulle royalty. Votato da MTV come la 12° miglior voce tra le “22 Voci Più Grandi nella Musica”, Cornell non si è solo beffato di queste defaillance con una naivetè che farebbe sembrare Robert Downey Jr. il nostro vicino di casa, ma ha messo su un delizioso focolare domestico dividendosi tra il nativo Pacific Northwest e Parigi dove ha anche aperto un ristorante nel cuore de la ville francese. Nel frattempo ha anche pubblicato il suo secondo album da solista “Carry On” e ha anche scalato le classifiche con You Know My Name, tratto dallo stesso disco e incluso nella colonna sonora dell’ultimo '007- Casino Royale'. Ciao Chris, eccoti qua in versione solista dopo essere stato il leader di due super gruppi, com’è la vita da solista? Mi sento libero, per la prima volta dispongo di una completa libertà artistica e per questo sto facendo i più soddisfacenti show della mia vita. Parlami un po’ del tuo nuovo album “Carry On”? Com’è nato e cosa ti ha ispirato? Il disco è pieno di bei ricordi e del tempo che trascorro con i miei figli. Io credo che nessuno in una band debba seguire delle tendenze o essere influenzato dai gusti degli altri elementi: per esempio negli Audioslave a Tom (Morello, ndr) non piacevano i Beatles che io adoro e a me non piace Bruce Springsteen che piace tantissimo a lui. Com’è stato cambiare produttore e lavorare con Steve Lillywhite? Per me non c’è una gran differenza, mi trovavo bene con Brendan O’Brien e mi sono trovato bene con Steve, alla fine sono io a dirigere la baracca. Credo che il lavoro di produttore sia l’aspetto meno entusiasmante del music biz! Com’è nata la collaborazione con la Sony Pictures e Casino Royale? Loro cercavano un artista maschile che non fosse troppo hard rock e quindi gli sono venuto in mente io. Quando mi hanno contattato ero un po’ restio all’idea però sono un fan di Daniel Craig e dopo aver visto un rough edit del film non ho esitato. E’ stato molto interessante rielaborare alcuni dei temi storici dei precedenti 007 con il compositore David Arnold. Alla fine quello che ci ha ispirato di più è stato quello di Tom Jones in Thunderball e sono molto contento del risultato. Come sono i tuoi live set? Immagino ci siano anche pezzi dei Soundgarden… Sì, abbiamo un set di 20 canzoni per show che alterniamo con 4 o 5 nuovi pezzi ogni sera, ovviamente suoniamo anche pezzi dei Soundgarden, degli Audioslave e dei Temple Of The Dog. Mi piacerebbe fare uno show hard rock e la sera dopo uno più soft e melodico, ma è logisticamente molto difficile! Cosa ascolti ultimamente? Ascolto molte indie band: credo sia la scena più forte del momento. Vedi, non esistono più generi, il rock è cambiato ed anche l’hip hop. Però mi piace quello che sta accadendo sul web: trovo Myspace e Youtube dei supporti molto organici su cui far fruire la musica. Sei uno di quelli che ha sofferto in passato, credi sia necessario per una rock star soffrire per essere in grado di creare ottima musica? Non ho mai creduto che fosse necessario soffrire per scrivere un bel pezzo, però altre persone tipo Kurt (Cobain, ndr) tenevano questo aspetto del comporre molto a cuore. Io ho sempre voluto viaggiare e non m’interessa l’immagine o essere considerato socialmente rilevante: preferisco stare con i miei figli. (Eugenio Cirmi) (30/06/07) |
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