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120 DAYS |
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INQUIETANTI AURORE ELETTRONICHE |
In Norvegia a causa della latitudine nel corso dei mesi invernali non c’è molta luce, tutto o quasi scompare nella penombra e i colori più belli che si possono osservare diventano quelli dell’aurora boreale. La bellezza dell’esordio omonimo dei giovanissimi 120 Days sembra corrispondere ai paesaggi delle terre vichinghe nei mesi di buio, contorni musicali lugubri che prendono vita la notte con la meravigliosa luce dell’aurora delle accattivanti melodie pop. Facile pensare a quali ispirazioni trarre da questi paesaggi, da queste vite, quali romantici suoni porti un mondo fatato come questo. In occasione della festa di compleanno di Vice Magazine ho l’occasione di intervistare il leader del trio elettronico Adne Mejsfiord che mi racconta il suo mondo musicale, fatto di piccole, divertenti aneddoti e di elettronica ascoltata a fiumi sin dalla tenera età.
Quando hai iniziato a comporre o meglio a scomporre musica? “All’età di sette anni, quando ero bambino già mi piaceva suonare tutto ciò che mi passava per le mani. Ho iniziato seriamente quando ne avevo 16-17 ed ero alle scuole superiori”. Poi da Cristianslund vi siete trasferiti ad Oslo. Cosa vi ha spinto a cercar fortuna là? “Non potevamo restare in paese, era ovvio. Dovevamo trasferirci. Ad una certa età da ragazzo senti l’esigenza di trasferirti in un’altra città, la più grande possibile”.
Quale tipo di musica ascoltavate i primissimi periodi? Siete partiti col rock oppure subito elettro? “ Il nostro trasferimento ad Oslo ha decisamente cambiato il nostro modo di fare musica. Siamo diventati più dark come suoni, più freddi. Allo stesso tempo abbiamo iniziato a sentire sempre più musica elettronica, e tutto è cambiato quando abbiamo comprato il primo sintetizzatore analogico mono. Siamo entrati in un normale negozio musicale ed eravamo indecisi se comprare un il kick della batteria o la drum machine e alla fine abbiamo optato per la drum machine”.
E’ stato importante aver firmato per Vice Recordings e questo ha influito sul vostro modo di suonare? “Abbiamo pubblicato due EP con una piccola Indie Label. Poi un giorno arriva una chiamata dagli Stati Uniti: ‘abbiamo sentito i vostri pezzi sulla rete, avete qualcos’ altro da farci sentire?’. Abbiamo sempre cambiato il nostro modo di suonare, fra i primi EP e l’album, così come il prossimo album sarà ancora differente”. Luca Garavini (29/06/07) |
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