|
ROY PACI |
|
 |
|
IO, MURATORE DELLA MUSICA NO GLOBAL |
Ladies and gentlemen, o sarebbe meglio dire “picciotti”, Mister Roy Paci, il trombettista siciliano dall’animo di entertainer, è tornato. E stavolta ha fatto le cose in grande. Oltre agli ormai immancabili Aretuska, nel nuovo, scoppiettante “Suonoglobal” si fa accompagnare da gente del calibro di Manu Chao (Toda Joia Toda Beleza), Raiz (Sient amme), Erriquez della Bandabardò (E’ meglio la vecchiaia), i Cor Veleno (Tango Mambo Jambo), Pau dei Negrita (Giramondo) e da un insolito mènage sonoro con protagonisti Caparezza e i Sud Sound System (Mezzogiorno di fuoco). Artisti di tutto rispetto ma soprattutto amici di una vita, che hanno contribuito ad arricchire un disco già di per sé colmo di atmosfere differenti, sfondo perfetto ad un calderone di lingue e dialetti vari. Dopo tre album con gli Aretuska e molteplici collaborazioni, il sound di Roy Paci è sicuramente più maturo e delineato da sonorità ormai consolidate e dal sapore internazionale. Il disco, registrato in ben 8 studi differenti e masterizzato allo Sterling Sound di NY, fa da apripista al lungo tour, partito il 7 giugno da Trento, che toccherà tutta Italia fino all’autunno prossimo. E la chiacchierata con Roy è iniziata proprio da lì. Innanzitutto come sta andando il tour? “Più che bene e non ce l’aspettavamo davvero e m’imbarazza anche un po’ dirlo. Vedere 10.000 persone ad un tuo concerto fa il suo effetto. Così come trovare il disco in classifica ad un’ottima posizione, sentire che il singolo gira. Tutto questo è come una cassa di risonanza, il nostro è un progetto diesel che è partito piano piano e che ora vive questo grande momento”. Il titolo del disco è “Suononoglobal”. O sarebbe meglio dire SUO NO GLOBAL? “Devo dire che l’ho fatto apposta, è un titolo che si presta benissimo per la libera interpretazione. Mi piace stuzzicare la mente ai fruitori della mia musica”. La cover è molto particolare, coloratissima, con infiniti riferimenti culturali. “L’album è come un vero e proprio figlio. C’è stata la gestazione per tutto l’inverno e quando è nato mi son preso cura di lui, premuroso come un padre che si occupa di scarpine e vestitini. Nella copertina ho voluto mettere, sotto anche consiglio di amici, tutti gli elementi che mi sono rimasti impressi, combinati tra loro da un artista coreano completamente pazzo!” E a proposito di amici, l’album pullula di collaborazioni. “Sì, pullula! Sono tutti amiconi. Abbiamo condiviso momenti intimi e scambi artistici in modo estremamente genuino. Per alcuni, e mi riferisco a Manu Chao, ho voluto aspettare che ci fosse un tappeto perfetto su cui appoggiarci e Toda Joia Toda Beleza, dove ha prestato la sua voce, era perfetta. E’ come se per tutto questo tempo avessi pazientemente seminato e il risultato fosse Suonoglobal, un disco di cui sono pienamente soddisfatto”. La Posada, il tuo nuovo studio di registrazione, è stato il punto d’incontro di tutta la compagnia. E’ vero che l’hai costruito tu mattone su mattone? “Eh sì, mio padre era muratore, ho imparato da lui! La Posada era un ex-pollaio di circa 100 mq in un punto nevralgico del Salento. E’ diventata ormai una tappa fondamentale, quasi un punto ludico dove bere del buon vino, giocare a calcetto e ospitare gli amici di passaggio. Dopo 24 anni avere uno studio proprio era una necessità, per non sottostare ai tempi stretti degli altri. Così se alle 5 di mattina ho voglia di registrare qualcosa non ho problemi!”. E la leggenda delle 125 bottiglie di vino consumate durante le registrazioni? “Tutto vero! Erano incolonnate una dietro l’altra, davano anche un effetto scenografico all’ambiente. O meglio “scemografico” dati gli effetti (ride, ndr)”. In quel periodo hai ascoltato qualche album in particolare che ti ha ispirato? “Ascolto moltissima musica, nella mia casa a Faenza ho una collezione immensa. Dipende comunque dal momento. Di sera ad esempio mi rilasso con Tom Waits. Ultimamente, invece, ho apprezzato molto i Macaco e i Seeed, che hanno anche mixato il precedente lavoro. Sono una bella pacca innovativa, mi piace quando si tenta di recuperare le tradizioni con linguaggi legati alla propria terra”. A proposito di musica legata al territorio, che ne pensi del fatto che all’estero venga esportato solo un certo tipo di musica italiana, quasi a creare un clichè? “Sinceramente m’importa poco. Noi fuori dall’Italia siamo conosciuti ma qui arrivano solo determinate notizie e si dice ciò che si vuole. Ci sono tantissimi gruppi che valgono e che all’Estero sono apprezzati molto più che in Italia, come i Lacuna Coil. Noi abbiamo girato per tutti i Festival possibili e immaginabili, credo che ci manchi solo Roskilde!”. Tra i tanti concerti hai trovato tempo anche per qualche apparizioni in TV, a Markette e a Zelig, dove la tua Viva La Vida ne è diventata la sigla. Dobbiamo aspettari un Roy Paci showman dal vivo? Roy Paci è sempre scherzoso, in qualsiasi circostanza. Con Bisio mi sono divertito tantissimo. Quando voglio sono un cialtrone, mi piace prendermi poco sul serio. Ora però, visto che ci saranno più di due ore di musica, mi sa che il tempo per parlare e fare altro sarà poco durante i concerti! Tempo fa avete fatto una cover di Se Stasera Sono Qui di Luigi Tenco. C’è una canzone che ti piacerebbe stravolgere completamente? “Mina… ma sinceramente non ricordo il titolo! (ride, ndr)”. Se prossimamente doveste sentire qualche reminescenza della Tigre di Cremona nelle canzoni del Signor Paci non dite che non vi avevamo avvertito. Vyncent Valo Le foto sono di Rita Antonioli (22/06/07)
|
|
TUTTO SU ROY PACI |
|
 2007 Suonoglobal | | |  2005 Parola d'onore | | |  2003 Tuttapposto | | |  2002 Baciamo le mani | | |
|
|
|
|
vedi tutto su ROY PACI
|
|
vedi tutte le news
|
|
|
|
|
BNOW PREVIEW
|
|
|
|
|
RUMORE |
IN EDICOLA |
|
|
|
|
|
|
|
TAGS
|
|
|
|
|
|