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OI VA VOI |
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OI VA VOI - VIBRAZIONI MUSICALI DAL MONDO |
http://www.oi-va-voi.com/ Lemez Lovas, Josh Breslaw, Leo Bryant, Steve Levi, Nik Ammar, Alice McLaughlin, i sei Oi Va Voi ritornano con un album prezioso e multietnico, un mix di culture che ha influenzato numerose altre band, forti di un album d’esordio “Laughter Than Tears” che grazie ai live e a partecipazioni di successo a numerosi festival, ha portato la band inglese in vetta alle classifiche di vendita. Poi il black out artistico in seguito ad una serie di vicissitudini: i problemi di salute di alcuni componenti e i dissapori con la vecchia casa discografica avevano quasi condotto i nostri allo scioglimento. Ma il lieto fine era alle porte: il cambio di formazione (la dipartita di KT Kunstall) e di etichetta hanno partorito (non senza travaglio) la loro nuova omonima creatura musicale - meticcia e splendida cittadina del mondo - con il solito imprevedibile mix di musica elettronica, rock and roll, etnica. In occasione dell’uscita dell’album Lemez Lovas ci racconta gli ultimi convulsi anni del gruppo. Cos’è successo fra il 2004 e il 2007? “Alla fine del 2004, dopo il buon responso di pubblico e di critica ottenuto col primo album, ci siamo seduti e abbiamo cercato la direzione futura da seguire. ‘Cosa ci sarà dopo?’ A quel punto sono iniziate una serie di discussioni per capire quale sarebbe stata la via artistica da seguire. E lì abbiamo perso un sacco di tempo. Poi abbiamo cambiato etichetta. Altro tempo perso. V2 (la loro attuale etichetta, ndr) ci ha contattati ed eccoci qua col nuovo album”. Nel vostro nuovo video siete degli astronauti russi. In reata siete cittadini inglesi e la vostra musica è piuttosto inclassificabile. Da cosa traete ispirazione? “Fra le nostre influenze annoveriamo sicuramente Goran Bregovic, ma anche i Radiohead, Stravinksy e le house band della Motown (etichetta soul, ndr) e per l’approccio sicuramente Tom Waits”. Vi sentite cambiati dopo la dipartita di KT Kunstall? “Non è stato facile sopperire alla sua mancanza al’inizio, non volevamo che se ne andasse. Abbiamo provato almeno 100 cantanti perché non volevamo nessuno che cantasse o suonasse come cliches, tipo ha la voce r n’b o rock and roll.Noi scriviamo musica emozionale, e cercavamo qualcuno che seguisse quella strada. Alla fine abbiamo incontrato Alex eche è risultato da subito perfetto”. Ho letto da qualche parte che siete andati fino a Tel Aviv per registrare i suoni giusti di Laughter Than Tears. Com’è stato registrare suoni al muro del pianto? “E’ stato incredibile e intensissimo. 1000 ebrei che pregano emanano una specie di cacofonia così impensabile in natura. Oppure il suono di venti campane in contemporanea, che splendida sensazione. Mi sembrave di vivere in un sogno”. Luca Garavini |
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