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JUST JACK - ONORE AL POP! |
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ONORE AL POP! |
www.justjack.co.uk
Ti piace qui? “A dire il vero mi sembra di essere tornato ai tempi della scuola, quelle aule grandi e grigie dove ti mettevano in punizione a fare i compiti”. Già, e invece questa è un’intervista. Ci guardiamo intorno un po’ spaesati, forse perché lo stanzone manageriale che ci hanno messo a disposizione per fare due chiacchiere è davvero fuori tempo con le nostre note. Dal vivo Just Jack, al secolo Jack Allsopp, è un ragazzo equilibrato che irraggia una luce argentina; sorride e ride senza posa, è alla mano, e, come lui stesso canta in Hold On, non è più un ragazzino ma ha la faccia di un diciannovenne. Just Jack ve lo sarete senz’altro ballati nel corso di un pigro sabato sera in discoteca, o ritrovandovi inchiodati in mezzo al traffico, o ancora mentre in palestra arrancavate pezzati e a pezzi sulla cyclette; la sua Starz In Their Eyes ha quell’attacco discofunky irresistibile ed inconfondibile che da un paio di mesi allieta l’airplay radiofonico. Ma quanti si sono mai soffermati sulle parole? Quanti hanno capito che trattasi non di un disbrigo divertente, bensì di canzone amarissima sull’effimeratezza del successo da reality show? Pochi, purtroppo, anche perché non tutti sanno che ‘Stars In Their Eyes’ è il nome di un talent show inglese. Ed è un peccato perdersi il contenuto, dato che “Overtones” è un bello spaccato di vita. Vabbé, restano le melodie, ma queste non sono affatto solo canzonette. Ascoltando “Overtones” mi viene in mente una parola: eclettismo. Ci sono stili per tutti i gusti, troppo difficile sceglierne uno fra tutti? “ Perché mai dovrei scegliere quando posso averli tutti? Non ne sono capace e non ne sento il bisogno, mi piace incrociare e innestare tra loro le cose più lontane; in fin dei conti non mi riesco a ritagliare un’etichetta particolare, un po’ come un pittore che non dipinge sempre lo stesso soggetto ma cambia”. Eppure c’è come un tocco comune a tutte le canzoni, un filo conduttore. “Sì. Secondo me sono le parole, altro non mi viene in mente”. Molto personali, tra l’altro. “Personali non direi. Di me come Jack Allsopp traspare poco, mentre ho fatto molta attenzione a quello che mi accadeva intorno e l’ho riportato fedelmente in ogni traccia di ‘Overtones’. Mi sono accorto che mi diverto molto di più a guardare gli altri che me stesso!” E intanto fissa quel che scrivo. E’ la mia calligrafia ad incuriosirti? “No, cioè, anche, è che sei la prima che vedo oggi senza il registratore. Nelle interviste spesso mi perdo a fissare quegli aggeggi che usate voi giornalisti, guardo la marca, le lucine, e invece tu non ce l’hai e la cosa mi spaesa … Per cui guardo la penna, il foglio e l’inchiostro che esce. E sto provando a spiarti gli appunti …”. Paura delle interviste? “No, però sai … i giornalisti a volte ti portano dove vogliono loro”. Un po’ come quelli che ti hanno definito il nuovo rapper bianco, l’erede di The Streets? “Appunto! E sai chi lo dice? Secondo me sono quelli che hanno ascoltato solo un pezzo o due del disco, perché su 4 canzoni effettivamente accenno un po’ di rap. Ma le altre … A volte per alcuni basta che ci sia una base beat e che uno non canti gorgheggiando melodioso perché si tratti di rap!”. Visto che alla stampa piace sempre affibbiarti etichette, ti do la possibilità di prenderti una rivincita: dai tu un’etichetta alla stampa. “Non posso parlare male dei giornalisti perché non sono tutti spiacevoli; c’è chi fa questo mestiere con passione e professionalità, così come purtroppo c’è chi lo fa solo per creare sensazione, anche con falsità. E poi le etichette non mi piacciono: non le ho volute nemmeno sul mio Myspace”. Ti sei scelto come nome d’arte Just Jack perché sei ‘semplicemente’ Jack? “No, no! All’estero nessuno capisce il senso di questo ‘just’. Intendevo dire che ci sono solo io, solo Jack, faccio tutto senza l’aiuto di nessuno”. Deduco da Starz In Their Eyes che i reality show non ti piacciono proprio. Cosa ne pensi dell’invasione di questo genere televisivo? “La canzone è un monito: non è tutto oro quel che luccica, e quel che esce da questi programmi troppo spesso è il nulla sublimato a fama. In Inghilterra stanno filmando qualunque tipo di spazzatura, e la cosa incredibile è che la gente si incolla davanti al televisore a guardare le cose più assurde. Ma ti pare normale?”. No, però la verità è che i reality sono oggi il modo più veloce per avere successo e visibilità. “Per me c’è una bella differenza tra fama e successo. Un conto è che la tua faccia diventi improvvisamente riconoscibile, un altro che a distanza di anni qualcuno la tua faccia ed il tuo nome se lo ricordino ancora … Per avere successo bisogna lavorare duro, non basta finire in tv a dire parolacce o a mangiare cioccolato davanti a una telecamera”. Una delle canzoni che più mi piacciono è Glory Days. Qual è l’ultima giornata favolosa che hai passato? “Domenica scorsa. Mi sono svegliato con la mia ragazza e ci siamo stappati una bottiglia di champagne per colazione. Il pomeriggio siamo andati al parco e a fare visita ad un mio amico che ha appena avuto un bambino … Bellissimo!” Elisa Bellintani (17/05/07) |
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2002 The Outer Maker | | | 2007 Overtones | | |
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