|
TV ON THE RADIO |
|
 |
|
IMPOSSIBILE LEVARSI DALLE ORECCHIE LE PERCEZIONI DEI TVOTR |
Dalla viva e brulicante di talenti scena Newyorkese arrivano i TV On The Radio, gruppo di musica sperimentale che riesce al massimo livello a trasporre le emozioni in musica. Emozioni comuni, condivise da tutti, e non un mondo interiore chiuso ai più.
I TVOTR sono Tunde Adebimpe, Dave Sitek e Kyp Malone.
Tunde è la voce calda e fuori dal tempo che riesce a risvegliare impressioni ancestrali, guida epica del nostro esercito di sentimenti e percezioni. Dave e Kyp si occupano della musica, Dave lavora con le basi e con il computer, mentre Kyp regala al tutto il tocco di umanità della chitarra.
Conosciuti dal pubblico underground grazie ad un EP osannato dalla critica (“Young Liars EP”, uscito a fine del 2001), ora i TVOTR si offrono al pubblico mainstream forti del loro album “Desperate Youth, Blood Thirsty Babes”, disco che non a torto può essere definito come la colonna sonora dei nostri tempi.
In attesa di vederli esibirsi a Bologna al Flippaut domenica 13 giugno, abbiamo intervistato Kyp dei TVOTR.
Come siete arrivati a questo nome di forte impatto, TV On The Radio? Tutti si chiedono chissà cosa c’è dietro a questo nome, chissà che significato nascosto c’è, chissà come ci sono arrivati, e mi dispiace dovervi deludere: non l’abbiamo scelto noi del gruppo, ma è stato semplicemente un nostro amico a dirci un bel giorno “Dovreste chiamarvi TV On The Radio”. Ci è piaciuto subito, e a quanto pare il nostro amico ha visto proprio giusto!
Raccontaci qualcosa dei TVOTR. Chi siete, cosa fate, come vi siete conosciuti … Io e Tunde siamo di Pittsburgh, mentre Dave è di Baltimora. Tunde ha studiato alla scuola d’arte, dipingeva, faceva cortometraggi animati e cose di questi tipo, e si è trasferito a New York per portare avanti le sue esperienze nel campo artistico; nel tempo libero si dilettava col suo quattro piste, registrava queste cose solo per sé. Poi un giorno Dave è venuto ad abitare nello stesso loft di Tunde, ha visto che si divertiva a fare musica e gli ha mostrato quello che faceva lui con il quattro piste. E da lì hanno iniziato a suonare insieme, scoprendo di avere molte cose in comune. Io sono entrato a far parte del gruppo stabilmente un anno e mezzo fa, gli altri dicono di me che suono bene la chitarra e che ho una bella voce … (ride)
Ho sentito parlare di questo cd con 24 tracce che si dice abbiate pubblicato nel 2001. Esiste per davvero? Pensate di ripubblicarlo? Sì, effettivamente esiste, anche se ormai è introvabile … era uscito in edizione limitata, sai, una di quelle cose che fai per prova e che poi incredibilmente funzionano; le copie che avevamo prodotto sono andate tutte esaurite. Essendo uscito prima del nostro EP di debutto (“Young Liars EP”, 2001) le canzoni e i suoni sono ancora un po’ incerti, dei tentativi alla ricerca di un nostro stile, però chi lo ha ascoltato dice che è buono. Ed è per questo che abbiamo pensato di ripubblicarlo, non so ancora quando, però vogliamo farlo diverso: sono le nostre canzoni ma ne è passato di tempo, quindi un po’ di cambiamenti nel nostro modo di accostarci alla musica e di suonare sono inevitabili.
Stavate lavorando alla realizzazione di “Young Liars EP” quando c’è stato l’11 Settembre; abitando a New York avrete sicuramente vissuto tutto in prima linea. Ma dal punto di vista musicale, questi terribili eventi hanno in qualche maniera influito sul vostro modo di esprimervi in musica? Ovviamente sì. Stando a New York tutte le sensazioni erano amplificate e vissute come squarci nel profondo del nostro essere, perciò è stato abbastanza naturale che a risentirne fosse il nostro modo di fare musica. Di fronte ad eventi di questa portata puoi avere due tipi di reazione: sdrammatizzi per evitare di ritornare continuamente sul dolore o approfondisci il discorso sofferenza e pessimismo. Noi abbiamo intrapreso questa seconda strada, e penso che si senta benissimo che la nostra musica è in un certo senso cupa e rarefatta, alienante, per certi versi stridente. Il mondo è questo, e noi parliamo di quel che vediamo e che sentiamo dentro di noi.
Su questo EP c’è anche “Mr Grieves”, storica canzone dei Pixies. Perché avete deciso di fare una cover proprio di questo pezzo? E’ stato uno dei primi pezzi che Tunde ha provato a riarrangiare col suo quattro piste, ed è una canzone che gli è sempre piaciuta molto. I Pixies poi sono fantastici, e la loro musica, così come tanta altra musica degli anni passati, è semplicemente straordinaria; sono una vera fonte d’ispirazione per noi.
Ho visto il video di “Staring At The Sun”, che ha un sapore nettamente anni ’70, nonostante l’atmosfera evocata sia cupa. Come mai avete scelto proprio questa canzone come vostro primo singolo? E come mai avete pensato di recuperarla dall’EP e di rifarla per l’album? Una volta finito l’album ci siamo resi conto che “Staring At The Sun” sarebbe stata sicuramente una hit; il mercato americano è abbastanza chiuso e restio alle cose esasperatamente nuove e diverse, e “Staring At The Sun” in un certo senso è una canzone finita, completa, non solo l’abbozzo di una sensazione. Ha una bella musica, un bel cantato, un bel testo, una bella atmosfera. Era logico sceglierla. E per lo stesso motivo abbiamo pensato di recuperarla dall’EP: la abbiamo un po’ cambiata, rendendo più veloce l’introduzione, e siamo contenti di quello che ne è uscito.
Dimmi qualcosa a proposito del titolo dell’album, “Desperate Youth And Blood Thirsty Babes”. E’ un titolo che ci sta creando non pochi problemi, perché tutti pensano che sia una sorta di critica all’amministrazione Bush. Ma noi abbiamo solo fatto una fotografia di quello che in realtà succede oggi nel mondo: le persone non sanno più a che ideali rivolgersi, non sanno più cosa è giusto o sbagliato, e molte volte si dirigono verso le soluzioni sbagliate. “The Wrong Way” è una canzone molto attuale e politica, ma è davvero stupido leggerla come critica a Bush e alla sua politica. Noi non vogliamo dire che Bush sbaglia, perché la situazione è drammaticamente confusa ed instabile, e nemmeno che ha ragione, perché il sangue e le armi non possono essere l’unica risposta al male; vogliamo solo far capire alla gente che sta ad ognuno di noi trovare dentro di sé la forza per reagire a questo mondo e per andare avanti nel modo più dignitoso possibile.
Se dovessi dare una definizione della musica dei TVOTR, direi che si addice alla perfezione ai nostri tempi: cupa, aspra, suggerisce una sorta di paralisi e una perfetta combinazione di speranza e smarrimento, sfiducia. Ma come definiresti tu la musica dei TVOTR? Difficile da dire … perché noi semplicemente mettiamo in musica le nostre sensazioni, mettendo ognuno il suo piccolo contributo. Però ti direi che assolutamente non è pessimista, non è negativa o oscura, forse solo un po’ rabbuiata, ma c’è sempre speranza e luminosità in ogni pezzo. E’ strano che voi la recepiate così. Forse molto dipende dalle vostre sensazioni, dal vostro mondo interiore, perché è col filtro della vostra unicità che recepite la musica. Siete soddisfatti del vostro album? C’è una canzone alla quale ti senti particolarmente legato? Siamo veramente contenti, anche perché vediamo che il disco piace. Certo, non siamo del tutto soddisfatti, c’è ancora molto altro da fare e da dire; se così non fosse avremmo già concluso qui la nostra carriera come TVOTR … e invece non ci siamo per niente esauriti. Non c’è una canzone in particolare che io senta come mia, o che amo ascoltare; tutte fanno parte di un percorso unico e speciale … però se dovessi proprio dirtene una, allora direi “You Could Be Love” (pezzo rintracciabile solo sull’edizione in vinile).
foto by: splendidezine.com
Elisa Bellintani 9 giugno 2004 |
|
TUTTO SU TV ON THE RADIO |
|
 2004 Desperate Youth, Blood Thirsty Babes | | |
|
|
|
|
vedi tutto su TV ON THE RADIO
|
|
vedi tutte le news
|
|
|
|
|
BNOW PREVIEW
|
|
|
|
|
RUMORE |
IN EDICOLA |
|
|
|
|
|
|
|
TAGS
|
|
|
|
|
|