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ARCADE FIRE |
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ARCADE FIRE - FUOCO BIBLICO |
Proprio l’orchestra è l’elemento di spicco di “Neon Bible”, follow-up dell’acclamato “Funeral” (2004) che grazie ai blogger ha lanciato la indie band nord americana a livello internazionale. Il nuovo set è stato scritto, prodotto e arrangiato dal gruppo di Montreal, che ha dedicato gran parte del 2006 alla sua realizzazione. Le session di registrazione si sono svolte in diverse location, tra cui Quebec, New York, Budapest e Londra. Una raccolta di brani molto curati, che mostra la nuova dimensione sonora dei Fire, unisce la vigoria punk rock con meticolosi arrangiamenti. Un progetto ambizioso che conferma ed eleva il valore degli Arcade Fire, completa una linea artistica dinamica, sempre alla ricerca di elementi innovativi e mai ripetitivi. Internet ha permesso alla formazione composta da Win Butler, Régine Chassagne, Richard Reed Parry, William Butler, Tim Kingsbury, Sarah Neufeld, e Jeremy Gara di emergere dal circuito underground, per esplorare la platea internazionale; ma sempre la rete è stata l’amica/nemica che ha rivelato al mondo, prima della sua uscita ufficiale, le tracce del nuovo album. “Neon Bibble” è un labirinto testuale , che offre spunti interessanti su determinati argomenti: una profonda meditazione sull’amore e la trasformazione come si evince in alcuni passaggi di Ocean of Noise ("In an ocean of noise / I first heard your voice / Ringing like a bell / As if I had a choice/ I'm gonna work it out / 'Cause time won't work it out); o in maniera ponderata analizza la paranoia post-11 settembre (2001) nei versi di Antichrist Television Blues (Cause the planes keep crashing two by two / I don't want to work in a building downtown / I don't want to see the planes hit the round)….Una posizione orientata verso argomentazioni socio-politiche. Il nuovo album è il frutto di un lavoro che si è consumato nel corso del 2006 in una piccola chiesa alla periferia di Montreal. Secondo test per una band che solo un paio di anni fa si esibiva di fronte a 100/200 persone, che con il successo di “Funeral” ha visto cambiare radicalmente le aspettative. Un improvviso interessamento che ha puntato i riflettori sulla formazione canadese che per un anno ha girato il mondo suonando le macabre note di “Funeral”. L’ascesa della band è contrassegnata da esempi lampanti che denotano il livello artistico degli Arcade Fire: nel 2005 ad un loro show hanno rifatto un brano dei Talking Head con David Byrne e aperto per lui all’ Hollywood Bowl; in un paio di occasioni si sono esibiti con David Bowie e ciliegina sulla torta hanno rifatto una semplice versione di Love Will Tear Us Apart (Again), dei Joy Division, con gli U2. Soddisfatti ma esausti. Era necessario un periodo di riposo per cominciare a pensare al nuovo set e scrivere i brani. La piccola chiesa alla periferia di Montreal è stato il luogo ideale di questa gestazione. Un processo creativo difficile da sviluppare, complicato da districare considerando il livello raggiunto dal debut album. Ma loro ci sono riusciti e dopo un lungo lavoro hanno superato se stessi e dato alla luce “Neon Bibble”. Lentamente le canzoni prendeva forma, la musica s’insinuava e vestiva perfettamente le liriche, il disco assumeva un aspetto concreto. Ad aiutare questo making of anche Martin Wenk and Jacob Valenzuela dei Calexico, Hadjii Bakara dei Wolf Parade… con gli arrangiamenti orchestrali di Owen Pallett e Regine Chassagne e l’ausilio di due famosi ingegneri del suono Markus Dravs (Bjork, James, Brian Eno) e Scott Colburn (Sun City Girls, Animal Collective). Per completare l’opera la band è volata anche a Budapest dove ha registrato l’orchestra e i cori militari. Da un punto di vista prettamnete musicale questo nuovo disco rappresenta un suono più laborioso e complesso, risultato di un’accurata evoluzione e dell’esperienza acquisita con il suo predecessore. Per verificare questa trasformazione basta confrontare il brano No Cars Go, originariamente contenuto nel primo EP della band, che mostra tutte le innovazioni inserite. “Nella mia mente ho sempre immaginato il brano (No Cars Go) con questo concetto, con l’orchestra. Nella mia testa ha sempre suonato così” ha affermato Regine Chassagne “Ma non c’erano la basi per farlo…Ho usato degli accordi per imitare i violini. Quando si è presentata l’occasione per rifarla con l’orchestra abbiamo colto al volo l’opportunità e la mia concezione si è concretizzata”. (Carlo Cassani) (27/03/07) |
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