|
THE BLUE VAN |
|
 |
|
THE BLUE VAN - PSICHEDELIA UK DALLE BASSE LANDE DANESI |
The Blue Van Giunti in Italia come ottimi special guest al fianco dei Jet, i The Blue Van si sono fatti notare per il loro genuino modo di fare musica anche dal vivo, un rock and roll potente al gusto tutto naturale di Beatles, Hendrix e di tutta la scena psichedelica americana e inglese alla Kinks e alla Pretty Things. Il loro punto di vista sulla musica attuale suona quantomeno atipico in tempi di new ravers e di elettronica come il prezzemolo e in tutte le salse. Una voce fuori dal coro che sembra una boccata d’aria fresca in un contesto fossilizzato su alcuni dettami obbligatori, come la chitarre in levare il ritmo sincopato e punk. I Blue Van sono una band dall’attitudine r’n r che viene da un paesino a nelle isole danesi, dove sembra che il tempo si sia fermato, al punto giusto e al momento giusto però.. Perché definite la vostra musica barbed wire music? “E’ un gioco di parole. Quando le band danesi suonavano la musica beat negli anni sessanta i media come i giornali o le televisioni definivano questa musica barbed wire music. Anche se la nostra musica non è influenzata dalla scena danese degli anni sessanta ma da quella inglese. Così quando la gente ci chiede che tipo di musica noi rispondiamo così”. Voi provenite da un piccolo paesino del nord della Danimarca in cui è oggettivamente difficile trovare le influenze giuste. Come avete fatto a definire il vostro sound attuale? “C’era e c’è musica alla radio ma quando abbiamo iniziato trovavamo un po’ troppo conservatrice la programmazione radiofonica. Così ci buttammo su altre cose e abbiamo trovato questo artista chiamato Jimi Hendrix e abbiamo iniziato ad ascoltare qualsiasi cosa di quel periodo, che trovavamo comunque attuale. Ecco come si è sviluppato il nostro suono. Ci conoscevamo da cosi tanto tempo anche se ascoltavamo cose differenti ci siamo in realtà ispirati allo stesso tipo di musica”. Classic Rock. Quando ho ascoltato “Dear Indipendence” mi sono accorto che cercate un sound delle origini, un ritorno alle fonte del rock and roll. Dov’è la fonte del rock and roll ora? “Per noi è suonare con degli strumenti, è qualcosa di “organico”, qualcosa di veramente vicino alla fonte, qualcosa di vero e puro. Oggigiorno tutti cercano di fare musica nuova, per noi fare qualcosa di nuovo avere un groove grandioso e un beat potente. Se una canzone ha questi elementi non importa che sia vecchia o nuova”. Lo stesso discorso per voi quindi varrà per la musica elettronica. “Esatto.Noi preferiamo suonare con le nostre mani gli strumenti e ci affidiamo il meno possibile all’elettronica. E’ come un cibo naturale come le verdure che è più buono di uno preconfezionato. Forse siamo troppo puristi e conservatori”. L’importante per voi è il è importante il messaggio. Inoltre ho visto che dividete i crediti delle canzoni fra tutti i componenti della band. “Beh, se io facessi il riff di chitarra senza di loro di sicuro uscirebbe qualcosa di diverso. Una volta fatto il riff lo propongo agli altri e tutti insieme lavoriamo sul pezzo. E’ tutta questione di unità essere in una band. E tutti lavoriamo in percentuale allo stesso modo. Sono stronzate pensare ‘Io voglio due canzoni nell’album”. Il vostro suono è abbastanza vintage sembra che esca direttamente dagli anni 60 e 70. “Ci piace davvero molto mettere i vinili all’interno del giradischi cosi come il jack dentro gli amplificatori dell’epoca. Suona meglio. Non neghiamo lo sviluppo tecnologico”. Voi fate parte della cosiddetta nuova scena scandinava. Secondo voi dopo alcuni anni di stallo si sta movendo qualcosa dall’estremo nord europeo? “Fra la fine degli anni novanta e l’inizio dei 2000 quasi tutto era prodotto in Svezia e in Norvegia. Ora il focus è sulla scena danese, da cui stanno uscendo un sacco di nuove band, originali. Non so se ci sia una scena scandinava in generale comunque è da qualche anno che si muove qualcosa. Qualcosa di strano sta accadendo…”. Quali sono le band più significative per voi? “Tutte le cose che ascolti fra i quattordici e i quindici anni sono molto importanti per la formazione musicale. Il primo album di Jimi Hendrix per noi è molto significativo. All Along The Watchtower, la cover di Bob Dylan che Hendrix fece in quell’album è una delle nostre preferite. Anche se quando hai quell’età ti frega solamente degli assoli di chitarra e delle emozione”. Cosa ne pensate della musica di questi anni, come la new new wave o la rivitalizzazione di generi degli anni 80 e novanta che si pensavano morti e sepolti? “Ogni artista si ispira alla musica che ascolta sia che gli piaccia, sia che non gli piaccia. La musica che si ascolta oggi come la nu nu wave non mi appassiona particolarmanente, ma è una mia opinione personale. La musica di queste nuove band mi sembra che si somigli tutta”. I The Blue Van saranno stasera al New Age, a Roncade in provincia di Treviso per una energetica performance ancora a fianco dei Jet. Luca Garavini (21/02/07) |
|
TUTTO SU THE BLUE VAN |
|
|
|
|
|
vedi tutto su THE BLUE VAN
|
|
vedi tutte le news
|
|
|
|
|
BNOW PREVIEW
|
|
|
|
|
RUMORE |
IN EDICOLA |
|
|
|
|
|
|
|
TAGS
|
|
|
|
|
|