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THE STYLES |
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THE STYLES - QUESTIONE DI STILE |
Arrivo nel backstage del Transilvania a Milano quando The Others, gli headliners della serata, non sono ancora saliti sul palco. Situazione al mio arrivo nel retropalco: sigarette spente ovunque, spicchi di pizza fredda nei cartoni e qualche bottiglia vuota rendono l'ambiente devastato ma decisamente rock and roll. Il divano in pelle in stile brand:new di Mtv ci accoglie - scomodo ma stiloso - permette una bel botta e risposta, senza i dogmi dell’intervista. “Inizia tu a parlare” dico a Guido Styles che - sorseggiando piacevolmente rhum da discount - racconta la genesi del suo gruppo. “Il progetto The Styles è nato intorno alle canzoni, ne ho scritte 120 (!) in poco tempo. In realtà intorno al progetto sono girati 15 diversi Styles”.
Quali sono i brani che ti fanno impazzire tutte le volte che li senti? “Sicuramente Wind Up dei Foo Fighters, The Word dei Beatles, Snow White dei Llama Farmers e ultima – non per importanza però… Compromise dei The Styles. Quando è arrivato in ufficio The Music Sucks mi sono trovato, un cd, alcune spillette e degli adesivi con La musica fa schifo (The Music Sucks). Perché per gli Styles il punto di partenza (e quello di arrivo) è il rock dei “mostri sacri”: Who, Beatles (per le melodie pop più morbide) e soprattutto Foo Fighters non rabbrividiscono se chiamati in causa, perché gli stili non fanno canzonette rock all’italiana e –udite udite – non suonano con ritardo sul trend sonoro del momento. Il suono è quello anglosassone, chic e rock allo stesso tempo. Basti pensare che la hit “Glitter Hits” è del 2001 ma non ha per nulla perso il piglio di un tempo. Infatti suonano decisamente all’avanguardia e - cosa atipica - non hanno un bassista di ruolo, come combo hanno un’amalgama da rock band vincente: perché il modo di suonare la chitarra di Steve Styles è particolare nel panorama italiano così come le parti di batteria da metronomo spaccaorecchie di Luca. La loro musica al momento non si trova su cd perché pubblicano escusivamente su H2O, etichetta digitale di Sony. Il richiamo è anche all’essenzialità del punk delle origini infatti si chiamano tutti come un’altra punk band - di cui non voglio fare il nome - con lo stesso cognome. Anzi il richiamo sono quelli nobili di gruppi scandinavi come gli Hives e sempre con un occhio al passato, anche a grandi come Kinks. Alla domanda “Quali sono le tue 5 canzoni proferite?” Guido cita anche Abracadaver della band svedese. Sicuramente un gruppo del genere suona nuovo nel panorama mainstream rock e c’è da chiedersi come sia possibile un miracolo di tale portata. Mi rendo conto che che potrebbe essere la sorpresa italiana del 2007 e lo capisco per una serie di motivi. Come mai questo insolito packaging? Perché se The Music Sucks (la musica fa schifo) mi sembrava il contenitore è adeguato. Eheh. Tra un anno varrà un sacco, conservalo…E’ necessaria qualche piccola ca..ta per essere ricordati, non trovi! (ride, ndr).
Perché il cantato in inglese? E’ ovvio avere i testi in inglese se qualcuno vuol fare rock. La tarantella non ci interessa se serve solo per andare incontro al pubblico. In più non mi interessa fare musica solo per il mercato italiano e non capisco perché solo gli inglesi debbano cantare in inglese.
Come componi i tuoi testi? L’inglese è più veloce e mi permette di far passare meglio i concetti. Sai, ho un dizionario con un sacco di parole e di frasi fatte, mi serve molto perchè mi permette di fare dei salti logici enormi sullo stesso argomento.
Come è nata l’idea di una band tutta tua? Mio padre suonava in una band ed ho iniziato con un vecchio organo suo. Sono stato con una band americana nel ‘99 (i Floz) a 18 anni. Ho fatto un tour suonando la batteria, poi dopo qualche altra esperienza ho deciso di fondare una band solo mia. Poi mi sono chiuso in studio ed in poco tempo ho realizzato i 120 pezzi che ti dicevo.
Perché non fate un album “fisico”? Dipende dalla richiesta. Non ce ne frega un cazzo di mettere in giro un disco per mille copie. Vogliamo che la gente ci desideri perche siamo edonisti(…).
Parlaci degli altri componenti della band. Sia Steve che Luke sono molto tecnici. Steve è un freak vero mentre Luke è un fabbro, quando siamo nello Style Studio è il nemico naturale del castoro. THE STYLES dal vivo:
SABATO 3 FEBBRAIO –GUALTIERI (RE)– TEMPO ROCK
DOMENICA 4 FEBBRAIO – ROMA – CIRCOLO DEGLI ARTISTI - HYSTERICS NIGHT
MARTEDì 21 FEBBRAIO – MILANO – TRANSILVANIA (w Eagles of Death Metal)
SABATO 10 MARZO – TORINO – SPAZIO 211
VENERDì 16 MARZO – CARPI (MO) - KALINKA
SABATO 24 MARZO – TERNI – SKYLAB
VENERDì 6 APRILE – ORZINUOVI (BS) – BUDDAH SABATO 21 APRILE – CATANIA – LA CARTIERA
MARTEDì 24 APRILE – PALERMO – I CANDELAI
MERCOLEDì 25 APRILE – RENDE (CS) – B SIDE
Luca Garavini (24/01/07) |
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