|
PIERS FACCINI |
|
 |
|
PIERS FACCINI - LA FACCIA PULITA DELLA MUSICA D'AUTORE |
Fuori piove e sento che la hall dell’albergo ha qualcosa di vasto, uggioso e malinconicamente sciamanico. Starò forse lavorando troppo? Forse sì, o forse sono ancora emozionato dall’ascolto nel tragitto di Tearing Sky, metafora della vita secondo Piers Faccini perfettamente in tema con la mattinata. Mi sento stranamente fuori dal mondo e così quando l’addetto stampa mi saluta (come avrà fatto a riconoscermi..) rientro immediatamente dal mio iperuranio e vedo Piers che sta facendo colazione, mi siedo e lo trovo rilassato a bersi – casualità - un tè. Iniziamo così, con l’oro in bocca, l’intervista, tranquillizzato dal fatto che parli italiano, con un appena percepibile accento meridionale. I tuoi album sono molto influenzati dalla tuo essere cittadino del mondo, italo inglese di stanza a Parigi. Che rapporto hai con l’Italia? L’Italia è il paese che ha dato i natali a mio padre, e si associa al mio nome anche se io sono inglese. In realtà ho sempre questa sensazione di essere un po’ straniero, ovunque vada. La mia famiglia ha sempre avuto un rapporto sentimentale, un po’ nostalgico con l’Italia e anch’io ho mantenuto la psicologia da emigrante, e un rapporto romantico con l’idea del paese natale. Vivi in bilico fra Londra, Parigi, Napoli e Los Angeles, così la tua musica è aperta alle più diverse contaminazioni. La musica italiana ha influenzato la tua musica? Sono un gran curioso della musica del mondo, sto ascoltando molta musica tradizionale, anche italiana come la taranta e la pizzica del sud. Tra i cantautori adoro Fabrizio De Andrè e la tradizione della canzone napoletana, come Roberto Murolo. Uncovered My Eyes è ispirata proprio a questa tradizione. Ascoltando il tuo singolo If I si ha la sensazione di essere trascinati in un vortice contagioso, come se la musica guidasse da un dedalo di pensieri e ti portasse in un mondo più luminoso, felice. If I descrive l’idea che le persone hanno di ripere a se stessi “se solo le cose andassero in quel modo”, di quanto tempo si perda a rimuginare sulla cose. Inoltre ho scelto come titolo If I perché mi permetteva di accompagnare meglio il ritmo ipnotico e trascinante della canzone. In Days like this racconti di momenti da dimenticare, di berci un po su. Ci sono stati momenti nella da dimenticare nella tua vita che hanno ispirato i pezzi che scrivi? DLT parte dell’idea che la vita è un viaggio, e in questo viaggio per mare e per terra incontriamo vite, avvenimenti e musiche differenti, non c’è conclusione nemmeno nella canzone. Non c’è una morale particolare, in questa canzone voglio parlare del fatto che stiamo sempre cercando qualcosa. I tuoi arrangiamenti scarni e l’essenzialità del suono così caldo permettano alla tua musica di essere coinvolgente per entrare nel tuo mondo semplicemente. Nascono da qualcosa in particolare le idee per i tuoi pezzi? I miei arrangiamenti vanno alla radice della canzone, seguo il tronco e arrivo fino alle foglie. Non devo dare tutto alla gente, voglio lasciare qualcosa all’immaginazione. Dal vivo è la parte psichedelica esce di più, è normale che sia così. A proposito di tour, com’è stato quello di Ben Harper in Italia? Ben ha cantato in un mio album. Mi sento uno straniero anche nella musica, non mi trovo ad essere parte di una famiglia o ispirato da qualcuno in particolare. Trovo delle affinità fra le emozioni che la mia musica e quella di Ben suscita. Scrive delle bellissime canzoni e vedendolo dal vivo mi sono reso conto che ha scritto canzoni dalla vita lunga, dei classici. Cosa pensi che la tua musica comunichi dal vivo? Alla fine non posso dire niente che non abbia già comunicato la musica. La gente ascolta la musica perché è attratta dal fascino e dal mistero di ciò che diffonde. Però quando parlo di musica non esprimo tutto il significato, lo esprimo meglio suonando. Che rapporto hai con la produzione? Chi ti produce impone la sua musica o no? Il produttore attuale (lo stesso di Ben Harper e di Jack Johnson, ndr) lavora molto sul sottile, sono io che devo trovare quella nota, l’accordo giusto. Lui sceglie i musicisti basandosi sul demo che gli ho inviato. Con lui c’e’ una relazione di fede, perché con la sua musica. Sei cosi vicino alla cosa che a volte non te ne accorgi. A volte preferisco lasciare qualche sbaglio nelle mie canzoni perè mettono in mostra l’anima vera della canzone. Luca Garavini (17/01/07) |
|
TUTTO SU PIERS FACCINI |
|
 2006 Tearing Sky | | |  2005 Leaving No trace | | |
|
|
|
|
vedi tutto su PIERS FACCINI
|
|
vedi tutte le news
|
|
|
|
|
BNOW PREVIEW
|
|
|
|
|
RUMORE |
IN EDICOLA |
|
|
|
|
|
|
|
TAGS
|
|
|
|
|
|