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ALBERT HAMMOND JR |
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ALBERT HAMMOND JR - PRESITIGIOSA ANIMA INDIE |
Albert Hammond Jr. - scapigliato chitarrista rock - ha deciso di agire in maniera individuale ed esprimere le sue visioni artistiche pubblicando un solo album. Un viaggio interiore alla ricerca di emozioni personali, raccolte in “Yours To Keep”, il debutto senza la sua rock band originale. Un esperimento che ha messo a dura prova Hammond Jr e mostrato il lato oscuro della sua anima indie. All’iniziativa hanno partecipato attivamente Josh Lattanzi al basso e il batterista Matt Romano, con il contributo di Julian Casablancas, Jody Porter (Fountains of Wayne), Ben Kweller, Sean Lennon, Mikki James, Sammy James Jr. e Ryan Gentles. Al banco di regia degli Electric Ladyland Studios di NY, il produttore Greg Lattimer. Come un esordiente al primo passo di danza, si sente emozionato e orgoglioso del suo lavoro, consapevole e convinto che non sarà un’esperienza isolata. Per farci spiegare questo progetto abbiamo fatto due chiacchiere al telefono con Albert, in totale relax nella sua autunnale New York. Sovvertiamo le regole di una tradizionale intervista e cominciamo dalla domanda, che per logica, andrebbe in chiusura e sveliamo subito se il futuro dei The Strokes è in pericolo oppure No, tranquillizzando o alterando la serenità dei fan della band newyorkese. Partiamo subito ponendogli il quesito più scottante. Questa tua improvvisa sortita senza il resto della band pregiudicherà il futuro dei The Strokes? “Assolutamente No. I fan devono stare tranquilli, non ci saranno rivoluzioni. Io non lascerò gli Strokes. La mia carriera solistica non pregiudica il tragitto della band. Sono due dimensioni e due realtà che possono coesistere senza problemi. Esistono degli equilibri forti all’interno del gruppo, difficili da scardinare. Io sto bene nella band, ho il mio spazio, ma vivo altrettanto serenamente la mia avventura solitaria. Penso che anche gli altri componenti dei The Strokes potrebbero avviare carriere solistiche senza compromettere la complicità della formazione, ognuno di loro scrive canzoni. Loro (i The Strokes) hanno commentato positivamente ‘Yours To Keep’; una posizione che mi rende contento e sicuro del loro sostegno. Sono molto preso da questo mio lavoro, ma non dimentico che ho dei doveri nei confronti dei The Strokes”. “Questa decisione – del solo album - viene anche per alternare e alleggerire il peso di sei intensi anni di lavoro con gli Strokes, che hanno prodotto tre album e interminabili tour. Una fase di decompressione. Comunque, penso per primavera, la band si ritroverà per mettere su un tavolo tutte le idee e cominciare a lavorare al quarto album, il follow-up di ‘First Impressions of Earth’ (2005)” I fan dei The Strokes possono dormire sonni tranquilli, quindi parliamo di “Yours To Keep”. Perché hai deciso di pubblicarlo proprio ora? “Non era programmato. Io lo definisco ironicamente un errore – risatina!- Non avevo calcolato questa eventualità (quella di pubblicare un album solista). C’erano delle canzoni pronte , ho preso l’opportunità al volo ed ho pubblicato il CD. E’ successo e sono molto orgoglioso di questo lavoro. Ho pensato fosse giunto il momento di farlo e mostrare la mia creatività. Era da anni che aspettavo di fare un disco come questo”. Quando hai scritto i brani di “Yours To Keep” ? “Hanno una collocazione temporale differente. Sono stati concepiti in diversi momenti. Alcuni pezzi sono stati scritti due anni fa, altri più recentemente. Non ho un flusso continuo come autore, vivo momenti creativi alternati. Raccolgo tutte le idee e gli spunti e creo le canzoni. Anche il luogo dove concepisco queste composizioni è vario. A casa, quando sono in tour, non faccio distinguo….Quando c’è qualcosa che mi cattura scatta la mia vena creativa. Questo è un disco immediato ma realizzato con meticolosità” Con questo set hai dimostrato le tue capacità compositive. In futuro ci sarà spazio per questa tua dimensione sui dischi dei The Strokes? “Chi lo può dire. Tutto può succedere. Io ho già contribuito co-scrivendo con Casablancas Automatic Stop, pezzo contenuto nel secondo album dei The Strokes ‘Room On Fire’. Se ci sarà spazio e soprattutto se le mie proposte collimeranno con le linee evolutive della band troveranno la loro collocazione. In questo istante non posso dirti assolutamente nulla. Comunque un eventualità da non escludere. Altrimenti le userò in altra maniera”. Questo vuol dire che non si tratta di un’esperienza isolata, ci potrebbe essere un seguito? “Certo. Io non ho mai detto che si trattava di un test isolato. Anzi non escludo un seguito. La mia attività di songwriting non si esaurirà qui, proseguirà e i suoi frutti con tutta probabilità finiranno sul mio secondo lavoro solista. Col tempo vedremo cosa succederà” Che ruolo hanno giocato i musicisti che hanno lavorato a questo disco? “Sono dei ragazzi fantastici. Con loro si è instaurato un ottimo rapporto. Formiamo un vera band. L’intesa in studio è stata perfetta anche grazie all’esperienza del produttore, Greg Lattimer, che ci ha seguiti per tutto il percorso. Una sintonia che porteremo anche in tour. Da non trascurare la partecipazione di molti amici che hanno contribuito alla costruzione di questo CD, come ad esempio Julian (Casablancas – voce dei The Strokes) ha suonato il basso nella traccia Scared, oppure Sean Lennon in Back To The 101…Per quanto riguarda i progetti Live saremo in Italia a dicembre (12 dicembre -unica data- al Transilvania di Milano ndr) per presentare il disco dal vivo. Mi raccomando, non mancate allo show…ci divertiremo”. (Carlo Cassani)(20/12/06) |
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 2006 yours To Keep | | |
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