Mai successo di tornare a casa, una mattina, dopo una notte spesa in pista, con un suono in testa, un battito, un beep inarrestabile, sintesi estrema di tutto ciò che avete ascoltato per ore? Pa pa pa ….. fa il vostro cervello. E pa pa pa faceva il cervello di Pisti, giramanopole e addetto a piatti e macchine nei Motel Connection. Era a Miami, lo scorso inverno, e rientrava dall’ultima notte trascorsa al ventesimo Winter Music Conference il più importante evento mondiale dedicato alla musica elettronica. Quel suono lasciò la sua testa solo dopo essere diventato una linea elettrica sullo schermo di un computer in una stanza d’albergo. Poi, a quella linea originale, si è sovrapposta l’inconfondibile voce di Samuel, subsonico amico di Pisti, e secondo terzo dei Motel Connection. “Am I happy with who I am? Am I happy with the people around me? Am I Happy with what I’m doing?”, chiede Samuel recitando il testo di Transition, manifesto techno dell’Underground Resistance di Detroit. Per finire il pezzo, mancava solo il basso sintetico di Pierfunk, terzo Motel ed ex subsonico. Detto fatto. E’ nata così, da quel beep martellante, la prima traccia del nuovo album dei Motel Connection. E il suo titolo, Pa Pa Pa, è quanto di più minimale sia stato inventato, recentemente, non solo a Torino. Come minimale è anche il resto del disco, definizione che piace anche a Pierfunk che ce lo racconta: “Do I Have A Life” è il frutto di un lungo e continuo lavoro di sottrazione durato tutto un inverno trascorso nel Chianti. Avevamo nuove canzoni piene del suono prodotto da grossi sintetizzatori, influenzati dalla scena elettronica tedesca. Ma in Toscana abbiamo scelto di cambiare rotta e piano piano abbiamo iniziato ad eliminarli, lasciandone il minimo indispensabile. Solo My Dark Side si è salvata da questa potatura, le altre 11 tracce sono tutte state ripulite”
Un disco minimale, quindi, nel suono, ma melodico, come inevitabilmente diventa tutto ciò che la voce di Samuel accompagna. Che sia nato un nuovo genere, l’italominimal?
“I Motel godono del privilegio di avere a disposizione la voce di Samuel, che ha come caratteristica la melodicità. La nostra musica non può quindi prescindere da questo aspetto. Una scelta che ci ha anche chiuso canali, come accadde per il remix di Rocker, degli Alter Ego. Vi sovrapponemmo la voce di Samuel ma Roman Flugel, la metà del progetto, ci disse: no grazie, perché non sopporta le parti vocali . Ora, quel cantato è diventato il testo di My Dark Side e si inserisce nel brano esattamente come se fosse uno strumento. Perché è così che intendiamo l’uso della voce, alla stregua di una linea di basso che si aggiunge ed integra un pezzo. Run, l’ultima traccia del disco, è la summa di questo pensiero, costruita utilizzando una miriade di linee vocali incastrate una sull’altra, sminuzzate e ricomposte in modo percussivo”.
Tra i tanti che in Italia si dedicano alla musica elettronica, i Motel Connection sembrano essere i più berlinesi di tutti. Che Torino sia la versione piemontese della capitale tedesca? “A livello umano è una similitudine che sento. Berlino è una città in cui mi trovo benissimo, ha dei viali ancora più grandi di quelli di Torino, è grigia e puoi passeggiare sulle rive della Spree esattamente come a Torino su quelle del Po’. A livello artistico, poi, la scena berlinese è fondamentale. Per non parlare dei club, che mi ricordano i nostri. C’è un locale, in Alexander Platz, a cui accedi scendendo una stretta scalinata che sfocia in una sala tutta piastrelle. Beh, ogni volta che ci vado, mi sembra proprio di essere Da Giancarlo, sui Murazzi, che per noi di Torino è una vera e propria istituzione.” Luca Campana (04/12/06) |