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PACIFICO |
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ENTRIAMO NEL GIARDINO TROPICALE |
Pacifico è un'autore dalla sensibilità sopra al comune. E' stato affascinante intervistarlo e sentirlo parlare con tanta semplictà della sua musica.
Una persona che ispira tranquillità, che è convinta che verso la musica si possa avere solo un rapporto sincero e che in fase di "scrittura" bisogni lasciarsi catturare dall'ispirazione ed abbandonarvisi.
Crede che le persone avvertano questa sincerità nei confronti della propria arte, sinceramente ...lo credo anch'io e la sua lealtà l'ho avvertita non solo nelle note, ma anche nelle scelte "discografiche" che finora ha fatto.
Per dare alla luce questo album ha deciso di partire.lasciare la sua Milano e dedicarsi al mare… Inizialmente pensavo di stare via solo un mese…invece poi sono stato via 7 mesi. Il silenzio che c’è nei paesi di mare, d’inverno, corrispondeva alla mia ricerca; quando sono partito neanche lo sapevo, solo a posteriori me ne sono reso conto. Quando ero qui a Milano, a lavorare dopo l’ultimo album, prima per la promozione e poi come autore per altri cantanti, era sempre come essere in trincea, avevo bisogno di staccarmi da tutto. La musica passa attraverso un altro linguaggio che si stacca completamente da quello che si usa normalmente. Quindi ho dovuto re-iniziare a interpretarla. Inizialmente era diffide, non mi veniva spontaneo, poi ho invece corso il rischio contrario, quello di staccarmi completamente dal vissuto e rimanere bloccato nel mio mondo musicale.
La concezione musicale di “Dolci Frutti Tropicali” Io ho scritto tantissimo per questo album, molti più pezzi di quelli inseriti alla fine. Ma poi ha cominciato a influenzarmi questa frase che mi hanno detto ‘Tutto quello che devi comunicare, può stare dentro 40 minuti ’ Allora da quel momento ho iniziato il processo inverso. Ho tentato di asciugare il più possibile e non solo in quantità di canzoni, anche per il suono. Ho voluto arrangiamenti essenziali, con pochi strumenti, il filo conduttore è stato proprio andare verso la semplicità, togliendo.” C’è un fondo di sofferenza, nonostante la tranquillità dei panorami che descrivi. Sì, ma questa volta ho tentato di descrivere cose che vedessero tutti, non appartenenti ad uno stato d’animo interno, ma piuttosto a quello che c’è fuori. Il tentativo è quello di prendere coscienza della propria fragilità, guardandosi attorno. La copertina del CD non stride, con la tua musica? No, se si guarda bene. E’ stato causale che Liberatore, (un famoso fumettista) sia riuscito in un attimo a centrare tanti aspetti del disco. Avevamo già pronta un’altra copertina, quando è venuta questa idea e gliel’abbiamo proposta. Lui subito ha concepito questo libretto che come si nota bene se lo si apre completamente, guardandolo nelle due pagine esterne, ha il mare incorniciato, le barche rovinate, la ruggine, una spiaggia un pò trascurata e poi questa immagine sexy, che per fortuna non alimenta la dolcezza, ma invece riporta al concetto di tropicale. Insomma l’ho trovata subito perfetta!
P.A. (7 Febbraio 2006) |
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