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THE DARKNESS |
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NUOVAMENTE IN VIAGGIO VERSO IL SUCCESSO |
Una carriera mozzafiato per la band dei fratelli Hawkins (Justin cantante e Dan chitarrista). Un nucleo completato dai servizi del batterista Ed Gaham e il bassista Rickey Edwards, sostituto di Frankie Poullain attorno al quale ruota la storia dei The Darkness, formazione britannica con un carnet discografico ridotto ma titolato. Da pochi giorni è disponibile il nuovo album “One Way Ticket to Hell…and Back”, seguito del fortunato “Permission to land” (2003), che nel mondo ha venduto tre milioni e mezzo di copie. Guidati dall’estro vocale e dalle doti circensi del frontman Justin Hawkins, la formazione libera nell’aria puro heavy metal dalle forti tinte glam. Con il loro appeal, sbarazzino e trasgressivo, unito alla teatralità delle performance creano un mix divertente e trascinante. Se non ci credete andati a vederli di persona il 17 marzo al Mazda Palace di Milano, data unica in Italia. Questo nuovo set è meno spregiudicato, più dark e maturo del suo predecessore. Musicalmente segue le orme dei Queen, un’impronta avvalorata dal fatto che Justin ha suonato il pianoforte usato dal leggendario Freddie Mercury in Bohemian Rhapsody per due tracce del CD Blind Man e English Country Garden. L’impresa non è stata sicuramente una semplice passeggiata. Una prova impegnativa per non deludere. L‘obiettivo era realizzare un disco all’altezza senza ripetersi e ci sono riusciti. Ma non tutte le ciambelle riescono col buco. A rimetterci è stato il bassista Frankie Poullain che ha lasciato la band all’inizio dell’anno per “divergenze musicali”. Per capire le sensazioni e percepire le emozioni di questo nuovo set abbiamo fatto alcune domande al batterista Ed Gaham. Ecco il resoconto della chiacchierata: Com’è stato concepito quest’album dopo il successo destabilizzante di “Permission To Land”? “Le cose sono cambiate e lo abbiamo testato personalmente. Il primo disco è stato registrato in due settimane con un budget limitatissimo. Per ‘One Way Ticket…’ ci siamo dati alla pazza gioia. I soldi questa volta non mancavano. Le session sono durate dei mesi, nel corso del 2004, registrate in varie location tra il Galles, Londra e il missaggio a Los Angeles. Anche la pressione ha giocato il suo ruolo per questa seconda prova e tutti noi non volevamo deludere i fan. Quello che vorrei rimarcare è che siamo cambiati a livello mentale e siamo soddisfatti del risultato finale. Un’evoluzione dal punto di vista musicale e lirico ”. Quale contributo ha fornito il produttore Roy Thomas Baker? “Un vero professionista del rock, ha portato la sua esperienza e i risultati si possono ascoltare. Ci ha fatto lavorare duramente senza sosta. Siamo rimasti molto soddisfatti della scelta. Lui ha sviluppato la sua personale visione della musica producendo David Bowie, Queen, The Who… Tutti nomi che inevitabilmente influenzano chi fa rock”. “One Way Ticket to Hell…and Back” un titolo che rispecchia le difficoltà incontrate durante il making of ? “Decidere il titolo di un album è sempre molto complicato. Ci siamo seduti tutti attorno ad un tavolo e analizzando le vicissitudini vissute dalla band, la scelta è stata quasi obbligata. La luce dopo il tunnel, affrontare un percorso tortuoso prima d’imboccare il meritato rettilineo… ”. Il vostro biglietto da visita “Permission To Land” vi ha aperto la porta dello stardom. Quali sono le vostre ambizioni? “Prima di tutto questo nuovo lavoro deve attirare l’attenzione del pubblico, confermare i giudizi ricevuti, ma soprattutto permetterci di continuare a fare quello che amiamo di più; scrivere canzoni, registrare un disco e andare in giro per il mondo a suonare… Ecco cosa mi aspetto”. Personalmente ritengo questo lavoro più maturo del precedente. Cosa mi puoi dire al riguardo? “Un’acuta osservazione. Siamo cresciuti a livello personale e professionale, un aspettto che si percepisce in queste dieci canzoni” Ciò significata che siete meno scanzonati? “Assolutamente no. L’ironia è uno degli aspetti vincenti della nostra musica e dei nostri testi; ma questo disco mostrerà anche il nostro lato dark e più maturo, quindi abbiamo aggiunto due nuovi elementi. Segno di evoluzione ”. Ci puoi parlare dell’inserimento del nuovo bassista nella band? Come vi trovate con Rickey Edwards? “E’ un bravo ragazzo. Personalmente mi trovo bene, essendo l’altra metà del comparto ritmico era fondamentale l’affiatamento. Un pensiero condiviso dai miei compagni. La scelta è stata abbastanza naturale. E’ un elemento molto vicino alla band, lo conosciamo perché era il tecnico delle chitarre di Dan durante l’ultima tournèe, quindi il suo avvicendamento con Frankie è avvenuto in maniera spontanea”. Puoi aggiungere qualcosa alla vicenda Frankie? “Quello che si è rotto con Frankie è noto a tutti (‘divergenze musicali’ ndr), quindi non c’è altro da aggiungere. Le nostre strade si sono divise e ora dobbiamo pensare al futuro”. Quindi Edwards è un componente effettivo dei The Darkness? “Sì assolutamente. E’ il nuovo bassista e quarto membro della band”. Carlo Cassani |
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