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GREENHORNES |
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GREENHORNES ... ROCK N'ROLL CONFORME ALLE ORIGINI |
Con un po’ di effettivo ritardo arriviamo a presentarvi i Greenhornes, terzetto dal suono rock finalmente concreto in arrivo da Cincinnati, Ohio. Diciamo ritardo perché Craig, Patrick e Jack sono già arrivati al terzo album, e perché sono stati supporter dei White Stripes nel loro recente tour europeo (unica data italiana il 21 ottobre a Bologna). La particolarità dei Greenhornes è quella di riferirsi ad un suono psichedelico che si origina dall’Età d’Oro del rock americano degli anni 50-60, ottenendo l’effetto di spessore acustico ed emotivo nella loro musica. E’ come se riuscissero ad entrare nell’anima del rock n’roll, ad assorbirla come spugne e a riproporla coniugata al presente. E’ come stare seduti comodi in poltrona e vedersi sfilare davanti Kinks, Byrds, Jimi Hendrix con i Greenhornes a fare le presentazioni e a dare il tono giusto all’evento. Pescano dai Grandi, e personalizzano tutto. Non solo, loro con i Grandi ci hanno anche avuto a che fare. Patrick e Jack hanno aiutato la leggenda del country Loretta Lynn per la registrazione del suo largamente acclamato “Van Lear Rose” del 2004 (vincitore tra l’altro di un Grammy), e hanno collaborato con Jack White, Karen O (Yeah Yeah Yeahs), Kim Deal (Pixies). Cosa li accomuna? O meglio, cosa spinge queste icone del rock a cercare il contributo e la comunione artistici con questi emeriti sconosciuti? Semplice. Credeteci o meno, i Greenhornes sono tra i migliori musicisti rock al mondo, punto. Il loro rock è senza tempo, punto. Formatisi nel 1996, dopo aver pubblicato “Gun for you” (1999), “The Greenhornes” (2001) e “Dual Mono” (2002) i Greenhornes non hanno voluto presentarsi a mani vuote per l’occasione del tour con i White Stripes e così hanno confezionato per questa estate l’EP “East grand blues”. Di più. Per presentarsi al meglio al di fuori dall’America i Greenhornes hanno deciso per una compilation del “meglio di”, “Sewed soles”, e gli Europei paiono aver gradito il pensiero. Il vintage si fa irresistibile, e lo stereo trabocca di consistenza e di chitarre rotonde, le voci acide riecheggiano con segni inconfondibili del passato … E ricordiamo che i 3 hanno appena una ventina d’anni, la strada davanti a loro è ancora aperta ad ulteriori suggestioni e soluzioni. Se anche voi conservate come un tesoro la raccolta di pezzi storici del passato e siete certi che un rock come quello che fu non potrà mai più tornare, ricredetevi. I Greenhornes vi faranno cambiare idea. Elisa Bellintani 13 dicembre 2005 |
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TUTTO SU GREENHORNES |
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 2005 East grand blues | | |  2003 Dual Mono | | |  2001 The Greenhornes | | |  1999 Gun for you | | |
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