|
CAN |
|
 |
|
UNO SGUARDO SEMPRE RIVOLTO IN AVANTI…. CAN |
I tedeschi Can incarnano il classico esempio di band troppo avanti rispetto ai tempi che hanno solcato per potere essere valutati e accettati dai propri contemporanei. Come per altre realtà , il valore dei Can risulterà seminale per tutto il rock sperimentale a posteriori. Una band che ha precorso di diversi anni i primi tentativi di contaminazione con la musica etnica, restando a tutti gli effetti l’emblema del kraut rock. C’è un elemento che lega i Can e i connazionali Kraftwerk: entrambi sono di Colonia. La nascita della band avviene alla fine degli anni ’60 dall’incontro tra Holger Czukay che convinse il pianista Irmin Schmidt ad avviare il progetto . Ai due si uniscono il chitarrista Michael Karoli e il batterista jazz Jaki Liebzeit. A chiudere il cerchio serve un cantante: Malcom Mooney. L’album di debutto arriva dopo un interminabile gestazione. Dopo due anni di elaborazione esce “Monster Movie” (1969) costituito in gran parte da un suono ancora grezzo e spigoloso , smussato in maniera rudimentale, l’essenza delle lunghe e improvvisate calavate della band è racchiusa in “You Doo right” (pezzo Di 20 minuti). Nel frattempo nasce un parallelismo tra i Can e i Pink Floyd, il loro frontman Mooney lascia la band per problemi psichici poco dopo l’uscita dell’album, esattamente come Syd Barret. Il secondo lavoro è una sorta di raccolta di colonne sonore estemporanee e s’intitolata “Soundtracks” (1970), con tracce teatrali e progressive rock…. Dopo la dipartita di Mooney, c’è l’esordio di un nuovo frontman il giapponese Kenji “Damo” Suzuky. Il capolavoro della band arriva l’anno successivo quando viene pubblicato “Tago Mago”, ritenuto a tutti gli effetti il manifesto del kraut rock. Un disco che racchiude le due anime sonore della band, il suo lato cosmico, psichedelico e classico, che si fonde con le dilatazioni di “Aumgn”. Nel 1972 è il momento ‘dell’album vegetale’ “Ege Bamyasi” per la copertina che raffigura zucchine e pomodori, che mostra il lato dark della band inaugurano il periodo new wave dei Can. Con “Spoon” perdono la loro vena esterofila per riavvicinarci alle radici del kraut rock… I lavori successivi si spingono sempre più in direzione progressive. “Future Days” (1973), “Soon Over Babaluma” (1974) e il successivo “Landed” (1974) senza Suzuki che abbandona la band. Nel 1975 arriva il reggae di “Flow Motion” (1975)…. Il gruppo pone la parole fine alla loro avventura musicale nel 1978, per poi tornare insieme con l’uscita “Rite Time” (1989) un efficace compendio della produzione precedente…. (29 luglio 2005) |
|
TUTTO SU CAN |
|
|
|
|
|
vedi tutto su CAN
|
|
vedi tutte le news
|
|
|
|
|
BNOW PREVIEW
|
|
|
|
|
RUMORE |
IN EDICOLA |
|
|
|
|
|
|
|
TAGS
|
|
|
|
|
|