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JUANES |
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JUANES ... BELLO E POSSIBILE: IL DIVO LATINO PARLANTE E IMPEGNATO |
Se anche voi come noi siete rimasti affascinati dal ritmo molle ed impertinente de “La camisa negra”, uno dei successi annunciati dell’estate 2005, non potrete certo resistere al fascino passionale e “pasionario” di Juanes. Juanes è un uomo che ti lascia a bocca aperta. E’ l’artista con il più alto numero di album di musica latina venduti negli ultimi 3 anni, con oltre 3 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, 17 volte Disco di platino nella nativa Colombia. I premi raccolti non si contano più: 9 Latin Grammy Awards, 7 Latin Billboard Awards, 7 Lo Nuestro Awards, 6 MTV LA VMA. Ha dettato con Nelly Furtado (“Fotografia”) e con i Black Eyed Peas (“La paga”) Nel 2005 il Time Magazine lo ha nominato tra le 100 persone più influenti al mondo, e People Magazine lo ha segnalato tra le 50 persone più attraenti del mondo. Due album all’attivo, “Un dìa normal” (2000) e “Fìjate bien” (2002), ed un terzo attualmente in promozione, “Mi sangre”, dal quale è stata appunto tratta “La camisa negra”. Occhi magnetici e sguardo macho alla Antonio Banderas, Juanes è un bell’uomo con molto, moto da dire. Dote rara nel circo della musica. L’airplay radiofonico estivo è anche nelle tue mani, con “La camisa negra”. Ci vuoi raccontare questa tua canzone? E’ un pezzo difficile da spiegare perché pieno di riferimenti e giochi di parole … comunque è un pezzo su un amore che finisce, con conseguente dolore, smarrimento, rabbia, e quello che è stato lasciato mette la camicia nera come segno di lutto, per indicare il suo stato d’animo. Ma è anche un pezzo positivo e divertente, nel ritmo, perché anche se un amore finisce bisogna prima o poi girare pagina. “Mi sangre” è il tuo terzo album. Come si colloca rispetto ai due precedenti, “Un dìa normal” e “Fìjate bien”? Tutti e tre i miei dischi hanno la stessa anima, la stessa essenza, ed anche lo stesso stile di musica. Fanno parte di un mio percorso di vita, rispecchiano quelle che erano e sono le mie emozioni appoggiate su musica latina. Forse il primo disco era un po’ più cupo e depresso, il secondo è stato una sorta di reazione ultra positiva, mentre “Mi sangre” è il più equilibrato e romantico, il giusto mezzo tra il primo ed il secondo. Sei considerato un artista “impegnato”, uno che quando canta ha qualcosa da comunicare a chi lo ascolta. Quali sono le tematiche che affronti con più piacere, nella tua musica? Traggo ispirazione dalla vita in generale, da quelle che sono le mie impressioni e sensazioni di tutto ciò che accade dentro me ed intorno a me. Ma non esisto solo io al mondo. Purtroppo li mondo è pieno di brutte cose, di eventi spaventosi, prendi soltanto ad esempio la guerra, o la povertà; e come si fa a tacere di cose così grandi che ci toccano direttamente o indirettamente tutti? Sei tra quegli artisti che credono insomma che la musica possa cambiare le cose, che possa avere una missione sociale oltre a ricoprire il ruolo di intrattenimento, giusto? La musica è innanzitutto intrattenimento, se no nessuno la ascolterebbe. Però se nel frattempo fa passare dei messaggi importanti è solo un bene, perché la musica ha il vantaggio di provocare sensazioni nelle persone in maniera immediata ed efficace; manifestazioni come il Live 8 sono cose straordinarie che fanno capire quanto importante sia associare un messaggio ad un evento di aggregazione collettiva. Sarò un sognatore ma sì, credo che la musica possa aiutare a cambiare il mondo. Molti ti hanno paragonato quanto impegno e carisma a Bono e a Bruce Springsteen, definendoti come la risposta latinoamericana a queste star impegnate. Come ti senti addosso questa associazione? Mi lusinga, ovviamente … Bono e Springsteen sono dei grandi, sia musicalmente che umanamente, io sono solo un principiante in confronto … Li tengo comunque come modello da raggiungere. In America Latina hai un successo incredibile. Ora sei arrivato anche in Europa, e la storia si ripete. Non hai mai pensato di cantare in inglese e lasciare lo spagnolo, così da avere più possibilità all’estero? No, è una cosa che non farò mai. Penso in spagnolo, sogno in spagnolo, vivo in spagnolo, non riuscirei mai a forzarmi a cambiare il mio modo di esprimermi per farlo in una lingua che non mi appartiene; e per ragioni di mercato, per di più. Non mi interessa, lo escludo categoricamente. Collaborazioni con artisti inglesi sì, quelle mi vanno bene, ma io sono Juanes, e resto Juanes. Quale pensi possa essere il segreto del tuo successo? Non so cosa può piacere alle persone della mia musica, non ne ho idea … forse il fatto che sono fedele a me stesso e alle mie emozioni, che non fingo di essere cose che non sono. E come vorresti che si sentissero le persone che ascoltano “Mi sangre”? Cosa ti auguri provino? Che si sentano bene, felici, che se sono infelici riescano ad intravedere qualcosa di buono. La musica ha il grande dono di sedare ed eccitare dove serve. Elisa Bellintani 25 luglio 2005 |
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2005 Mi sangre | | | 2002 Fìjate bien | | | 2000 Un dìa normal | | |
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