Ci siamo ricascati. Caduti ancora nella malìa dei Royksopp, il duo norvegese che balena piccole, improvvise scintille di sensazioni in forma di melodia, che già ci aveva catturati con “Melody AM” e nemmeno ora, con “The understanding”, intende lasciarci andare via dal loro universo di invitanti nebbie lattiginose. Dal nulla, all’improvviso, ci siamo ritrovati davanti questi due sconosciuti, Torbjørn Brundtland e Svein Berge, sotto il nome di Royksopp, con il loro cristallino manifesto per risorgere da lunghe notti di passione passate a ballare e dimenarsi, “Melody AM”; un debutto che non tardò a farsi riconoscere quale capolavoro della musica elettronica in accezione “per tutti”, un morbido susseguirsi di sussurri molli e languidi come la luce del primo mattino, liquidità verbal-sonora fresca come rugiada, instillazioni intramuscolari a scopo beatitudine. Non c’è altro modo per descrivere quello che si prova ad ascoltare “Melody AM” che, ancora prima di un disco di canzoni, è un’esperienza da assaporare. Lentamente. Senza fretta. Ad occhi socchiusi. “Poor Leno”, “Eple”, “Remind me”, “Sparks”, sono ormai universalmente considerati classici della musica elettronica in declinazione ambient, ed i Royksopp sono a pieno diritto entrati a far parte del gotha degli artisti chiave del nuovo millennio, proponendo un cocktail di dance leggera e leggiadra, ma allo stesso tempo intensa e da immediato sottopelle. Nominati Miglior Gruppo Emergente agli European Music Awards del 2002, i Royksopp sorpresero tutti sul palco emergendo tra fumi e bagliori di luce incasellati in una simil-casetta di compensato, in memoria del gioco a scatole cinesi del video di “Eple”; Miglio Video con “Remind me”, per di più, ed allora tutti si chiesero: ma da dove spuntano questi Roy … Roy che?!? Norvegia, Bergen. L’Europa del Nord tante volte patria di talenti e piacevoli sorprese, ed i Royksopp sono stati una delle più riuscite degli ultimi tempi. “Melody AM” è stato un piccolo, inatteso capolavoro, ma il vero giro di boa era vedere se i Royksopp sarebbero riusciti ad affrontare una seconda prova altrettanto brillantemente. Il 24 giugno è uscito “The understanding”, preceduto dal singolone “Only this moment”, che la dice lunga su come i Royksopp abbiano intrapreso una direzione differente rispetto al precedente lavoro. Nessuna intenzione di fare una copia carbone di “Melody AM”, troppo facile far contenti i sedotti dalla trionfale prima dei Royksopp. No, loro ci tengono a misurarsi sempre con traguardi diversi, esplorando nuove sonorità e non seguendo alcuna moda – anche perché con “The understanding” ci propongono un genere ambient-chic che, in tutta franchezza, non è poi così di moda. Anche se, in effetti, il rifarsi agli anni 80 ed in particolare al suono solare dei Pet Shop Boys è una mossa indovinata! Il titolo del disco rimane - per ora - un mistero. Il mistero c’è, sia chiaro, ma i Royksopp hanno deciso di rivelarlo soltanto tra qualche mese nel corso di una conferenza stampa da qualche parte in Asia; nel frattempo, libera interpretazione. Intanto, alla domanda di quale dei due dischi preferiscono, Svein risponde che “E’ come voler fare i paragoni tra due testicoli; non è che uno è meglio dell’altro, sono entrambi necessari all’anatomia dei Royksopp”. Due testicoli diversi ma collegati da un fil rouge che è quello del godimento emozionale. Perché ascoltando i Royksopp non si può che assaporare la bellezza dell’emozione, a 360 gradi. Emozione, dove le melodie (a proposito, paradossalmente c’è molta più melodia in senso lato in “The understanding” che in “Melody AM”) si intrecciano alle parole, che sono esse stesse momenti musicali prima ancora che significanti; anche se ad un ascolto più attento si nota come i Royksopp abbiano fatto un passo avanti verso l’entità concreta di “canzone pop” in questo album. La sostanza non manca, per nulla; “lyrical approach”, come precisano Sven e Torbjørn, ecco la sfida del 2005. Vinta. Senza dubbio. Elisa Bellintani 27 giugno 2005 |