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ART BRUT |
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ART BRUT ... NON C'E' NIENTE DI PIU' DELIRANTE DA ASCOLTARE, ADESSO! |
Il commento di Mojo intorno agli Art Brut è stato perentorio: “Every Generation need an Art Brut”, che noi rigiriamo in un pratico “in ogni Generation serve un Art Brut”; potevano quindi mancare sull’omonima rubrica in Newsic? Claro que no! Se ci comandano gli Art Brut dall’alto dei cieli di Mojo (una sorta di Bibbia in guisa di music magazine) noi ci atteniamo scrupolosamente alle regole: che Art Brut sia!
Art Brut è un concetto introdotto dal pittore Jean Dubuffet alla fine della Seconda Guerra mondiale per identificare le opere d'arte create senza intenzione artistica o estetica, ma obbedendo piuttosto a un bisogno, a una pulsione creatrice o espressiva. Così da glossario. E gli Art Brut difatti fanno musica rispondendo alla pulsione creativa di mettere insieme note, chitarre e voce con accento UK; fin qui nulla di trascendentale, se non fosse che gli Art Brut fanno qualcosa che non a tutti riesce: attirano l’attenzione dei Grandi Vecchi della stampa d’Oltremanica (Mojo, NME, The Fly, Uncut, e tanti altri, tutti con recensioni e voti ultrapositivi e straentusiastici). Insomma, gli Art Brut hanno fatto il botto. Big Ben emergente dell’anno – o meglio, Big Bang. “Bang Bang Rock n’Roll”, che poi è il titolo dell’album di debutto di questi 5 squinternati dalla South London.
Che prendono il nome dal concetto di arte grezza di Dubuffet, ma in realtà fanno art punk, e di quelli dal retrogusto psicotico; niente che possa passare inosservato, insomma; anche perché chi ama catalogare anche l’impossibile, li inserisce nel filone Art Wave che comprende Franz Ferdinand e Bloc Party. Gli Art Brut sono cinque. Eddie Argos (cantante fan di Top of the Pops, tanto da dedicare al programma una canzone), Chris Chinchilla e Ian Catskilkin (chitarre), Frederica Feedback (basso) e Mike (semplicemente Mike, batteria). Ecco. Già dai nomi capirete che c’è qualcosa di strano … o vi spaventate e scappate o restate invischiati nel giro degli Art Brut. Noi ci siamo dentro, e di brutto. Su di loro si sono scritte tante cose (dicono), per cui hanno preferito dare una versione ufficiale del come si sono incontrati. Tutto ha avuto luogo alla Arthur Brut Convention in Gemania, dove 5 perfetti sconosciuti si sono incorniciati ed incontrati e , a detta loro, dopo 5 minuti erano già dietro a scrivere canzoni. Oltre a questa informazione, che potrebbe pure essere follia pura, è tutto un delirio.
Si sa che una loro demo, “Brutleg September 2003”, ha attirato l’attenzione della Rough Trade, che se li è presto aggiudicati; e il primo prodotto confezionato è stato l’autocelebrativa “Formed a band”, storia semiseria della genesi di un gruppo, parto lievemente alcolico e tentennante, che lo stesso Eddie commenta dicendo che “sì, quella è proprio la mia voce, non c’è alcuna ironia di fondo”; a seguire, “Brutleg April 2004”. E, finalmente, nel 2005, “Bang Bang Rock n’Roll”.
Sono tutt’altro che poveri gli Art Brut. Le idee non mancano. Se la surrealtà a metà tra il serio ed il faceto è il vostro pane quotidiano, gli Art Brut non possono mancarvi; questa non è follia degenerativa, questo non è il classico gruppo stupido che vuole darvela a bere, questo è genio assoluto! Diktat del mese: procuratevelo! Elisa Bellintani 21 giugno 2005
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 2005 Bang bang rock n'roll | | |
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