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YOUNG GUNZ |
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YOUNG GUNZ ... UN VELOCE CONTROPIEDE DA PHILADELPHIA |
Sembravano fatti con lo stampino; uno “macho”, il gangsta che sarebbe piaciuto agli uomini, e l’altro il “piacione”, il ragazzetto cattivo che doveva avere appeal con le donne e ovviamente avevano un singolo figo da mettere nei locali. Ormai le case discografiche ci hanno abituato ai montaggi più assurdi, a delle macchinazioni diaboliche create per farci credere che ci sia dell’arte dove di arte proprio non ce n’è; non avete bisogno di esempi, li conosciamo già tutti, ma a volte ci capita di avere la guardia troppo alta, di bollare come “gruppo creato a tavolino” anche chi di talento ne ha. E da vendere. Il duo incompreso di cui sto parlando sono i Young Gunz, ovvero Young Chris e Neef. Entrambi ventenni si sono conosciuti a scuola dove hanno iniziato a sfidarsi a colpi di rime, fino a diventare amici per la pelle e compagni di avventura. Ovviamente la casa discografica, attraverso i suoi pr, ha cercato di alimentare la leggenda sostenendo che rappano da oltre dieci anni (io a nove anni giocavo con le lego, non so voi). Il quartiere dove i due sono cresciuti, nonostante il nome Nicetown, non era esattamente uno dei più belli a Philadelphia, anzi, le sparatorie frequenti e lo spaccio di droga lo rendono ancora oggi uno dei posti più pericolosi della città; ciononostante il nome “Young Gunz” non si riferisce alla violenza, ma alla terminologia presa dal Basket, in cui “gunnin’” vuol dire “segnare su contropiede”. I Young Gunz hanno segnato il loro “tiro da tre” proprio a inizio partita, prima ottenendo un contratto discografico con la Roc-A-Fella, la casa discografica fondata da Jay-Z e Damon Dash, e in seguito pubblicando la fantastica “Can’t Stop, Won’t Stop” che ha monopolizzato le televisioni musicali nel 2003 tanto che la casa discografica decise di renderla canzone di punta della compilation “State Propriety”, uno dei “brand” più rinomati per l’hip-hop. Sfortunatamente l’album “Tough Luv” non era all’altezza del singolo e venne percepito da molti come “troppo morbido”, cioè un tentativo malriuscito di accaparrarsi il pubblico femminile. Cosa è successo in quei mesi fra la pubblicazione del singolo e quella dell’album non lo sapremo mai; è stato un “ordine di scuderia” che gli ha imposto di fare un album così blando e marcatamente “pop” o sono stati i Young Gunz stessi a volerlo? Sta di fatto che quel errore ha rischiato di stroncare la loro carriera prima ancora che iniziasse. I Young Gunz però non sono stupidi. Pochi mesi dopo “Tough Luv” hanno pubblicato “Get In Where You Fit In” un mixtape prodigioso pieno di beats old-school su cui i YG hanno mischiato delle belle strofe a dei ottimi freestyle; un mixtape non può garantire l’attenzione dei media di un album, ma fra gli ascoltatori più attenti iniziò a crearsi un certo “interesse” nei loro confronti. Dopo essersi riguadagnati un po’ di rispetto i Young Gunz si sono concentrati sul loro secondo album “Brothers From Another”, chiamando in aiuto alcuni dei migliori produttori del momento; esatto, c’è una traccia di Kanye West, ma anche di Swizz Beatz (tornato in grande voga) e Chad Hamilton. Se la produzione si mantiene di alto livello, anche le rime fanno lo stesso; “Set It Off”, “Same Shit Different Day”, “Beef” fanno vedere di che pasta sono fatti i YG, mentre “Grown Man pt 2” (featuring il mitico John Legend) e “Don’t Keep Me Waiting” (featuring i 112) mostrano quella dolcezza e umanità che i YG non si sono mai preoccupati di nascondere. Diciamoci la verità i Young Gunz non sono ancora Jay-Z, ma sono giovani e talentuosi e nel futuro potrebbero affermarsi come una delle realtà Hip-Hop più convincenti. Se non l’hanno già fatto. Oliver Dawson |
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 2005 Brothers from another | | |  2004 Tough luv | | |
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