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THE ZEN CIRCUS |
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VITA E OPINIONI DEGLI ZEN CIRCUS |
Incontriamo una delle migliori band italiane, i The Zen Circus, appena usciti con un nuovo stravagante lavoro "Vita e Opinioni di Nello Scarpelini, Gentiluomo". Dopo l'incredibile "Doctor Seduction" uscito un anno fà, la band si impone prepontetemente alla nostre orecchie come un'incredibile risorsa per l'Italia da sbandierare orgogliosi... Presentiamo la loro curiosa biografia, e poi un intervista ad Appino, voce e "carismaticissimo" frontman della band. Nel 1994, il sedicenne Appino intravede nella musica la concreta possibilità di smettere di essere infilato a testa sotto nei cassonetti dai suoi compagni di scuola. Così decide di mettere su un gruppo punk insieme al suo amico batterista Teschio ed altri vari disadattati squattrinati come loro. La tipica storia da manuale del rock. La fortuna volle anche che Appino abitasse proprio davanti al Macchia Nera, storico centro sociale nel quale sono passate le migliori cose degli anni '90.
L'esordio discografico arriva a nome The Zen nel 1998 con "About Thieves, Farmers, Tramps and Policemen", un'autoproduzione ruvida e surreale vicina al folk-punk dei Violent Femmes, ai Cramps ed alle bizzarrie pop dei Talking Heads. Appino e Teschio decidono di ingaggiare al basso un tale soprannominato Ufo. Nascono così gli Zen Circus che (non tutti) conosciamo. Grezzi, stradaioli, acustici e magrissimi i tre folk punk rockers percorrono autostrade e statali ed escono con il disco "Visited By The Ghost Of Blind Willie Lemon Juice Namington IV" (2001, Iceforeveryone/Wide) le cui registrazioni in studio a Venezia sono state pagate costruendo le mura dello studio medesimo. La loro musica si fa più complessa e stratificata, ed il loro sound folk punk produce vertici assoluti come "Hillbilly Cab Driver" e "The Green Fuzzy Thing" o le splendide incursioni pop di "Milk Legs".Dalla Sicilia al Friuli dalla Puglia al Veneto i tre alternano esibizioni su grandi palchi e con grandi artisti a selvaggi concerti con amplificatori a pile in strada, sul tetto del camper, negli spartitraffico. Addirittura il mondo del rock'n'roll gossip vede entrare di prepotenza gli Zen Circus: Teschio, rude ragazzo di strada di stampo Pasoliniano allaccia durante un tour estivo una fugace e prepotente relazione con la povera Kazu Makino dei Blonde Redhead, con la quale comunica a gesti, mentre Ufo, onniscente in ambito musicale e cuoco di prim'ordine, finisce dopo un concerto in comune a Catania, nel tourbus di Patti Smith alla quale espone le sue contorte teorie sull'importanza della cucina nella storia del Rock.
Per la critica (quasi) unanime gli Zen Circus sono la migliore live band nel paese, per i loro amici sono degli scappati di casa che si sono montati la testa. Di certo non hanno un soldo e si vede. Il video promozionale è "Chicken Factory", specie di gioioso chiodo country che si pianta nel cervello e non viene via. Interamente girato in Super 8, il video si palesa su MTV all'ora del porco. Dal 2001 al 2003 si susseguono un centinaio di concerti di ogni tipo, pause, depressioni, debiti, droghe, litigi, lavori del cazzo, fughe e di nuovo liti. Un grande casino che porta Teschio, invischiato da un po di tempo in brutte storie, a lasciare vuoto lo sgabello dei tamburi sul quale è stato seduto per tanto tempo. In perfetto stile Zen Circus, il sostituto sarà un altro personaggio poco raccomandabile: un fan con la cresta, appena ventenne, che, come tutti, sotto il palco nei concerti pisani sputava e lanciava di tutto. Conosciuto, si scopre essere un ibrido sardo-libico di nome Karim Qqru. Semplicemente perfetto.
Con lui la band onora il contratto firmato con la Self effettuando un mese e mezzo di registrazioni completamente analogiche, con strumenti e amplificazioni rigorosamente pre 1980, nello studio (quello da loro costruito...) del produttore di sempre, Max Sartor (primo chitarrista degli One Dimensional Man). Durante le registrazioni del disco, eseguite in un cascinale senza aria condizionata e senza acqua corrente mentre imperversava l'anomala ondata di caldo del 2003, Karim riesce subito a mettersi in buona luce davanti ai due neo-compari: al Vapore di Mestre dà del coglione al leader dei disobbedienti Luca Casarini dal quale riceve in cambio un'orda di botte che sarà poi discussa su internet e non solo per mesi e mesi.
Ecco venire quindi alla luce "Doctor Seduction" (2004, Le Parc/Self). Dieci perle perfette ed abbaglianti, dieci racconti in musica. Un classico modernissimo dove la scommessa pop è evidente. Nenie ipnotiche, chitarre potenti, assoli più lunghi della canzone, esplosioni ritmiche, riff di tromba come raggi di sole che filtrano in una stanza polverosa al mattino, gli anni settanta immaginati da chi camminava carponi quando finirono. Registrano anche la splendida ballata "Sweet Me", con l'ausilio dei Perturbazione, gruppo rivolese con i quali sono ottimi amici. Da gennaio a settembre 2004 il nuovo terzetto effettua un'altra cinquantina di concerti, sotto l'egida del tour manager Ugo Mazzia, personaggio da storia del rock'n'roll nonché quarto membro dei veneti One Dimensional Man, la cui storia si intreccia spesso negli anni con quella degli Zen Circus. Il disco, in un periodo di crisi come il 2004, va alla grande: viene acclamato dalla critica, sostenuto dal pubblico e celebrato dal vivo. Il live per Patchanka che registrano a gennaio nell'auditorium di Radio Popolare a Milano viene votato dagli ascoltatori come uno dei migliori, peccato fosse suonato al solito con strumenti per lo più composti da torrone... A seguire la band scopre che la Self ha intenzione di aspettare un bel po' prima di stampare un nuovo disco e così, forse stupidamente e frettolosamente, in ogni modo in linea con il proprio stile e modo di fare, decidono di dare al più presto i natali ad un nuovo disco, stavolta per la neonata I Dischi De L'Amico Immaginario, piccola ma promettente etichetta torinese. Ottobre e Novembre 2004: giusto il tempo di scrivere nuovi brani e tornare a navigare nei debiti, ed ecco che a metà dicembre gli infaticabili se ne vanno in studio di nuovo, stavolta a Collegno (Torino) insieme al loro fonico live, Maurizio Borgna, nonché fonico dei Perturbazione e socio insieme a Cristiano Lo Mele (chitarrista del gruppo rivolese) dell'etichetta. Quello che registrano altro non è che il disco più assurdo, crudo e geniale che il terzetto pisano potesse concepire: dodici tracce di cui cinque cantate in per la prima volta in italiano ed una in francese, suoni scarni e decisamente live, un booklet delirio, canzoni che zigzagano su e giù per la storia della musica e della ragione, con un unico filo conduttore: un vecchio chiamato Nello Scarpellini, al quale dedicano il titolo in tre lingue: "Life And Opinions Of Nello Scarpellni, Gentleman - Vita e Opinioni di Nello Scarpellini, Gentiluomo - Vie et Opinion de Nello Scarpellini, Gentilhomme." (2005 I Dischi De L'Amico Immaginario / Audioglobe). Nonostante siano prossimi alla bancarotta (sia economica che morale) e abbiano oramai fuso anche il secondo furgone, gli Zen Circus partiranno in tour di nuovo dal 30 Marzo 2005, con la mente già proiettata verso il prossimo, clamoroso, episodio: Capitan Pistachio; un disco, un film, un progetto. Ma ne tratteremo a tempo debito...
Appino ci risponde:
01) La vostra vena creativa (a quanto mi sembra viva e attiva) pensate sia “aiutata” dal rimanere legati all’ambiente indie? Che è sicuramente un ambiente più libero da logiche di marketing che alla fine sono lontane dalla musica vera… Pensate –di conseguenza- che rimanere legati alla quotidianità e non allo “star sistem” faciliti i musicisti/gli artisti a non diventare autoreferenziali e perciò aridi di esperienze vere, riportabili in canzoni? Non credo. Credo che saremmo meravigliosi lo stesso. Solo che Ufo non sarebbe sotto sfratto così come io e mia madre. Di canzoni oramai ne ho scritte talmente tante che abbiamo materiale fino all'andropausa. L'importante è scrivere, scrivere e scrivere quando hai 18 anni, poi nessuno ti taccierà mai di aver finito la vena creativa. 02) Ma Nello Scarpellini? E’ un parente di Ufo? La foto di copertina è veramente di Nello?
Certo che è veramente nello! No, nessuna parentela con Ufo, solo che essendo cresciuto a marina di pisa, il paese di nello, lo conosceva molto bene. Nello Scarpellini era un vecchio cenciaio (o robivecchio che dirsivoglia) che circolava per marina di pisa, deceduto nel 1994 circa. Con un carretto raccoglieva di tutto ai cassonetti, maschere, pinne, ferro, rame, pinoli, lattine, tv rotte etc….e le portava al suo magazzino. Li tutto giaceva per anni sotto una coltre di polvere e salsedine fino a quando alla domanda "Nello, ce l'hai un.." lui rispondeva "..mh..CE LO DOVREI AVERE!". Questo disco è uguale al lavoro di nello, abbiamo preso tutto il trovarobato del rock indipendente, lo abbiamo portato al nostro magazzino in un guazzabuglio polveroso.
03) La polemica sul vostro sito rivolta certe testate che tuttora vi considerano emergenti, denota una voglia di uscire dal mondo indie o cos’altro? Forse. Denota che fra 20 anni questa band sarà nelle playlist, ne siamo sicuri. Ci verranno a cercare per capire chi erano "quelli la"…caccia al disco originale, solite storie… però ora siam qua ad agganghire mentre gruppi stranieri figli di papa sono ipercelebrati per qualità che non hanno. Siamo dei colonizzati, lascia stare. Che poi questo soffrire ci faccia bene posso anche starci…
04) Pisa quanto ha contato nella vostra crescita musicale? C’è Fermento musicale? Vivete sempre lì? E dallo storico csoa Macchia Nera che proveniamo. Io ci abitavo proprio davanti e sin dai 12/13 anni -quindi nei primissimi anni novanta- mi son trovato a frequentarlo. Ufo invece anche da prima e si è occupato anche di organizzare dei concerti. Era un ambiente sano, non c'erano simboli opprimenti e ci è passato tutto quello che quegli anni aveva senso esistere a livello culturale e musicale. Ora come ora il fermento musicale è parecchio scemato, solo qualche spauracchio qua e la ma i ragazzi sbattono un po la testa nel vuoto. Abitiamo sempre qui, c'è la campagna, il mare, i monti il vino ed è l'unico posto che riusciamo a chiamare casa per ora.
05) Voi alla fine avete un suono abbastanza “Straniero” l’Italia invece come rientra nella vostra mente musicale?
Certo che rientra. Noi siamo Rino Gaetano suonato dai Minutemen.
06) L’Italiano…a me le canzoni in italiano sono piaciute tantissimo ma denotano un po’ di ingenuità ludica (che secondo me rende i pezzi ancora più affascinanti…comunque) pensate di andare avanti con la lingua italiana o era così per giocare e rimanete fedeli all’inglese? No, senza scherzi sto preparando pezzi in portoghese, spagnolo e Wolof…
07) Il suono è cambiato, ha un non so che di vintage italiano da film fine anni ’50 (nelle linee melodiche vocali appunto…magari è solo una mia sensazione) cosa state ascoltando? In che direzione pensate di star andando? Nella direzione del vento, la migliore sempre. Ascoltiamo di tutto, il tango argentino, il rock'n'roll sloveno, i ritmi africani.
08) La frase “Non credere a chi canta di mestiere la faccia è troppo vicina al sedere” è autobiografica?
Certo. Nessuno mi può smentire.
09) Un concerto che vi è rimasto nel cuore più di altri e per cosa?
Io personalmente ho nel cuore una serata Al Vapore di Mestre nel 2000….è li che ho sentito, appena finito, che questa band sarebbe stata tutta la mia vita. Mi vennero le lacrime; eravamo ingenui e girovaghi, sempre in strada, quella sera eravamo vestiti da giullari fine '800 e proponemmo persino una cover di Suzanne di Leonard Cohen versione Ramones acustici. Chi altri?
10) Andrete all’estero a suonare? Certo, per la strada, poi vederemo se succede là come quà.
11) Video? Ne farete?
Andiamo a Parigi Domenica prossima, prima della partenza del tour, per girare il video di Les Poches Sont Vides Les Gens Sont Fous. Uscirà in autunno e lo presenteremo su brand:new. (7 Giugno 2005) (Paola Andreoni) |
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2001 Visited By The Ghost Of Blind Willie Lemon Juice Namington IV
1998 About Thieves, Farmers, Tramps and Policemen |
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