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K-OS |
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K-OS ... HIP HOP MELODICO CONTRO LA DEGENERAZIONE DEL GENERE |
Immaginate un rapper figlio di testimoni di Jehova nato sull’isola di Trinidad & Tobago nei Caraibi, ma che ha vissuto buona parte della sua vita in un posto tanto diverso come il Canada. Immaginate un rapper che odia la cultura del bling-bling, del rap delle rockstar straricche, immaginate un rapper polistrumentista che non si affida a nessun produttore per creargli una “hit”, ma solo a se stesso, un’artista che, nonostante abbia goduto di pochissima promozione, ha ottenuto tantissimi premi, fra cui il prestigioso Source Album Of The Year del 2003. Tutto questo e forse qualcosa di più è K-OS. Nato Kheaven Brereton, K-OS ha esordito nel 2003 con “Exit”, un album che trattava dei temi pesanti, ma con straordinaria spensieratezza e che ha rischiato di essere percepito come un disco pieno “di prediche”, visto che fra gli argomenti snocciolati quello più a cuore rimane la “degenerazione” dell’Hip-Hop; grazie anche alla sua formula che mischia parti cantate (da K-Os stesso che, fra l’altro, ha una voce molto calda) molto melodiche a Hip-Hop classico fatto di batterie elettroniche e campioni. Nonostante i riferimenti musicali siano completamente diversi l’unico paragone possibile è con i migliori Outkast. La musica di K-OS è fortemente influenzata dalle sue radici Caraibiche; all’interno oltre ai classici riferimenti al Funk e al Soul, c’è della musica Latino Americana e del Reggae. Il talento di K-OS, nonostante non sia esattamente l’artista preferito delle radio o di Mtv, non è passato inosservato e diversi musicisti del calibro di India.Arie, Floetry, Nelly Furtado hanno iniziato a chiamarlo per richiedere delle collaborazioni. La sua collaborazione più famosa ad oggi è quella con i Chemical Brothers per il singolo “Get Yourself High” in cui ha curato il rap. Con un esordio come “Exit” alle spalle e difficile riuscire a scrivere un altro album all’altezza. Nel settembre del 2004 è uscito “Joyful Rebellion”, ambizioso quanto il primo, ma che forse riesce ad essere ancora più elegante ed intrigante. Il primo singolo estratto è la notevole “B-Boy Stance” che ci riporta all’hip-hip anni ’80 e parla di quanto sia difficile rimanere se stessi in mondo complicato, come quello della musica. La musica e la perdita d’identità del rap è uno degli argomenti preferiti di K-OS e “Emcee Murdah” come “The Love Song” affrontano in modo sempre originale questo tema; ma in “Comandante” (scritto a Cuba) affronta temi politici e “Man I Used To Be” parla invece di Micheal Jackson, della sua ascesa e della sua caduta. “Joyful Rebellion” raggiunge il suo apice con “Crabbuckit”, costruita su un ritmo rimbalzante e un violoncello, una canzone che parla di autostima e di quanto è difficile tenerla alta. Ascoltato K-OS si ha la sensazione che il suo sia un viaggio appena iniziato; se continuerà a migliorarsi a spingersi sempre oltre i confini che ha già raggiunto forse abbiamo fra le mani uno dei protagonisti della musica dei prossimi anni. La sua musica elegante, a volte così leggera, a volte così pesante, può solo conquistare; la si può ascoltare quando si è giù, quando si è felici, a casa o in viaggio. E quando fra qualche anno vi diranno “che bello il nuovo album di K-OS” voi potrete rispondere con non-chalance “Anche i primi due erano belli!”….. Oliver Dawson 30 maggio 2005 |
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 2004 Joyfull Rebellion | | |  2003 Exit | | |
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