C’è una parola inglese che è impossibile rendere con un corrispettivo in italiano, “nasty”; no, tranquilli, questa non è una lezione di inglese, bensì una lezione di rock n’roll tenuta dai Duke Spirit. Ecco, nasty è la parola esatta per definirli, e vorrei provare a spiegarvi cosa intendo, ma non mi viene in mente altro. Nasty. Nasty, nasty, nasty! I Duke Spirit sono uno degli ultimi arrivi dall’Inghilterra (ma và?), e sono quanto di più anti-Brit pop ci sia in circolazione; anzi, loro il Brit pop proprio non lo possono vedere, perché colpevole di avere annacquato il rock inglese con sospiri pop e linee morbide. Loro sono torbidi. Agri come l’odore di sigaretta spenta nell’acqua, pardon, nell’alcool. Ed il fatto che in mezzo a questi 4 ragazzacci ci sia una bella biondina piccola carina non stempera la “rock maudit” attitude dei Duke Spirit, anzi; la ragazzaccia è proprio lei! I Duke Spirit si formano nel 2002; 3 anni fa, e che hanno fatto nel frattempo direte voi? Hanno aspettato che i tempi fossero maturi, che il loro suono rock crescesse, che la sinergia tra i cinque si rinforzasse, che i testi avessero qualcosa effettivamente da dire. Il dono della pazienza, della saggezza, eppure così giovani. Ed il risultato, dopo un EP (“Roll, spirit, roll”) e svariati singoli pubblicati è l’album “Cuts across the land”. Strepitoso. That’s rock n’roll, questo sì è quello che si chiama rock: sporco, duro, vissuto, al limite senza sforare nell’eccesso. I Duke Spirit sono Leila Moss (voce), Luke Ford e Dan Higgins (chitarra), Toby Butler (basso), Olly ‘The Kid’ Betts (batteria). “La nostra musica vuole essere catartica” dice Leila Moss, la bionda vocalist dei Dukes, “vogliamo che esponga emozioni senza gridarle, che generosamente spanda lo spirito e dia un punto d’appoggio alla gente che ci ascolta. Scrivo in modo furioso, di getto, riempio i libri di scarabocchi, e quando ascolto la musica che fanno i ragazzi sto sempre a pensare a che colori darle”. Leila ha sempre desiderato fare parte di una band, sin da quando aveva 13 anni, e alla fine l’ha spuntata, di più, è la front di un gruppo di uomini. “Non abbiamo mai voluto che Leila imparasse a suonare la chitarra, era giusto che lei fosse la voce. Vogliamo che il nostro rock sia adornato dal sapore soul della voce di Leila” dice Luke. La stessa Leila è contenta di non imbracciare chitarre o altri strumenti, perché considera la voce uno strumento per esprimersi. “Ho deciso di fare questo, e voglio farlo al meglio”. Tiè, eccoti qui quello che si dice un caratterino. L’ispirazione dei Duke Spirit è qualcosa di tremendamente complesso. E che sarà mai! In verità, andate a curiosare sul loro sito la sezione Duke’s alphabet, e leggete un po’ che sfilza di artisti hanno dato l’input ai Dukes … Da David Attenborough, a Johnny Cash, ai Pixies fino a Neil Young, l’alfabeto dell’ispirazione ha contatti in ogni dove. E le copertine dei loro lavori sono qualcosa di imperdibile, con quelle illustrazioni tratte da incisioni antiche raffiguranti morte e perdizione. Tutto un programma. Che dire … se siete in vena di avventurarvi nei meandri oscuri del rock n’roll e non avete paura di restarci invischiati dentro, i Duke Spirit sono assolutamente da provare. Astenersi perditempo. Elisa Bellintani 25 maggio 2005 |