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 TURIN BRAKES
TURIN BRAKES LA MALINCONICA SOLARITÀ DEI … TURIN BRAKES
LA MALINCONICA SOLARITÀ DEI … TURIN BRAKES
Per Ollie Knights e Gale Paridjanian, la musica è sempre venuta innanzi tutto, fatta eccezione forse per il Ninjitsu... Ollie: "Eravamo in gita con la scuola e ognuno doveva esibirsi in qualcosa. Noi abbiamo ritagliato due chitarre di cartone disegnandoci sopra le corde e abbiamo cantato 'Johnny B Good'. Da grandi volevamo diventare o rock star o ninja." Quando hanno scoperto che l'istruttore del corso di Ninjitsu che frequentavano a Londra era un impostore e gli stava insegnando delle mosse inventate, gli restava solo una scelta.
 
Ascoltavano dischi di Sebadoh, Truman's Water, Prince, il secondo album dei Black Crowes e colonne sonore come quella di "Paris, Texas". Da una di queste session ha preso forma la loro prima registrazione, l'EP “The Door”. Ollie frequentava una scuola di cinema e chiese a Gale di registrare sul suo 4-piste degli accordi di chitarra come commento a un film che stava preparando. In pochi minuti si trasformarono in una canzone, poi registrarono “TV Light” e si accorsero di avere in mano qualcosa d'interessante. Da quel momento le cose presero a girare nel modo giusto. Un amico di Gale fece ascoltare la loro musica a Phil Passera dell'etichetta discografica Anvil di Brighton, che se ne innamorò e disse di voler pubblicare qualcosa. Nel frattempo, Gale era entrato a far parte di un altro gruppo, col quale era partito per Toronto, in Canada, per cercare di ottenere un contratto discografico. Fu facilmente convinto a rientrare per lavorare seriamente insieme a Ollie, ma il duo non aveva ancora un nome. "Gale ha sempre avuto una fissazione per la città di Torino, mentre io avevo una strana mania per i freni (brakes)," spiega Ollie. "In camera mia ho un sacco di freni, intendo proprio veri freni, unti di lubrificante, incartati in fogli di giornale, sparsi per la casa. Li fotografo. E' una cosa senza senso. ma nella sua insensatezza, per me significa molto." Così l'EP “The Door” dei Turin Brakes viene pubblicato nell'estate 1999.
 
"Non pensavamo che ci avrebbe portati dove siamo arrivati," dice Ollie. "Speravamo di poter restare per un po' alla Anvil e magari riuscire a pubblicare un album. Ma subito dopo abbiamo incominciato a fare dei veri e propri concerti e tutt'a un tratto sono arrivate le prime recensioni e cose simili." La percezione concreta di come stavano cambiando le cose arrivò una sera al 12 Bar: "Eravamo andati a sentire un altro gruppo, quando dagli altoparlanti escono le note “The Door”, poi sentiamo che dicono “Questo gruppo si chiama Turin Brakes e suonerà da noi fra tre settimane”. Ci siamo guardati in faccia allibiti, poi per terra abbiamo trovato un volantino che pubblicizzava la data. Ricordo l'espressione di Gale con lo sguardo al cielo che grida "Stiamo ingranando!". Seguì una serie di serate all'Heavenly Social, che scatenarono l'interesse di molte etichette discografiche. I Turin Brakes ricevevano offerte da Mo'Wax, Heavenly, Domino e Skint. Dopo un corso accelerato di cinque mesi sugli aspetti più legati al "business" della musica, accettarono l'offerta della Source. Firmarono il contratto venerdì e il lunedì dopo erano già al lavoro in studio. Ebbene, da dove arrivano queste canzoni? "Non so esattamente di cosa parlino le nostre canzoni," dichiara Ollie. "Sono in realtà delle piccole finestre, hanno tutte qualcosa di estraniato. Si sente come la presenza di qualcuno che si aggira cercando di dare un senso alle cose. Ovviamente 'The Boss' parla di uno che fa un lavoro di merda per un capo di merda, ma in genere sono un po' più nebulose, con un sottofondo di ansia, di paura della fine. Dopotutto sono gli argomenti migliori su cui si può scrivere." Effettivamente. Nell'agosto 2000, i Turin Brakes hanno pubblicato l'EP “The State of Things” e si sono esibiti per la prima volta con una band completa ("sin dall'inizio avrebbe dovuto essere una band completa, ma non ce n'era stata data ancora la possibilità") ai festival di Reading e Leeds, esperienza snervante ma di completo successo. Sono poi seguiti un altro EP, “Fight or Flight”, in ottobre, una serie di date come supporter di Kathryn Williams e i Doves, e un tour coi Lowgold. Nel mese di febbraio 2001 è stata pubblicata una nuova versione di 'The Door', seguita dall'album di debutto, “The Optimist” in marzo; un lavoro assolutamente pregevole: scabroso, coraggioso e tenero, oscillante tra la tristezza più cupa e disperata e avvolgenti atmosfere di calore ed energia, sicuro di sé ma con la massima modestia. 
 
Nel 2003 arriva il secondo album “Ether Song”. Se le canzoni del precedente lavoro erano molto a presa rapida, qui Olly e Pardijan si sono lasciati conquistare dallo spirito elettronico degli Air e tutto è divenuto  più dilatato ma non meno espressivo. E’ ancora il suono delle chitarre a dominare solo che il tappeto spesso è creato da tastiere e moog anni '70, analogici, molto caldi e delicatissimi.
 
Due anni dopo  "Ether Song" e circa quattro dopo l'esordio stupefacente di “The Optimist LP”, i Turin Brakes tornano con l'album della loro maturazione.
Autoprodotto nel loro studio di Brixton, “JackInABox” è un lavoro completo ed affascinante, nel quale finalmente i due Turin riescono a permeare i loro brani di quella malinconica solarità che gli intrecci delle loro voci e delle loro chitarre tanto bene rappresentano. Spunti di psichedelia, tracce più energiche (Red Moon o Over and Over), una ballata dilatata e ingenua come Forever, e un primo singolo che, nonostante la band abbia già firmato la colonna sonora di due campagne pubblicitarie nel recente passato, per la prima volta è stato accolto con entusiasmo dalle radio italiane: proprio da “Fishing For A Dream” avrà inizio la vera storia dei Turin Brakes, una band che rifugge dagli schemi e dalle iconografie, ma che è sempre stata capace di conquistarsi il proprio pubblico cesellando canzoni e dipingendo atmosfere….
 

(25 maggio 2005)
 TUTTO SU TURIN BRAKES

2005
JackInABox

2003
Ether Song

2001
The Optimist LP
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