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GORILLAZ ... UNA CARTOON BAND CON TANTA SOSTANZA: ECCO DEMON DAYS |
Il progetto più interessante e originale in circolazione è tornato. A 4 anni dall’omonimo debutto si rifanno vedere in giro i Gorillaz, la musica fatta cartone animato, con un nuovo e suggestivo album, “Demon days”; solito debole dark ma con qualche pennellata sperimental-glossy in più. Il progetto Gorillaz nasce a cavallo del nuovo millennio dalle menti genialoidi di Damon Albarn, front dei Blur, Jamie Hewlett, creatore del fumetto “Tank Girl”, e dal supporto cognitivo di Dan “The Automator” Nakamura, di professione produttore rap. I tre partoriscono l’idea di una cartoon-band, un gruppo a due dimensioni un po’ cupo e un po’ inquietante che faccia zombie hip hop attraversato da un’anima elektro-rock sperimentale dalla vena seccamente dark, un prodotto nuovo da immettere sul mercato ed un prospetto stimolante ad alto tasso di creatività. I Gorillaz sono 2D (un Albarn tastierista senza occhi e perennemente afflitto), Russel (il rapper nero posseduto), Noodle (il folletto japa-chitarrista) e Murdoc (bassista e linfa vitale dell’incupimento Gorillaz). Al di là dell’innegabile fascino che la “band” riesce ad avere, il contenuto abbonda, eccome se abbonda. La sostanza non manca. Ne è una prova la lista di collaborazioni eccellenti che i Gorillaz sono riusciti ad infilare; se gli attuali Neneh Cherry, De La Soul, Roots Manuva e Dennis Hopper tra gli altri vi sembran poco … “Demon days” è indubbiamente un salto oltre rispetto al primo “Gorillaz”; basta mettere orecchio al singolo “Feel Good Inc” per rendersi conto che qui si muovono grandi cose, che non si sta più giocando a stupire ed intrigare chi ascolta ma lo si vuole convincere a non andarsene mai più. Più rarefatto e di atmosfera rispetto al suo predecessore, “Demon days” è una sorta di “album di formazione” che ci accompagna a spiare attraverso universi paralleli e comunicanti; sensazioni che non si possono spiegare, ma che sono evidenti lasciandosi andare al filo delle 15 tracce dell’esperienza 2005 che i Gorillaz ci regalano. Emozione inafferrabile, ma presente. Si ama alla follia, o non si capisce per nulla, nessuna mezza misura. Il cambio di produttore si fa sentire (a Dan “The Automator” Nakamura è subentrato l’altrettanto talentuoso Danger Mouse), e impronta “Demon days” (esplicitissimo omaggio all’egocentrismo del 2D in carne ed ossa? Chissà!) verso la sospensione temporale assoluta. Il disco era pronto già da un pezzo, ma i Gorillaz sono perfezionisti e hanno voluto buttare fuori un video che fosse un piccolo capolavoro di una manciata di minuti di intensità; ci sono decisamente riusciti, “Feel Good Inc” è un pezzo sognante, una via di fuga sospirata ed agognata a colori pastello. E’ tutto ciò che vorremmo e non abbiamo, quello che ci fa venire voglia di respirare aria frizzante nella densità di una giornata grigia. Sicuramente da provare è l’esperienza del sito gorillaz.com, una delle cose più belle in rete al momento. Una visita virtuale nei Kong Studios tra presenze imbarazzanti, memorabilia stravaganti, colori a contrasto, un vero e proprio mondo a parte indipendente e da autosufficiente, con tanto materiale inedito da ascoltare; basta aver pazienza e girare, girare, girare, per scoprire le chicche nascoste. Noi ci limitiamo a segnalarvi la spettacolare sezione video, ripasso veloce per cogliere l’essenza dei Gorillaz. Come trovarla? Cliccate sulla faccia della scimmiotta, selezionate ground floor e cercate il cinema. E buona visione. I Gorillaz sono qualcosa di veramente eccezionale. Elisa Bellintani 20 maggio 2005 |
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