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EDAN |
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EDAN ... QUANDO YELLOW SUBMARINE INCONTRA L'HIP HOP |
Edan è un outsider trasversale; folletto ribelle dell’hip hop e amante segreto del rock dei Golden Sixties, la sua produzione è salutata come qualcosa di finalmente fresh e significativo nel grigio panorama musicale di inizio terzo millennio. Il fatto che Edan sia sconosciuto praticamente ai più non fa che riempirci di soddisfazione a parlarvene. Perché il mondo di questo genietto travestito da pazzo furioso è assolutamente da esplorare, e per lo meno vale una capatina. E capatina sia! Edan è un MC piuttosto sopra le righe, non fosse altro che perché è in grado di suonare il pianoforte e la chitarra; trovateci MC che abbiano toccato uno strumento, li conterete sulle dita di una mano. Strano Edan è strano. Ma strano forte. Intanto se andate sul suo sito e vi avventurate nella biografia essenzialissima, scoprirete che trattasi di un testo dalla ritmica palesemente rap. E leggendo qua e là le affermazioni stringate della vita di Edan, si scopre che …
Edan si chiama Edan Portnoy ed è di Boston, in tardi anni 70 viene alla luce. A Edan piace la musica. Edan è un bravo ragazzo, perché i suoi genitori lo hanno cresciuto bene, e lui diversamente dagli altri MC che fumano crack non beve, non si droga e non fuma. Come dire, lo stile gangsta non fa assolutamente per lui. Il rap è anche altro, non solo pistole e street fight. Unico vizio: qualche abbuffata da fast food, malsana ma un toccasana per lo spirito. Quando ci vuole, ci vuole. Edan è un po’ bambino, perché gli piace mettersi di fronte allo specchio e fare le facce buffe e cantare. Come tutti noi. Edan è “normale”, avvicinabile. Un po’ nerd come tanti di noi, perché Edan suonava il piano, ma l’insegnante doi piano ha detto “Edan no good” ed Edan ha saggiamente lasciato perdere. Ma non senza aver rilanciato all'insegnante dalla lingua lunga "Fuck you shut up!". Musicalmente parlando, ad Edan piacciono i Beatles, il rock di Jimi Hendrix ed il doo-wop. Musicalmente parlando, Edan si fa una paccata di gavetta e di combattimenti, finchè riesce ad imbucare un suo demo nelle mani di Mike Lewis. Che per l’occasione fonda un’etichetta, la Lewis Recordings. Un, deux, trois, “Primitive Plus”, et voilà! Da lì, tutto in discesa. Inizia la parte divertente del fare musica, enjoy success. Back to basics. L’esordio di Edan è del 2002, “Primitive Plus”, e già lì si fiutava aria di nuovo; il classico disco che al primo ascolto ti lascia perplesso, ma ti incuriosisce a tal punto che a forza di schiacciare quel tasto play ti entra dentro, e ti si rivela ogni volta in sfumature diverse. Basi metalliche e caotiche, una Blade Runner old skool-ish ed un flow che sa graffiare con estremo savoir faire; l’attitude, sopra tutto, perché primitivo sì, ma con stile. E ora arriva quello che è stato salutato come un capolavoro, “The Beauty and the Beat”. Definito da alcuni come “The Grey Album” in technicolor, il disco è un blend gustoso di hip hop e di rock positivo anni 60 ma con una attitude punk che va giù in profondità nello scavare i meandri dell’oscurità individuale. “Dancefloor dominator, flava complicator”, Edan riesce ad accontentare i palati affamati di psichedelia ma allo stesso tempo di qualcosa dal sapore moderno; una sorta di anello di congiunzione tra la popolarità consumata di Eminem e l’ombra intelligente di un DJ Shadow. Da uno che ama definirsi “the Humble Magnificent”, l’umile magnifico, e che si accosta al beat travestito da bella, che altro ci si poteva aspettare … Scarmigliatevi le chiome al sound dei pezzi di questo gioiellino nascosto sul fondo della melma rap!! Must have. Absolutely! Elisa Bellintani 4 maggio 2005 |
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TUTTO SU EDAN |
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2005 The beauty and the beat | | | 2002 Primitive plus | | |
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