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 THE ARK
THE ARK MELODIE ACCATTIVANTI E  GROOVE ENERGICI….THE ARK
MELODIE ACCATTIVANTI E GROOVE ENERGICI….THE ARK
Con il loro terzo album, “State Of The Ark” (nei negozi in questi giorni), una delle rock band svedesi più eccentriche, muove un passo in una nuova sorprendente direzione. Il risultato è un album-jam con i riff irresistibili, le melodie accattivanti e i groove energici che la maggior parte delle band si può solo sognare.  In poche parole, è il difficile terzo set reso facile. Con singoli hit come “It Takes A Fool To Remain Sane”, “Let Your Body Decide” e “Calleth You Cometh I”, il sound glam rock di The Ark ha creato un enorme fan base, fin dall’esordio nella primavera del 2001. Rappresentati dall’eccentrico cantante Ola Salo, The Ark hanno fatto irruzione sulla scena in un’era post brit pop.
 
Sono arrivati in un’esplosione di vistosi costumi auto creati, dichiarando guerra aperta a tutte le leggi scritte, e non, nell’attuale Codice Rock: “Eravamo veramente stufi di tutto quello che doveva essere alla moda, figo e ironico. Sembrava una grande maschera dietro la quale la gente si nascondeva. E noi non abbiamo mai cercato di portare della bieca autenticità in tutto questo,  forse saremmo stati più credibili presentandoci in un anorak, sembrando completamente privi di emozioni. Per questo abbiamo costruito The Ark come questa cosa totalmente non cool, non alla moda, perchè per noi è sempre stata una questione di esprimere qualcosa di più grande”, dice Ola Salo.
 
 
Il chitarrista Jepson e il bassista Lasse ‘Leari’ Ljungberg, condividevano la sua visione e insieme hanno formato The Ark nel 1991, ispirati in parti uguali dalla psichedelia anni ‘60, dal rock artistico dei ‘70 e dal Libro Delle Rivelazioni. “A quel tempo ero convinto che l’apocalisse fosse vicina e che The Ark dovessero diffondere il messaggio. Ci abbiamo messo tutto dentro. Musica oltraggiosa e costumi fatti in casa. Qualunque cosa servisse a scuotere le persone e fargli vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo”. Col passare dei mesi e degli anni, la band comprese che l’apocalisse ovviamente non sarebbe arrivata così presto. Ma The Ark sono andati avanti, basando il loro approccio rock teatrale su gruppi come The Doors, i primi Roxy Music, David Bowie e il suo “Ziggy Stardust” e i Kiss. Sospettando che quel qualcosa di più grande che avevano in mente stesse succedendo da qualche altra parte, la band si è trasferita nella città vicina, Vaxjo. Il chitarrista Martin Axén li vide esibirsi, divenendo un fan all’istante e un vero e proprio sostenitore, prima di entrare finalmente a far parte del gruppo come membro ufficiale nel 1997. In quel periodo The Ark decisero ancora una volta di spostare la loro base, trasferendosi a Malmo, a sud della Svezia. Qui la band cominciò ad organizzare feste, eventi e concerti, persino a scrivere “The Arkist Lust-Manifesto” per diffondere i loro messaggi. Presto si fecero un nome in giro, entrando in contatto con The Cardigans e l’ambiente dei famosi Studi Tambourine. Per anni The Ark, e altri gruppi di Vaxjo, come Melody Club e The Mo, avevano faticato per farsi sentire nella loro piccola città natale. Ora cominciavano ad avere un’esposizione nazionale, addirittura ritrovandosi etichettati come parte di quella scena di Vaxjo. “The Ark, Melody Club e The Mo non erano nessuno fuori da Vaxjo, quando sono entrato nella band. Ma pochi anni dopo tutti questi gruppi si sarebbero incontrati di nuovo, stavolta in cima alle classifiche”, sorride Axén. Ma The Ark erano ancora lontani dal raggiungere i loro obiettivi. Nel 1998, Leari accettò l’offerta di suonare il basso nel tour mondiale di The Cardigans. Durante il tour divenne amico del gruppo svedese di supporto, i Kent, non perdendo mai l’occasione di promozionare la sua band. Quando il tour mondiale dei Cardigans terminò, ci fu la ricompensa, visto che The Ark furono invitati come gruppo supporter nel tour nazionale dei Kent. E finalmente la band si ritrovò a suonare su palchi grandi come le loro ambizioni. L’ultimo membro ad entrare in The Ark è stato l’ex batterista dei Tambureens Sylvester Schlegel.
 
 
Avendo completato la formazione, la band passò la primavera del 2000 scrivendo e registrando il loro album di debutto, “We Are The Ark”. Preceduto dai singoli di successo, “Let Your Body Decide” e “It Takes A Fool To Remain Sane”, il disco fu un successo immediato (in Italia “It Takes A Fool To Remain Sane” rimase per 4 mesi nella Top 10). Musicalmente il rock pomposo e gioioso di The Ark si può forse considerare, in maniera un po’ ambiziosa,  ‘il nuovo glam’. Spunti del classico Bowie, dei Queen e il boogie matto di Marc Bolan si mescolavano bene con il rock moderno della band. La combinazione era esplosiva. Dopo aver dedicato la maggior parte del 2001 al tour e alla promozione di “We Are The Ark”, la band si preparava al secondo assalto. Il loro secondo album “In Lust We Trust” (2002) rese più acuto il messaggio di The Ark . Il CD confermò l’incredibile capacità del gruppo di mettere insieme pungenti testi con hard rock estremamente glam. Tutto molto bene, ma era sufficiente. Non per un instancabile ricercatore come Ola Salo. Durante il tour dell’estate 2003, cominciò a lavorare su un nuovo piano magistrale. “Volevo sviluppare il nostro sound, espandere i nostri orizzonti e semplificare il nostro approccio. Ho deciso di scrivere  canzoni che colpissero così forte, da non poter rimanere fermi”. Sentendo che delle decisioni così drastiche potrebbero non essere il modo migliore per intraprendere un nuovo cammino musicale, Ola Salo ha chiesto  e ricevuto  un controllo creativo. Lui e il sesto membro non ufficiale di The Ark, Jens Andersson, hanno formato un’unità di produzione con il famoso compositore di musica per film Nathan Larson (“Boys Don’t Cry”, “The Woodsman”) e il mago del sound Per Sunding degli Studi Tambourine. “Sapevo cosa volevo. Rock con un beat disco. Musica che faccia voler muovere il corpo. Musica che non solo parli di lussuria, ma che sia lussuria. E volevo che risultasse come una produzione futuristica, ma con tutta l'energia e immediatezza di un demo a quattro canali”. Passando l’autunno del 2003 facendo demo e la maggior parte del 2004 registrando.
 
 Il nuovo sound di The Ark è stato accolto da travolgenti recensioni, anche se alcuni parlano di perdita di quel complesso stile rock pomposo. “Non penso che le canzoni di ‘State Of The Ark’ siano meno complesse, hanno un suono semplice  e abbiamo fatto una gran fatica ad ottenere questa semplicità….” Con canzoni come “This Piece Of Poetry Is Meant To Do Harm”, “Rock City Wankers”, “Glamour For Glamour” e “Trust Is Shareware”, The Ark hanno scritto un nuovo e sorprendentemente divertente capitolo del loro ‘Arkist Lust-Manifesto’, che li riporta al fuoco originario della band, re-inventando il loro sound in evoluzione. Con la carica di un beat incalzante, riff di chitarra a bassa risoluzione e strane tastiere, persino la voce cristallina di Ola Salo suona più rilassata e ispirata che mai. “Credo che tutti noi non sentissimo più la pressione di dover dimostrare qualcosa a noi stessi”, sorride il frontman…
 
 
Carlo Cassani
 
(13 aprile 2005)
 
 
 TUTTO SU THE ARK

2005
State Of The Ark

2002
In Lust We Trust

2000
We Are The Ark
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