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THE BRAVERY |
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THE BRAVERY ... A TESTA ALTA ALLA CONQUISTA DEL SOUND PIU' COOL DEL 2005 |
La nuova sensation viene da New York, dal cuore ferito dell’America e dal cuore pulsante della musica new wave. Si chiamano The Bravery (“coraggio”), e sono 5 ragazzi di NYC che ci propongono un deja vu acustico ma in salsa originale; traspirano anni 80 ma senza puzzare di vecchio – e come ci riescono, resta un bel mistero da sciogliere. E’ di oggi la notizia che i The Bravery hanno cancellato un loro concerto a Miami per perdita di voce da parte del cantante; e noi proviamo a consolarli dedicandogli uno spazio così da farveli conoscere. Sam Endicott (voce e chitarra), John Conway (tastiere), Anthony Burulcich (batteria), Michael Zakarin (chitarra) e Mike H. (basso) crescono ascoltando Fugazi e Jawbox, ossia nutrendosi di quella linfa provocatoria e piena di energia che è il punk, il pure punk del Village. E dal crepuscolo punk imbracciano tastiere e chitarre e cominciano a provare, provare a suonare insieme, sperimentando senza lasciare nulla di intentato. Il quartier generale si trova a Chinatown, terra di mezzo della fusion US. Alla fine la strada che i cinque intraprendono è quella della new wave, abbondantemente annaffiata di elettronica e di citazioni dotte. Il look di Sam che richiama molto l’impeccabile ironia di Morrissey, la voce in corda Robert Smith dei The Cure, le dissolvenze degli Strokes, i declini oscuri degli Interpol. C’è molto anni 80 nel suono dei The Bravery, eppure al contempo c’è un compendio assoluto di tutto quanto fa indie-trendy oggi. Ci sono l’attenzione all’immagine, agli sdruccioli particolari delle note, la vena incontaminata di una creatività tutta da scoprire. C’è ironia, da vendere. Ma c’è anche prendersi sul serio e crederci. I The Bravery curano ogni aspetto della loro presentazione, perché nulla stoni con l’insieme. “Non mi piace per nulla la musica mainstream”, parola di Sam, “quando ascolto la radio o guardo MTV il 99% di quello che passa è come stare a sentire un asciugacapelli o un condizionatore. Qualche volta però arriva quel pezzo che ti fa sussultare. Quando ero più giovane, questo si poteva dire dei Nirvana e dei Jane’s Addiction, quelli sono gruppi che innalzano la cultura di un popolo. E non credo ci sia niente di più inutile che aspirare ad essere qualcosa di meno di quello che erano loro”. Capito che idee chiare! Ci sfugge però perché l’essere cresciuti punk ha invece dato alla luce una band che è molto elettronica. Gli stessi The Bravery ne sono stupiti e non sanno darsi delle risposte diverse da “volevamo fare qualcosa di veramente diverso”. Uhm. Certo l’ossessione per le tastiere di Conway ha contribuito non poco a dare forma al sound del gruppo, così come l’adorazione per l’iMac che ha intessuto la struttura portante del disco. Il nome The Bravery rappresenta una condizione di sfida e di non ripiegamento di fronte alla difficoltà ed al peso di essere newyorkesi oggi, ma anche di fronte all’incertezza della vita di oggi. L’atteggiamento dei The Bravery invece è muso duro e testa alta. Sempre e comunque. Il disco di debutto si intitola molto semplicemente “The Bravery”, un condensato elektropunk dai risvolti densi e vischiosi. Il primo singolo, “An Honest Mistake”, è un perfetto modello di riferimento per tutto quello che è l’album: un futuristico retrò, un vortice di incisi azzeccati, un tuffo in acque pastose e pesanti. Che resta da dirvi … oggi esce il disco. Non perdetevelo per niente la mondo, perché se c’è qualcosa di estremamente cool in questa primavera 2005 sono proprio i The Bravery! Elisa Bellintani 29 marzo 2005 |
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