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TARWATER |
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TARWATER ... AVVOLGIMENTI ELETTRONICI PER SOCCHIUDERE GLI OCCHI |
C’erano una volta i Rosa Extra e gli Ornament & Verbrechen. C’erano una volta due esponenti della Berlino underground, affascinante dimora di bagliori metallici e sonorità distorte, Ronald Lippok e Berndt Jestram; i due si incontrarono, si annusarono e si scelsero. Correva l’anno 1995. Tarwater. Una screziatura punk che si lascia ingolfare dall’elettronica, e ne esce qualcosa di incredibilmente forte; un suono materico e concreto, un suono spesso che però accompagna verso suggestioni elettroniche decadenti, verso emozioni non pienamente comprese, verso l’elektro teutonica. Perché, si sa, quando si tratta di elettronica “Germans do it better”. Reduci da una virata decisa dalla Kitty-Yo verso la Morr Music, i Tarwater si ripresentano sulla scena con un nuovo disco, “The Needle Was Traveling”. Un lavoro di cui si nota subito la coerenza insita nella struttura narrativa, un filo conduttore che infila tutti i brani; così come si nota l’evoluzione della creazione artistica, che da traccia evolve sempre più verso la canzone. Attenzione al dettaglio, cura dei particolari, maturità sonora; i Tarwater sono cresciuti, e noi siamo andati a sondare il cambiamento con mano. Partiamo dalle origini. Come nasce il suono Tarwater? Parte dalle nostre radici. Bisogna tornare ai primissimi anni 80, al post punk ed al Neu Deutsch Veller; la scoperta dell’elettronica, l’interesse per il suono più che per l’organico totale di un pezzo, la voglia di sperimentare utilizzando il computer, i samplers, i loop. Tutto questo sta dietro a quello che siamo ora, abbiamo imparato a maneggiare la materia e ora ci divertiamo a creare. 10 anni di musica insieme. Cosa vi tiene così uniti e vi fa aver voglia di continuare? Ci divertiamo ancora a fare musica insieme, ci conosciamo da tempo e proprio da questa conoscenza intensa troviamo il giusto feeling per suonare. Dopo 10 anni quello che è il punto focale della nostra musica non è per nulla cambiato: la ricerca di intensità. Il desiderio di esplorare per scoprire qualcosa di straordinario, che riesca ancora ad impressionarti e a farti percepire emozione. Dopo anni e anni con la Kitty-Yo siete passati alla Morr Music. Cosa è successo? Il cambio di etichetta è una questione un po’ delicata. Non c’è stata alcuna rottura brusca e spiacevole con quelli della Kitty-Yo, che come etichetta ci ha dato tanto e ci ha permesso sempre di fare quello che volevamo fare; solo che col tempo gli equilibri interni loro erano cambiati, qualcosa delle vibrazioni positive iniziali è venuto a mancare e così abbiamo pensato: meglio chiudere prima che la situazione rischi di degenerare. “The Needle Was Traveling” ha richiesto un lungo periodo di gestazione: si parla di un anno di registrazioni … Sì, abbiamo lavorato costantemente sul disco per un lunghissimo periodo. Volevamo che il prodotto finale non avesse sbavature, che suonasse perfetto in ogni suo passaggio, che le parti si amalgamassero al meglio. Lo abbiamo curato in ogni minimo dettaglio, e il risultato finale è esattamente quello a cui aspiravamo dall’inizio. Questo disco ha tutte le caratteristiche di un album: coerenza, strutturazione, evoluzione interna, canzoni, testi significativi. Cosa vi ha spinto ad azzardare questo salto di qualità? Volevamo concentrarci sulla voce umana, affrontare la sfida dello schema classico della canzone, i 3 minuti, la costruzione, il testo, la finitezza; dare un senso compiuto ed esplicito a quello che prima, con i paesaggi sonori, riuscivamo solo ad accennare. Senza arrivar a rinnegare quello che è stato, era ora di provare qualcosa di diverso. Sul disco è presente una cover di “Babylonian Tower” dei Minimal Compact. Come mai avete scelto proprio questo pezzo? E’ stata “Babylonian Tower” a scegliere noi. Stimiamo molto i Minimal Compact, ed il loro pezzo continuava a girarci in testa, coi suoi loop e con i suoi vortici di parole che si ripetono all’infinito … era diventata una sorta di piccola ossessione, quindi abbiamo deciso di dare vita all’idea. Non resta che mettersi comodi e lasciarsi accompagnare nel labirinto di elektroteutonica dei Tarwater. “The Needle Was Traveling”, e voi viaggiate assieme a lui. Elisa Bellintani 21 marzo 2005 |
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