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KAISER CHIEFS |
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KAISER CHIEFS ... QUALCOSA DI MOLTO BUONO DA LEEDS |
Nuova entrata alla numero 3 nella Top Album inglese. Nome praticamente mai sentito. Drizzate le orecchie: ecco a voi il nuovo fenomeno new wave dall’Inghilterra. Si chiamano Kaiser Chiefs (appellativo liberamente tratto da una squadra di calcio sudafricana, e già da qui potete apprezzare l’originalità e l’eccentricità dei nostri), vengono quasi dal nulla e stanno spaccando tutto; persino il difficile ed ostile a tutto ciò che non è autoctono mercato americano – che li adora. Ricky Wilson (voce), Andrew “Whitey” White (chitarra), Simon Rix (basso), Nick “Peanut” Baines (tastiere) e Nick Hodgson (batteria e seconda voce) suonano praticamente da quando erano ragazzini; un bel giorno del 2003 decidono anche di provare a suonare insieme, perché ci hanno provato una volta e la cosa è venuta fuori alla grande. Ambizione del neonato gruppo: fare soldi? Vendere dischi? Farsi il nome? Niente di tutto ciò, molto più semplicemente farsi notare al Leeds Festival, nella loro città natale. Solo che le cose sono andate un po’ più in là, se ora ci troviamo a parlarvi di loro. E non siamo gli unici, dato che dei Kaiser Chiefs si sono innamorati fin nella fredda Russia, terra dal gusto musicale un po’ particolare. Spulciando nella loro biografia, si nota subito la presenza della parolina magica che tutto può e tutto fa: Franz Ferdinand; i Kaiser Chiefs sono stati supporter dei 4 di Glasgow per alcune date, e si sono comportati davvero bene, talmente bene che hanno tirato su un bel contrattino con la Universal Records. Eh. Mica bruscolini. La consacrazione definitiva arriva con l’inclusione nell’NME Awards Tour 2005, trampolino di lancio di band come i FF e i Coldplay. “Employment”, questo il nome del pirotecnico disco di debutto, è prodotto da Stephen Street (The Smiths/Morrissey, Blur, The Cranberries), ed è art-pop puro; compresi nel disco i successi pre-album dei Kaiser Chiefs, ossia “Oh My God” (entrata al 66esimo posto in classifica inglese nonostante una tiratura limitatissima) e “I Predict A Riot” (che sfonda invece nella top20). Le tematiche affrontate dai Kaiser Chiefs sono quelle tipiche della vita senza sbocchi nella tipica e grigia periferia industriale inglese: relazioni instabili e non appaganti, esistenzialismo esasperato, noia da routine, squallore metropolitano, anarchia sociale. Nuova ambizione dei Kaiser Chiefs: ottenere un appartamento in tutte le più grandi città del mondo. Farsi riconoscere in televisione da tutte le ex fidanzate. E riuscire a farsi fare un’otturazione come si deve. L’ironia non manca, come notate. Ed il tocco giusto, nemmeno. Il Britpop di Blur e Supergrass ha trovato i suoi degni eredi, che suonano come si deve senza tanti fronzoli e sanno ridersi addosso, prendendo spunto dai grandi artisti che li hanno preceduti ma riuscendo a definire una propria identità.. Si dice che ad oggi nessuno, ma proprio nessuno di quelli che hanno comperato “Employment” si sia lamentato o sia rimasto deluso. Loro prevedono una sollevazione popolare, noi prevediamo un immancabile successo. Del resto, tutto ciò che NME tocca diventa oro, e loro si stanno facendo conoscere forzando le chart come dei panzer. Per una volta la pecca di patriottismo cieco di NME è andata a colpo sicuro. Ah. Per la cronaca. Al Reading & Leeds Festival poi i Kaiser Chiefs sono poi riusciti a suonare ... Elisa Bellintani 16 marzo 2005 |
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TUTTO SU KAISER CHIEFS |
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2005 Employment | | |
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